Lucio Sardi, consigliere di opposizione del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, interviene con una nota stampa in merito alla cessione delle aree della ex ferrovia di RFI ad una società del gruppo Unicredit. Nella nota, il consigliere Sardi punta il dito contro le dichiarazioni del vicesindaco di Imperia, Giuseppe Fossati.
Imperia: ex stazione di Oneglia venduta al Gruppo Unicredit. La nota del consigliere Lucio Sardi
“Nella nota di replica all’articolo di Imperiapost sull’avvenuta cessione delle aree della ex ferrovia di RFI ad una società del gruppo Unicredit, il vicesindaco Fossati ha utilizzato le sue capacità di conoscitore del diritto per chiarire che non gli si poteva addebitare di aver omesso informazioni sulla vicenda in occasione delle sue comunicazioni durante l’ultimo consiglio comunale in quanto non era ancora nelle condizioni per conoscere i termini di quella vendita.
Prendiamo atto della precisazione del vicesindaco a cui però, utilizzando le mie più modeste competenze in materia economica, mi sento di contestare quanto da lui affermato in merito alla convenienza della formula della permuta che regolerà l’acquisto da parte del Comune delle aree utilizzate per la ciclabile.
Come ha specificato il vicesindaco, in ragione dell’avvenuta vendita a soggetti privati delle aree e immobili di proprietà di RFI, il Comune non dovrà più sborsare i quasi due milioni di euro (precisamente 1.863.000 euro) previsti per comprare le aree della ciclabile, ma regolerà la partita rinunciando ad un equivalente valore di oneri di urbanizzazione che avrebbero dovuto pagare i soggetti che realizzeranno gli interventi edilizie sulle altre aree ex ferroviarie cedute ai privati da RFI.
Per Fossati si tratterebbe di una sorta di “pari e patta” con il vantaggio per il Comune di aver sostanzialmente anticipato l’incasso degli oneri di urbanizzazione per saldare l’acquisto dell’area della ciclabile, che quindi definisce come un esempio virtuoso di “buona amministrazione”.
Leggendo le carte, ovvero il contratto con clausola di permuta stipulato dal Comune con RFI, il racconto del vicesindaco è evidentemente smentito proprio sui numeri.
In quel contratto, come ho già contestato nel consiglio comunale di luglio che lo approvò, è infatti previsto che ove RFI avesse ceduto a terzi i gli altri terreni e immobili dell’ex ferrovia, il pagamento dell’acquisto delle aree della ciclabile che il Comune acquista da RFI (del valore quantificato in 1.836.000 euro), sarà effettuato con la rinuncia ad incassare un valore pari a quasi quattro milioni di oneri di urbanizzazione ed opere a scomputo (precisamente 3.845.111 euro come specificato ai punti 2.8 e 2.9 del contratto preliminare di cessione delle aree della ciclabile tra RFI e Comune di Imperia).
Il valore a cui si rinuncia è rappresentato dalle somme che sarebbero state da pagare al Comune (oneri di urbanizzazione) o del valore di opere di pubblica utilità che sarebbero state da realizzare (opere a scomputo) da parte de soggetto che avrebbe realizzato le opere edilizie consentite dal vecchio piano regolatore del 1999 sulle ex aree ferroviarie di RFI.
Stando ai numeri, per l’amministrazione Scajola è una operazione vantaggiosa per la città rinunciare a circa due milioni di euro di oneri o opere a funzione pubblica (la differenza tra 3.845.000 di valore degli oneri in permuta e 1.863.000 euro per l’acquisto diretto delle aree) per regalarli di fatto ai privati che han comprato le aree di RFI per realizzare la speculazione edilizia (case e il supermercato per intenderci) ed a cui è stata anche garantita la certezza che su tali aree il Comune non potrà prevedere modifiche sulle potenzialità edificatorie.
Oltre all’offerta del pago due e prendo quattro che i numeri riportati nel contratto certificano, il secondo “regalo” agli acquirenti privati delle aree RFI è infatti garantito al vincolo imposto al Comune (salvo esporsi ad una pesante penale da due milioni di euro) di garantire che per quelle aree non verranno previste modifiche alle generose possibilità edificatorie previste dal piano regolatore del 1999.
Per non lasciare dubbi dalla “postura” assunta dal Comune nella vicenda, nel contratto sottoscritto con RFI sono previsti, sempre pena applicazione della penale milionaria, anche vincoli temporali molto stringenti per gli uffici comunali nel rilasciare le varianti o i titoli edilizi ai privati che attueranno l’operazione edilizia sulle ex aree ferroviarie di RFI, vincoli che metteranno il Comune in condizione “Fantozziana” di fronte alle richieste dei privati proprietari dell’area.
Ciliegina sulla torta di questo esempio di “buona amministrazione” è stato la clausola prevista nel contratto con RFI, che obbligava il Comune a fornire una inutile garanzia fidejussoria di 1.863.000 euro per garantire il pagamento delle aree della ciclabile acquistate ove non fosse stata utilizzata la permuta, fidejussione che è costata alle casse comunali ben 23.300 euro.
Considerato che il contratto tra RFI e il Comune è stato firmato poco prima di natale 2023 e che RFI ha ceduto a terzi l’area a gennaio 2024 avendo peraltro già da ottobre 2023 una offerta vincolante della società che ha poi acquistato, ci si chiede come si sia potuto buttare via oltre 23.000 euro per una garanzia totalmente inutile (a parte ovviamente per chi l’ha rilasciata ed ha guadagnato 23.000 euro per garantire l’obbligazione di un Comune priva di rischi per circa un mese).
Quanto alle indiscrezioni in merito ai futuri soggetti attuatori privati dell’operazione edilizia nelle ex aree ferroviarie di RFI non ci si devono aspettare sorprese positive.
Dando per certa l’apertura di un nuovo “indispensabile” supermercato, si spera che non proponga ai clienti l’offerta “paghi 4 e prendi 2” per replicare quella già ottenuta grazie alla “lungimirante” opera dell’amministrazione Scajola”.
Lucio Sardi consigliere gruppo Alleanza Verdi e Sinistra