“Bugo non mi ha nemmeno salutato e questo la dice lunga sulle nostre posizioni. Da una parte c’è la mia posizione umana e dialogante assolutamente normale, dall’altra parte c’è qualcosa di un po’ inquietante“. Queste le parole di Marco Castoldi, in arte Morgan, oggi comparso in aula in Tribunale a Imperia, dinnanzi alla giudice Marta Maria Bossi e il PM Andrea Pomes, dopo che il collega Bugo (Cristian Bugatti), lo ha denunciato per diffamazione.
Imperia: processo per diffamazione, Morgan e Bugo in Tribunale a Imperia
Nel mirino dell’accusa sono finite alcune interviste del 2020 (durante una conferenza stampa e nel programma televisivo “Non è la D’Urso” in tre occasioni diverse) in cui Morgan avrebbe diffamato il collega.
Nel dettaglio, l’accusa contesta a Morgan di aver apostrofato Bugo con le seguenti espressioni, “dilettante, figlio di putt**a , incapace di tenere il palco, pronto a vendere la madre per il successo, stupida testa di ca**o, str***o terrorista, mentecatto, plagiato, massacratore e stupratore di canzoni, uno che non ce la farà mai”.
Il contesto è quello della lite, divenuta storica, tra Morgan e Bugo durante la quarta serata del Festival di Sanremo 2020, quando Morgan modificò il testo della canzone in gara e Bugo abbandonò il palco lasciando senza parole il pubblico e i presentatori, Amadeus e Fiorello. Nei giorni successivi a quel fatto Morgan rilasciò alcune interviste a seguito delle quali Bugo ha deciso di sporgere denuncia per diffamazione.
Nella giornata di oggi i due artisti si sono ritrovati in Tribunale a Imperia, rispondendo alle domande del giudice Marta Maria Bossi. Nel corso dell’udienza Morgan ha rinnovato le scuse a Bugo, già espresse in un articolo sul Corriere della Sera, respinte però da Bugatti, che ha rifiutato anche il risarcimento proposto dalla difesa di 3 mila euro. Marco Castoldi, che borbottava mentre parlava il collega, è stato più volte ripreso dalla giudice.
Anche il PM ha espresso la stessa valutazione di Bugatti, considerando insufficienti le scuse e la proposta di risarcimento. La giudice ha perciò disposto l’avvio del dibattimento previsto per il 30 aprile.
Usciti dall’aula, Bugo ha deciso di non fermarsi a parlare con i cronisti, mentre Morgan ha rilasciato alcune dichiarazioni insieme al suo avvocato.
Morgan all’uscita dal Tribunale di Imperia
“La cosa che mi ha fatto molto effetto è che Bugo non mi abbia nemmeno salutato e questo la dice lunga sulle nostre posizioni. Da una parte c’è la mia posizione umana e dialogante assolutamente normale, dall’altra parte c’è qualcosa di un po’ inquietante. Lui dice che è rimasto turbato. Deve dirlo perchè è la motivazione della denuncia, non è così invece.
Avevo già fatto le mie scuse in passato e oggi le ho riproposte. Da una parte c’è chi vuole essere disponibile a un dialogo a una trattativa, un qualsiasi riallaccio del rapporto dall’altra parte no. C’è dignità, c’è senso della gentilezza, della correttezza, di che cosa significa essere degli esseri umani, comportarsi bene. Quando le scuse vengono date, chi le rifiuta compie qualcosa di poco gentile, poco umano. Io preferisco essere dalla parte di chi accetta le scuse e di chi le fa. Il perdono è una virtù”.
L’avvocato di Morgan aggiunge: “Abbiamo due giudizi paralleli, c’è un giudizio civile che riguarda il cambio testi e violazioni dei diritti d’autore, quello che lui narrava oggi, ma qui siamo per delle espressioni che lui asserisce diffamatorie, che noi abbiamo contestualizzato con produzioni di video integrali di quelle interviste, che a nostro avviso non sono diffamatorie. Ritenevamo questa offerta congrua proprio in proporzione a quello che era il contesto di riferimento in cui sono state stato dette.
Abbiamo chiesto più volte quale fosse stato il danno che non ci è mai stato riferito in sede di interlocuzione. Oggi ci parla di tutt’altro tema che riguarda il patimento per il cambio versi, il discorso che riguarda un giudizio civile. Andremo avanti e affronteremo il procedimento. Aveva fatto delle scuse in ottica di distensione e apertura pacifica”.