Il consiglio comunale di ieri sera, 7 novembre, si prospettava lungo e molto faticoso e, in effetti è stato abbastanza combattuto su diversi fronti. Non solo il punto inerente alla gestione del porto di Imperia ha infervorato gli animi, ma anche quello che sembrava di più facile risoluzione, ovvero la Commissione per l’abbattimento delle barriere architettoniche, è riuscito a creare agitazione nell’aula consiliare.
Prima dell’inizio della discussione il presidente del consiglio Paolo Strescino ha ricordato Adolfo Castellano e la ricorrenza della caduta del muro di Berlino avvenuta 24 anni fa, il 9 novembre 1989 e, subito dopo, si è deciso di invertire tutti i punti all’ordine del giorno al fine di lasciare l’argomento “Porto” a chiusura del consiglio.
Come primo punto è stata così approvata all’unanimità dal consiglio comunale l’abrogazione del regolamento per i parchi comunali. Il consiglio comunale ha emendato la pratica inserendo nella delibera l’impegno, per l’amministrazione comunale, di individuare alcune aree di sgambamento per i cani.
Rapidamente si è passati al secondo punto all’ordine del giorno, ossia la creazione di una Commissione speciale per l’abbattimento delle barriere architettoniche. La proposta è stata accuratamente spiegata dal consigliere Marino: “Questo è il primo passo di un lungo percorso al fine di dotare la città di Imperia di questo strumento, che è la Commissione, previsto da normative del 1986 che, purtroppo pur risalendo quasi a 30 anni fa, non sono state applicate. A oggi noi andremo anche a fare delle previsioni sul patrimonio pubblico e comunale su cui il Comune può intervenire e chiederemo ad alcuni tecnici e ad alcune associazioni professionali e non di aiutarci in questo lungo percorso. Inoltre istituiremo un sito dedicato dove i cittadini potranno segnalare delle criticità perchè individuare dei percorsi significativi pubblici è importantissimo“.
Il consigliere Russo del Movimento 5 Stelle, sull’argomento, si è dimostrato favorevole, ma ha chiesto due emendamenti: “Il primo emendamento che chiediamo riguarda il fatto che la commissione deve presentare il piano entro e non oltre 18 mesi al decorrere della stessa. Serve una scadenza – ha specificato – Il nostro secondo emendamento invece riguarda la richiesta di interpellare le associazioni di volontariato che hanno a che fare con i disabili e che la commissione speciale abbia continui contatti con queste specifiche realtà”.
Si sono dimostrati perplessi invece sull’istituzione di una commissione speciale i consiglieri Falciola, PDL, e Fossati, Imperia Riparte, sostenendo: “Mi sfugge il senso di una commissione speciale, di solito lo fa la minoranza – ha specificato Fossati – Non vorremmo che fosse solo un modo per fare demagogia politica, noi vogliamo un concreto miglioramento” ha concluso invece Falciola.
Una “frecciatina” di ordine politico arriva invece dal capogruppo del PDL Poillucci: “L’unico commento di ordine politico che voglio fare è che siamo tutti d’accordo con la pratica e che ci deve essere una tempistica, ma non possiamo dimenticare che il Pd in questi 20 anni non ha mai fatto nulla, il PDL invece ha, ad esempio, proposto una question time nello scorso consiglio“.
Duro l’intervento poi del consigliere Balestra: ”Io mi vergogno di quello che avete detto, era solo da approvare e basta“.
Immediata la risposta di Fossati (“Porti rispetto per la minoranza e chieda scusa per le sue parole”) e la replica di Falciola del PDL che ha risposto: “Ha perso una buona occasione lei per rimanere in silenzio” e, da qui è scattato il botta e risposta per gli ormai famosi “motivi personali”. Più tecniche, ma comunque stizzite sono state poi le risposte dei consiglieri Parodi e Saluzzo.
Successivamente i consiglieri hanno dato vita a un poco onorevole scaricabarile tipico della politica italiana, rinfacciandosi a vicenda su chi ha fatto cosa e chi invece non si è mosso per nulla: “Questa non è polemica, è cabaret: noi abbiamo proposto una cosa e dobbiamo trovare il pelo nell’uovo dicendo che è una sfortuna che la maggioranza proponga una commissione speciale? Abbiamo l’interesse che funzioni” ha dichiarato il capogruppo del PD Montanari.
Ironico invece l’intervento di Servalli: “Rimango stupito dalla polemica, ma forse è perchè è la prima volta che la maggioranza porta qualche proposta, fino ad ora è stato il contrario“.
La discussione si è conclusa con l’approvazione all’unanimità della pratica e anche del secondo emendamento, nonostante il voto contrario di Paolo Re. E’ stato invece respinto il primo emendamento proposto dal consigliere Russo.
