16 Novembre 2024 09:23

Cerca
Close this search box.

16 Novembre 2024 09:23

Imperia: ecco perché è indagato Vittorio Sgarbi. Nel mirino l’opera “Concerto del Bevitore”/L’inchiesta

In breve: Il quadro ad oggi è sotto sequestro e il Pubblico Ministero Barbara Bresci ha delegato le indagini ai Carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio.

Vittorio Sgarbi risulta iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Imperia con l’accusa di esportazione illecita di beni culturali perché avrebbe portato all’estero, a Montecarlo, l’opera “Concerto del Bevitore” del maestro caravaggesco Valentin de Boulogne (valore 5 milioni di euro) con l’obiettivo di piazzarla sul mercato internazionale.

Imperia: ecco perché è indagato Vittorio Sgarbi

Il fascicolo, inviato a Imperia dalla Procura di Siracusa, è sulla scrivania del Pubblico Ministero Barbara Bresci. Nel dettaglio, i magistrati siciliani stavano indagando sulla certificazione di autenticità, ad opera di Sgarbi, di 32 opere di Gino De Domicinis che in realtà, secondo l’accusa, sarebbero dei falsi, quando si sono imbattuti nell’opera di Valentin de Boulogne. L’indagine, partita da Siracusa, è stata trasferita nel capoluogo ligure in quanto il reato si sarebbe consumato al confine di Ventimiglia, dunque in provincia di Imperia. Sgarbi è accusato infatti di aver portato illecitamente il quadro in Francia per rivenderlo, utilizzando uno stand espositivo presso una nota fiera internazionale.

Gli indagati al momento sono cinque. Sgarbi e altre quattro persone. Il Sottosegretario del Governo Meloni sarebbe proprietario dell‘opera prelevata dalla sua casa a Ro Ferrarese e consegnata a Montecarlo a una signora di Cagliari con il compito di piazzarla sul mercato internazionale. 

Il quadro, ritrovato in un appartamento del Principato, ad oggi è sotto sequestro e il Pubblico Ministero Barbara Bresci ha delegato le indagini ai Carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio. La Procura di Imperia ha inviato un ordine di comparizione a Vittorio Sgarbi con l’obiettivo di interrogarlo. Il Sottosegretario non si è però mai presentato, giustificando l’impedimento con impegni professionali di varia natura. L’interrogatorio di Sgarbi si è così tenuto nelle Marche, dove il Sottosegretario ha la residenza. Il critico d’arte ha negato ogni suo coinvolgimento.

Nell’ambito degli accertamenti dei Carabinieri (anche a seguito anche della puntata della trasmissione tv Report), Sgarbi è stato iscritto nel registro degli indagati anche per l’opera “Cattura di San Pietro” di Rutilio Manetti. L’inchiesta, aperta a Imperia, è stata immediatamente trasferita a Macerata per competenza territoriale. La Procura marchigiana ha deciso di contestare a Sgarbi il reato di riciclaggio di beni culturali. Nelle ultime ore sono stati perquisiti tre domicili di Sgarbi e il dipinto è stato posto sottosequestro. Il Sottosegretario ha dichiarato:Sono assolutamente sereno. Non ho nulla da temere, il sequestro è un atto dovuto. Mi difenderò con ogni mezzo con chi specula sullla vicenda e chi se ne rende complice”.

Il mistero del quadro “Cattura di San Pietro”

La trasmissione Report si è aperta con l’esposizione “I pittore della Luce” tenutasi l’8 dicembre 2021 a Lucca. Tra i quadri esposti anche l’opera “Cattura di San Pietro” di proprietà di Vittorio Sgarbi. Secondo il Sottosegretario ai Beni Culturali del Governo Meloni l’opera sarebbe stata trovata a Villa Maidalchina, una residenza nobiliare nella campagna di Viterbo che nel ‘600 era di proprietà di Donna Olimpia Maidalchini, cognata del Papa Innocenzo X, e che nel 2000 venne acquistata da Rita Cavallini, madre di Vittorio Sgarbi.

