4 Novembre 2024 23:33

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4 Novembre 2024 23:33

PROCESSO PORTO IMPERIA. IL P.M. AVENATI BASSI: “CI VOLEVA UNA GARA PUBBLICA, CALTAGIRONE È ENTRATO NELLA SPA SU INVITO”

In breve: Il Pubblico Ministero Avenati Bassi: "Il potente locale che incontra il privato nei palazzi di Roma e gli chiede se vuole costruire il porto. Questo non rispetta le leggi sui contratti pubblici. Quando parliamo di un servizio di interesse pubblico non posso fare entrare un privato a mia discrezione".

Processo porto turistico

Il Pubblico Ministero Giancarlo Avenati illustra nella sua lunga requisitoria le cinque contestazioni mosse a vario titolo agli imputati. Nella sua requisitoria, il PM fa riferimento all’incontro avvenuto presso il ministero dello Sviluppo Economico tra l’allora Ministro allo Sviluppo Economico Claudio Scajola e Francesco Bellavista Caltagirone  al quale parteciparono anche l’imprenditore Gianfranco Carli, l’ex sindaco Luigi Sappa e l’ex assessore Luca Lanteri. 

Ecco le prime due motivazioni:

  • Era necessaria una gara per l’ingresso di Acquamare nella Porto di Imperia SPA. Ci voleva una gara ad evidenza pubblica.

“Il 29 luglio del 2005 l’Acquamare è entrata nel Porto di Imperia SPA, con il 4% delle quote azionarie. Si tratta di un reato ormai prescritto ed è più una questione di accademia questo punto. Noi qua siamo in presenza di una società già destinata ad avere la concessione. Può sembrare una cosa ovvia se di tratta della società in house del Comune, ma se parliamo di una società privata è una cosa pazzesca. Il potente locale che incontra il privato nei palazzi di Roma e gli chiede se vuole costruire il porto. Questo non rispetta le leggi sui contratti pubblici. Quando parliamo di un servizio di interesse pubblico non posso fare entrare un privato a mia discrezione. Quando abbiamo sentito la dott.ssa Cirillo (Autorità vigilanza lavori pubblici, ndr) non si è chiesta se fosse applicabile o meno la legge sui lavori pubblici, ma come l’Acquamare era entrata nella Porto di Imperia SPA. Perché solo se un privato entra come attraverso una gara posso pensare che operi come socio costruttore nella successiva attività prevista dalla concessione. Quando una società mista individua un socio privato, lo deve fare solo con una gara ad evidenza pubblica. Caltagirone invece è entrato ad invito. Nessun altro poteva entrare al suo posto. E questo non rispecchia nessuna norma giuridica europea sulle opere pubbliche. Perché nessuno può negare di tratti di un’opera pubblica. Le opere a scomputo sono pubbliche. Dunque, iniziamo a dire che l’operazione porto è iniziata con il piede sbagliato. Senza contare che il Comune di Imperia ha rinunciato, attraverso il consiglio comunale, al diritto di prelazione al momento dell’ingresso di Caltagirone. Un arretramento totale da parte del Comune all’interno della Porto di Imperia SPA”.

  • Era necessaria una gara per il rilascio della concessione demaniale alla Porto di Imperia SPA. La pubblicità sull’albo pretorio del Comune di Imperia e sui giornali non è bastata.

La gara ad evidenza pubblica era necessaria anche per l’affidamento della concessione. È vero che il decreto Burlando prevede una procedura specifica che è stato obiettivamente rispettata con la pubblicazione della pubblicità sull’albo pretorio del Comune e sui giornali, ma si tratta di una norma che va integrata con il il complesso normativo esterno, con le norme europee in materia. Sul punto in questione e intervenuta una sentenza del 2005 della Corte di Conti, chiamata a decidere se per l’affidamento di una concessione demaniale marittima è obbligatorio o meno una procedura concorsuale. La Corte dei Conti dice che se ci sono più domande si fa una gara, ma che non è concesso il ritaglio a un solo proponente e che dunque la gara va fatta in ogni caso. Che nel Comune di Imperia possano non aver letto la sentenza è possibile, ma ci sono state circolari ministeriali che richiamano le amministrazioni a seguire questi profili stabiliti dalla Corte dei Conti. Rispettarli per far si che l’Italia non incorra in sanzioni che poi ricadano sulle singole amministrazione come danno erariale”.

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