“I gravi ritardi del governo in merito alle misure alternative al reddito di cittadinanza comporteranno un rischio di “macelleria sociale” per le famiglie “fragili” anche in provincia di Imperia. Sul nostro territorio, in proporzione il più colpito della Liguria, infatti, circa un migliaio di (ex) percettori (su 5000), interessanti circa 2700 nuclei familiari, hanno di fatto perso il reddito di cittadinanza”. Queste le parole di Francesco Castagnino, Coordinatore provinciale Imperia e membro Direzione Nazionale movimento “Indipendenza” con Gianni Alemanno.
Imperia: ritardi nell’applicazione di misure alternative al Reddito di Cittadinanza
“Le misure alternative, create dal governo Meloni, sono in grave ritardo di applicazione, creando così pesanti disagi alle famiglie di soggetti fragili. Con un comunicato ufficiale l’INPS ha reso noto che, con ogni probabilità, l’assegno di inclusione sarà pagato con un ritardo di un mese, pagando quindi a febbraio la rata pregressa.
Famiglie (over 60, con minori o disabili a carico) che non si possono certamente permettere di rimanere un mese senza nessuna forma di sostegno. Una situazione drammatica quanto prevedibile visto che solo il 18 dicembre gli uffici dell’INPS hanno aperto gli sportelli atti a ricevere le domande del suddetto assegno.
A questo bisogna aggiungere come lo stesso Ente previdenziale non stia pagando buona parte delle indennità SFL (supporto per la formazione e lavoro) pari a 350 euro ai disoccupati che da settembre stanno frequentando i corsi di formazione. Consideriamo tutto ciò particolarmente grave se si considera la repentinità con cui e’ stato abolito il reddito di cittadinanza e la modestia delle misure alternative previste in sostituzione.
Il triste risultato e’ che la parte più povera e fragile della popolazione italiana, come il nostro Movimento aveva previsto, oggi si trova con tutele precarie, insufficienti ed in ritardo di applicazione. Sorge spontanea la domanda se il Parlamento sia consapevole di questa situazione e quali interventi intenda immediatamente adottare il ministro competente per evitare il purtroppo fondato rischio di una vera e propria “macelleria sociale “.