A questo punto si è arrivati al clou della serata ossia la discussione sugli assetti societari della Porto di Imperia SPA con la spiegazione e l’introduzione da parte del consigliere Grosso: “Dall’insediamento dell’amministrazione Capacci a oggi non se ne è più parlato del porto, ma un dibattito aperto e pubblico è necessario per far capire in che direzione ci stiamo muovendo – ha dichiarato – Vorrei dunque fare un riassunto della storia amara di questa pratica, inquadriamo la portualità imperiese”. Dopo una spiegazione non molto breve, ma giustificata, del contesto spinoso in cui ci si muove si è arrivati anche al cuore del problema secondo i consiglieri di “Imperia Bene Comune”: “La Porto di Imperia SPA ci sta dicendo: vi dico io come risolvere il tutto se la concessione demaniale è valida: Aquamare se ne va in silenzio e si leva i problemi, ci dà il suo 33% di azioni ,che vale zero e il comune può entrare con il 66%. Le banche si prendono 50 milioni di euro, il 70% dei posti barca e si ristorano, così vediamo se riusciamo a chiudere la questione portuale, magari con un debito futuro. Io però mi chiedo, l’ipoteca è legittima? Imperia Bene Comune, oggi come allora, vuole che il porto sia finito nel miglior modo possibile, ma non vogliamo che chi ha sbagliato esca indenne in nome del principio ‘meglio poco che niente’, che ci ha già portato al disastro. Signor Sindaco – ha concluso poi Grosso rivolgendosi direttamente al Primo Cittadino – Le rivoluzioni culturali si fanno sui valori, sui principi, sulla legalità, il vento non si cambia cambiando i sensi unici, ma rapportandosi con i poteri forti dicendo “tutti uguali davanti alla legge“.
Immediata e puntuale è stata la risposta del capogruppo del PD Giorgio Montanari che ha spiegato: “Il PD, dall’inizio, responsabilmente, ha proposto delle alternative. Noi ci troviamo davanti a un porto che deve essere finito. Il problema è quando, come… La prima cosa è che non esiste una soluzione perfetta che accontenti tutti ossia gli interessi pubblici, privati… Se c’è stata una cattiva gestione e se qualcuno ha rubato, qualcosa mancherà sempre. Inoltre il porto, se e quando sarà ultimato non sarà ultimato come da progetto iniziale, lo possiamo dire quasi con certezza. Noi però possiamo ipotizzare che tutta la società diventi completamente pubblica con l’uscita di tutti i soci, e questo potrebbe rendere più semplice la risoluzione del problema. Sarebbe un’occasione unica per dare una mano a Imperia da parte di chi ha avuto la sua occasione, ma non ha dato alla città il porto più bello del Mediterraneo come ci aveva promesso“.
A questo punto è intervenuto poi il Sindaco Capacci che ha risposto direttamente al consigliere Grosso: “ La concessione demaniale non è tecnicamente scaduta perché la Porto di Imperia ha chiesto una proroga che è stata negata e ora è in visione al TAR quindi al momento non è scaduta. Il comune non ritiene di dover fare azioni di giudizio, non entro nel merito del passato, io prendo atto della situazione che ho trovato quando sono diventato Sindaco e da lì vorrei andare avanti. L’ipotesi del fallimento secondo me è terrificante perché l’ipoteca è costituita, se la società fallisse rimarrebbe il deserto“.
Il primo cittadino ha così iniziato a leggere un estratto dalla proposta di ammissione alla procedura di concordato preventivo e ha concluso dicendo: “Siamo in un disastro, una guerra composta da numerosi fattori che sfuggono al nostro controllo anche perché sono sotto tribunali altri. La nostra priorità è finire il porto, il fallimento è una catastrofe da evitare, però noi abbiamo un pacco, una scatola dove ci viene detto dal tribunale che dentro se la apriamo c’è il 33% delle azioni della Porto di Imperia SPA, niente più ipoteca e nel 2017 la possibilità di veder finire il porto. Ora, non lo abbiamo aperto perché mancano dei passaggi, ma tutto ciò è sotto il dominio del Tribunale di Imperia, se però noi troviamo che il pianto di risanazione ha un fondamento ritengo che si stia perseguendo l’interesse pubblico che credo non avverrebbe in caso di fallimento“.
Interrompe il Sindaco però il consigliere Grosso dichiarando: “Quando si va davanti al Tar si difende strenuamente una cosa se è esatta, ma in questo caso delle due una: se io difendo davanti al tar con forza che la concessione è decaduta perchè illeggittimamente portata avanti non posso dire che non fallisce la società”. Il Sindaco Capacci a questo punto è sembrato quantomeno interdetto e ripetendo: “Io non la sto capendo” ha concluso il suo intervento dicendo: “Ho letto il concordato non è un regalo che ci cade dal cielo, ritengo sia la meno peggio, comunque essendo che non è competenza nostra l’esecuzione di questa pratica come amministrazione noi pensiamo che sia giusto proseguire per questa strada se è fattibile”.
Il Sindaco Capacci ha poi abbandonato l’aula polemicamente nel corso dell’intervento del capogruppo di Imperia Riparte Giuseppe Fossati.
