“Per me che sono figlia di coltivatori di fiori, il fatto di poter far vedere quello che siamo noi è bello e mi inorgoglisce“. Queste le parole della flower designer di Costa d’Oneglia Sabina di Mattia che anche quest’anno, come negli ultimi 6 anni, si occuperà della realizzazione degli iconici bouquet di fiori che contraddistinguono il Festival di Sanremo.
Sanremo 2024: i segreti dei bouquet del Festival con la flower designer di Costa d’Oneglia Sabina di Mattia
“Il nostro lavoro parte da una programmazione, la scelta dei nostri bellissimi fiori e dopodiché cominciamo a comporre i bouquet. Noi abbiamo il compito di dare un bouquet per ciascuno, da un po’ di anni a questa parte fortunatamente si regalano fiori anche agli uomini. Partiamo dal presupposto che ci sia un bouquet per ogni cantante ed ospite della serata e quindi nel nostro laboratorio, che è nel Mercato dei Fiori di Sanremo, prepariamo una media di 30 bouquet al giorno, per poi arrivare all’apoteosi nella serata dei duetti quando possiamo arrivare anche a 60-70 bouquet”.
Come inizia il vostro lavoro?
“Abbiamo già iniziato, abbiamo fatto la scelta dei fiori, abbiamo cominciato con la pulizia dei gambi dei fiori per quelli che sono i fiori più resistenti, anche se in realtà i nostri fiori sono tutti molto resistenti, dopodiché domenica faremo i primi bouquet perché lunedì ci sarà il Green Carpet con la presentazione di tutti i cantanti e ognuno di loro uscirà presentandosi al pubblico davanti all’Ariston con un bouquet”.
Quali sono i fiori che utilizzate di più?
“Maggiormente quelli che sono la nostra produzione locale, il nostro fiore all’occhiello sono il ranuncolo e l’anemone che sono quello che produciamo e per cui siamo famosi nel mondo. Li accompagneremo ad altri fiori, i papaveri, che sono un altro fiore bellissimo di nostra produzione, e poi tutte le nostre fronde quindi i vari tipi di eucalipto, i tipi di mimosa, il ruscus, insomma tutto quello che è la produzione della Riviera Ligure”.
Come si svolge il vostro lavoro durante le serate? Voi rimanete sempre dietro le quinte?
“Sì noi arriviamo a consegnare i nostri bouquet più o meno verso le 19:30, li disponiamo su una scaletta che c’è nel backstage e dopodiché quando inizia lo spettacolo guardiamo come sono vestiti gli ospiti, come sono vestiti i cantanti, e scegliamo qual è il bouquet più adatto”.
È successo qualcosa da ricordare, qualche episodio o un aneddoto particolare?
“Sì ci sono stati un sacco di di aneddoti e un sacco di di occasioni particolari che sono successe durante questi anni. Quello che più mi ha colpito è stato nel 2021 proprio perché eravamo nel post covid, l’anno in cui vinsero i Maneskin.
Di solito nel retro dell’Ariston, dove escono i cantanti finita la l’esibizione c’è sempre un marasma di persone quell’anno invece non c’era ovviamente nessuno. Sanremo era una città blindata, deserta e e quindi quando alla fine della della serata vinsero i Maneskin io e i miei colleghi siamo rimasti fuori ad aspettarli perché ci sembrava brutto che all’uscita dal teatro non ci fosse nessuno a festeggiarli. Così noi eravamo lì sotto con i nostri bouquet per omaggiarti almeno di un fiore e mi ricordo che erano veramente felici della nostra presenza, era bello che qualcuno li festeggiasse”.
Cosa rappresenta per lei proprio a livello personale questo periodo dell’anno?
“Per me è importante soprattutto perché sono figlia di coltivatori di fiori e quindi il prodotto del mercato dei fiori di Sanremo, nel senso che sono nata e cresciuta là, anche attraverso poi il corso di specializzazione. Il fatto di poter far vedere quello che siamo noi è bello e mi inorgoglisce. È fonte di orgoglio per me rappresentare la nostra produzione floricola”.