23 Dicembre 2024 01:39

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Sanremo 2024: le emozioni della violinista imperiese Elisabetta Cresta al Festival. “Esperienza surreale, l’ultima sera mi sono commossa. Geolier mi ha fatto i complimenti e ha portato le paste napoletane a tutta l’orchestra” / Le immagini

In breve: Studentessa al quinto anno del Liceo Classico Vieusseux di Imperia, Elisabetta studia il violino da 10 anni e si è diplomata al conservatorio Royal School di Londra.

L’ultima serata abbiamo vissuto un attimo di tristezza collettiva, io e molti altri membri dell’orchestra ci siamo messi a piangere, rendendoci conto che dopo essere stati insieme giorno e notte per un mese e mezzo ci stavamo per salutare. Spero mi possa ricapitare di vivere questa esperienza“. Queste le parole con cui la violinista imperiese 18enne Elisabetta Cresta, la più giovane componente dell’orchestra Sinfonica (insieme alla collega Valeria Zinatullina di Sanremo), racconta la sua esperienza all’ultima edizione, la 74esima, del Festival di Sanremo.

Studentessa al quinto anno del Liceo Classico Vieusseux di Imperia, Elisabetta studia il violino da 10 anni e si è diplomata al conservatorio Royal School di Londra. Fa parte dell’orchestra “Note Libere” di Fabrizio Ragazzi, alla scuola Città della Musica di Sanremo.

Da Imperia all’orchestra del Festival di Sanremo: le emozioni della violinista Elisabetta Cresta

“È stata un’esperienza quasi surreale, bellissima racconta Elisabetta a ImperiaPost – ora tornare alla normalità sembra davvero strano, dato che per un mese e mezzo è stato come vivere in un mondo a parte. L’atmosfera era di grande entusiasmo e voglia di dare il massimo. Mi sono trovata benissimo sia con i colleghi dell’orchestra, sia con i cantanti, sia con tutto lo staff. Da parte di tutti ho ricevuto molta disponibilità e gentilezza”.

Qual è stato il momento più bello o emozionante?

“Sicuramente il più emozionante l’ho vissuto la prima serata, pochi minuti prima dell’inizio della diretta, quando ci hanno comunicato che stavamo per andare in onda. Non lo dimenticherò mai.

L’ultima serata c’è stato un attimo di tristezza collettiva, io e molti altri ci siamo messi a piangere, rendendoci conto che dopo essere stati insieme giorno e notte per tanto tempo ci stavamo per salutare. Spero però mi possa ricapitare di vivere questa esperienza”.

Come eravate organizzati durante la settimana del Festival?

“La mattina iniziavamo le prove alle 11, avevamo poi una pausa pranzo e alle 14 ricominciavamo con le altre prove. La maggior parte erano prove con i cantanti in gara, ma provavamo anche per gli stacchetti, gli ospiti e la sigla. Dipendeva dalla giornata. Amadeus era sempre presente per assistere e assicurarsi che tutto andasse bene.

Durante il pomeriggio, a scaglioni, ci assentavamo per il trucco e parrucco, che poteva durare anche un’ora e mezza. Poi, alle 19, facevamo un’altra pausa per la cena al volo, recapitata direttamente in teatro, ci cambiavamo e alle 20.10 dovevamo essere pronti. Come sapete, la serata iniziava alle 20.40 e poi poteva finire anche alle 2/2.30. I ritmi erano molto intensi, riuscivamo ad andare in bagno, bere o mangiare qualcosa nelle pause pubblicitarie”.

Quali canzoni suonavi con più piacere?

“Devo dire che le suonavo tutte con molto piacere. Sicuramente il brano che ha vinto, ‘La noia’ di Angelina Mango, mi è piaciuto fin dall’inizio, era molto divertente da suonare. Anche  anche ‘Ma non tutta la vita’ dei Ricchi e Poveri aveva un bel ritmo divertente, ci teneva allegri”.

Hai ricevuto complimenti o commenti dai cantanti?

“Sì, tutti i cantanti dopo le prove si rivolgevano a noi ringraziandoci e facendoci i complimenti per la professionalità. In particolare, a un certo punto ho incontrato Geolier da vicino e quando ha saputo che ero la più giovane dell’orchestra è rimasto colpito e mi ha fatto i complimenti. Lo stesso ha fatto Bresh. Mi ha fatto molto piacere. Amadeus era molto concentrato, ma anche lui veniva a salutarci e a ringraziarci per il lavoro.

Un momento molto carino che ha spezzato le lunghe giornate di lavoro è successo una volta dopo le prove di Geolier, quando il direttore della canzone ci ha portato dei vassoi di paste napoletane. Sono stati bei momenti di socializzazione e di condivisione con gli altri membri dell’orchestra che non dimenticherò”.

 

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