A questo punto in aula si è accesa la polemica e si sono scatenate le accuse a Grosso per il tipo di illazione fatta nei confronti dell’amministrazione:”Lei ha fatto una domanda grave all’amministrazione – ha dichiarato il consigliere Oliveri – ‘Ditemi se volete andare avanti verso la legalità’. Voi ponete in dubbio la nostra onestà e ci date dei delinquenti. Mi auguro sia stato un errore. Cosa vuol dire che si tiene una basso profilo? Cercate di far intendere che l’avvocato vada a Genova e non tuteli l’interesse pubblico? Sarebbe reato, patrocinio infedele. Questo modo di fare politica non è più accettabile”.
“Lei è sempre drammatico consigliere – ha risposto Grosso – ma magari mi sono spiegato male quindi spiego: intendevo che la situazione si può risolvere con una transazione, che è un problema di opportunità, e ci si chiede è opportuno fare un compromesso? Oppure vado avanti secondo la legge, mi batto. Sono due opzioni e mi sembra lecito chiedere oggi a Capacci cosa vuole fare”
Interviene il capogruppo del Movimento 5 Stelle Antonio Russo e nel frattempo ritorna in aula il Sindaco Carlo Capacci, che spiega le ragioni del suo dissenso.
Interviene poi il capogruppo del PDL Piera Poillucci: “Non mi sembra che abbiate una posizione condivisa e Sindaco, ho cercato di tirare le somme di quello che ha detto: per lei il fallimento è catastrofico e non si metterà di traverso al concordato, mi sembra dunque che lei non voglia fare niente e aspettare tempi migliori. Io ricorderei che il tribunale ha chiesto precise indicazioni e ammettendo il concordato invita il Comune di Imperia a prendere posizione sulla proroga“. Sulla stessa linea anche il collega di partito Antonello Ranise.
Cerca di riportare la quiete e la discussione su un piano più concreto la consigliera Mezzera: “La situazione è talmente confusa che quando dite che il Comune dovrebbe decidere e intervenire sembra vi dimentichaite che tutto è in mano al Tar e non si può intervenire nei confronti del concordato. Il Comune ha fiducia per cui attendiamo che i giudici emettano le loro sentenze e poi la maggioranza deciderà. Prendere decisioni man mano che si avverano delle situazioni altrimenti ci potrebbero essere dei danni non indifferenti, è prematuro ora”.
“Mi allineo a quanto hanno detto fin’ora la consigliera Mezzera e il Sindaco – ha dichiarato il consigliere Ghigliazza – perchè in questa vicenda ci sono troppi tasselli da definire e costruire degli scenari su delle ipotesi è abbastanza velleitario da parte nostra. In questa fase lo scopo dell’amministrazione è valutare le misure di tutela dei diritti e degli interessi per ricondurre a una gestione pubblica”
Riprende poi in mano la discussione il consigliere Servalli, infervorandosi sin dalle prime battute: “Sono soddisfatto della discussione che stiamo facendo perchè dopo 5 mesi abbiamo capito cosa volete fare. Capacci ha fatto sua in modo totale la proposta di concordato della Porto di Imperia, ma non sono sicuro che sia la posizione di tutta la maggioranza. Con altrettanta chiarezza a parer nostro arrivare in fondo al concordato sarà una sciagura per il Comune di Imperia e, per quento riguarda l’ipoteca, io ho seri dubbi della sua validità per i pareri che abbiamo avuto noi sulla legittimità della stessa. In ogni caso, se decade la concessione decade l’ipoteca lo dice anche la Porto di Imperia SPA. Non è vero quello che dice il Sindaco, ma poi, mettiamo anche che il Tar non dia ragione all’Igegner Lunghi e conceda la proroga di 29 mesi per completare i lavori voi mi volete dire che in questo tempo si fa una gara europea pubblica e si completa il porto?“
Risponde a questo punto l’assessore Abbo: “In merito a quanto detto da Servalli, che si rifà all’atto della procura, leggendo quell’intervento mi veniva da fare il tifo perchè è descritta in modo aggressivo, ma la procura disegna uno scenario che va nella direzione del fallimento; il tribunale dopo però cosa fa? Getta ghiaccio sulla tesi della procura, spegnendo questo fuoco: mancano 288 milioni di euro, è vero e se avessi una ragionevole possibilità di trovarli vorrei andare avanti. Cerchiamo di portare a casa quei soldi, paghiamo i danni e vediamo, ma quei soldi non ci sono più”.
Ad Abbo ha fatto seguito l’intervento piccato del capogruppo del Laboratorio per Imperia Diego Parodi.
Meno pacato, ma sicuramente altrettanto incisivo l’intervento del Vicesindaco Zagarella: “A me sembra di ricordare qualcuno che diceva “non ci sono i problemi sul porto turistico”. In realtà ci sono 12 procedimenti aperti ereditati e ci sono ruoli molto diversi. E’ ovvio dunque adottare dei prinicipi di priorità, il comune concedente difende i suoi principi e non può far finta in una situazione così complicata che possano esistere scenari diversi. Certo che ci prepariamo all’ipotesi di concordato, non spetta né a noi né a voi prendere delle posizioni, ora dobbiamo gestire tutti i possibili scenari cercando di tutelare il massimo dell’interesse pubblico e gli intimi desideri di ognuno non valgono nulla”.