IMPERIA – Un nostro lettore, Fabio Ferrero, fornisce una testimonianza che potrebbe essere utile alle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Imperia sul ferimento dell’imprenditore Sergio Salvagno colpito da un razzo sparato dallo skipper americano William Mac Innes la sera del 12 settembre scorso.
“Ho letto con interesse la lettera del Dott. Carli. – scrive Ferrero – Escludendo la prima parte squisitamente tecnica e commerciale, ho ritrovato nella seconda il vero spirito del pensiero comune. Io ero con mio figlio quella sera, proprio di fronte alla barca di McInnes, ed ho capito subito la gravità dell’accaduto. Ma pur nella gravità del fatto, non riesco ad accusare il McInnes di violenza o peggio di terrorismo. Le sere delle vele sono state per tutti occasione di festa. Ma io ho notato come gli equipaggi delle barche tendessero ad abusare di alcolici. Tutto è lecito quando poi non si deve essere lucidi, ma la sera dello sbarco il McInnes con 0,86 era tra i più sobri. Il suo gesto, emulato senza danni dalla barca vicina, è nato dall’esaltazione del momento, ricco di musica, azione, spari assordanti a salve (non proprio tollerati da tutti i bambini) e fumogeni a caratterizzare l’atmosfera. Io ho visto da distante l’uomo che prendeva in mano il dispositivo, e quasi immediatamente la scia di fumo dritta sul pubblico, come se il razzo fosse stato innescato prima di assumere una corretta posizione di lancio.
Gli esperti di balistica stabiliranno tutto, compreso lo stato di conservazione dei dispositivi, ma la Magistratura dovrebbe indagare anche la barca vicina, perché anche da quella è partito un razzo. Oggi un uomo lotta con le devastanti conseguenze di un evento non previsto e non censurato in occasione del tipo di evento, anche in relazione alla tipologia di pubblico. Auspico come padre prima, come imperiese poi che l’organizzazione degli eventi proibisca e sanzioni tali condotte in occasione dell’evento 2016, oltre a prevedere idonee vie d’emergenza e presenza di personale sanitario in banchina. Oggi bisogna pensare alla sicurezza dell’evento per il futuro, auspicando maggiori investimenti da parte degli sponsor, perché dispiace dirlo ma questa edizione mostrava tutta la situazione di crisi che il paese attraversa, e credo che in molti abbiano avuto modo di rendersene conto, ripensando alle edizioni in cui partecipavano oltre le 100 imbarcazioni e gli stand espositivi erano innumerevoli. La giustizia farà il suo corso, e una famiglia potrà riabbracciare un uomo devastato da un gesto non valutato con sobria lucidità. Facciamo l’impossibile perché non debba ripetersi”.