Dall’inchiesta di Report è emerso che l’opera di proprietà di Sgarbi sarebbe pressochè identica al dipinto contenuto nella banca dati dei Carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio e in una scheda dell’Interpol,  in quanto risultato rubato. Unica differenza una fiaccola che compare nell’opera di Sgarbi, ma non in quella presente nell‘archivio dei Carabinieri.

Gli inviati di Report hanno così rintracciato Luigi Achilli, ex proprietario di Villa Maidalchina che ha negato vi fosse all’interno della dimora alcuna opera d’arte. Sgarbi ha ribattuto che l’opera era citata nell’inventario redatto dal Notaio Cosimo Pennacchi per i beni di Andrea Maidalchini, fratello di Olimpia. Dalle ulteriori verifiche degli inviati del programma Rai, però, non è emerso alcun riferimento, nell’atto notarile, a quadri di Rutilio Manetti.

L’opera esposta da Sgarbi, invece, come evidenziato da Report, sarebbe molto simile a quella rubata in un castello di Buriasco, vicino a Pinerolo, a un’anziana signora, nel 2013. La donna, Margherita Buzio, racconta agli inviati di Report come avvenne il furto, ovvero con l’intera tela tagliata dalla cornice rimasta invece intatta.

Dalle ulteriori verifiche di Report è emerso che tra i visitatori del castello, che all’epoca ospitava un ristorante, c’era un certo Paolo Bocedi che più volte chiese se il quadro fosse in vendita. Bocedi, presidente dell’associazione antiracket Sos Italia Libera, lo scorso luglio nominato referente della commissione antiusura della Regione Lombardia, in passato, tra il 1998 e il 2003, ha lavorato come collaboratore di Vittorio Sgarbi.

Contattato da Report, Bocedi ha dichiarato: “Sono andato a vedere tanti quadri per Vittorio Sgarbi. Ricordo di esserci andato con l’amico e autista di Sgarbi Pasquale La Mura per chiedere quando la vendeva (l’opera, ndr) per poi riferirlo a Sgarbi”.

Nel giugno 2013 l’opera riappare a un casello autostradale. E’ Gianfranco Mingardi, importante restauratore di opere d’arte, per 20 anni uno dei preferiti di Vittorio Sgarbi, a raccontarlo a Report.

Secondo quanto riferito da Mingardi, Sgarbi lo avrebbe contattato per fargli visionare un quadro. Successivamente, all’appuntamento al casello di Brescia si sarebbe presentato Bocedi, a bordo di una motocicletta, seguito da un furgone, all’interno del quale c’era il quadro arrotolato e tagliato, che poi Mingardi avrebbe restaurato nel suo studio. Mingardi conferma agli inviati di Report che i due quadri, quello con la candela e quello senza candela sarebbero lo stesso quadro, e ipotizza che la candela sarebbe stata inserita per renderlo irriconoscibile.

Secondo quanto trapela, Report sarebbe in procinto di occuparsi nuovamente della vicenda che, come raccontato dal nostro giornale riguarda anche la Procura di Imperia.

Intanto i pm di Macerata, hanno disposto il sequestro della tela, che ha un valore stimato di diverse centinaia di migliaia di euro. I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio, hanno perquisito le tre abitazioni di Vittorio Sgarbi e prelevato dispositivi informatici e documenti.

Sgarbi su suo profilo Facebook ha commentato: Ho consegnato spontaneamente l’opera perché siano fatte tutte le verifiche del caso, a partire dalle misure del dipinto rispetto alla cornice di quello rubato. Sono assolutamente sereno. Il sequestro un atto dovuto. Non ho nulla da temere. Mi difenderò con ogni mezzo con chi specula sulla vicenda e chi se ne rende complice”.

Condividi questo articolo: