22 Dicembre 2024 04:01

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Imperia: Morgan denunciato per diffamazione, lo sfogo di Bugo in aula. “Ho lasciato un pezzo di anima su quel palco, danno professionale e psicologico irreparabile”

In breve: Bugo ha denunciato il collega per diffamazione, in particolare per alcune interviste rilasciate da Morgan nel 2020

Non intendo rimettere querela, il risarcimento non posso accettarlo perché il danno professionale e psicologico che ho avuto è irreparabile dal mio punto di vista“. Queste le parole di Cristian Bugatti, in arte Bugo, pronunciate oggi in aula in Tribunale a Imperia, dinnanzi alla giudice Marta Maria Bossi e il PM Andrea Pomes, al collega Morgan (Marco Castoldi).

Bugo ha denunciato il collega per diffamazione, in particolare per alcune interviste rilasciate da Morgan nel 2020 (durante una conferenza stampa e nel programma televisivo “Non è la D’Urso” in tre occasioni diverse) in cui si riferiva al primo con le seguenti espressioni: “dilettante, figlio di putt**a , incapace di tenere il palco,  pronto a vendere la madre per il successo, stupida testa di ca**o, str***o terrorista, mentecatto, plagiato, massacratore e stupratore di canzoni, uno che non ce la farà mai”.

Il contesto è quello della lite, divenuta storica, tra Morgan e Bugo durante la quarta serata del Festival di Sanremo 2020, quando Morgan modificò il testo della canzone in gara e Bugo abbandonò il palco lasciando senza parole il pubblico e i presentatori, Amadeus e Fiorello. Nei giorni successivi a quel fatto Morgan rilasciò alcune interviste a seguito delle quali Bugo ha deciso di sporgere denuncia per diffamazione.

Imperia: processo per diffamazione, Morgan e Bugo in Tribunale a Imperia

Nella giornata di oggi i due artisti si sono ritrovati in Tribunale a Imperia, rispondendo alle domande del giudice Marta Maria Bossi. Nel corso dell’udienza Morgan ha rinnovato le scuse a Bugo, già espresse in un articolo sul Corriere della Sera, respinte però da Bugatti, che ha rifiutato anche il risarcimento proposto dalla difesa di 3 mila euro. Marco Castoldi, che borbottava mentre parlava il collega, è stato più volte ripreso dalla giudice.

Anche il PM ha espresso la stessa valutazione di Bugatti, considerando insufficienti le scuse e la proposta di risarcimento. La giudice ha perciò disposto l’avvio del dibattimento previsto per il 30 aprile.

Usciti dall’aula, Bugo ha deciso di non fermarsi a parlare con i cronisti, mentre Morgan ha rilasciato alcune dichiarazioni insieme al suo avvocato.

Ecco le dichiarazioni dei due cantanti davanti al giudice

Cristian Bugatti “Bugo” in aula

“Nel momento in cui bisognava presentare le partiture, Castoldi voleva non solo cantare ma anche suonare il piano forte e dirigere l’orchestra, dovevamo sistemare le partiture per l’orchestra e undici volte sono state rigettate dal direttore dell’orchestra di Sanremo, quindi mi sono ritrovato a non aver mai provato la canzone, nemmeno il pomeriggio stesso ho provato.

Non volevo dilungarmi, ma era per spiegare l’impatto emotivo che hanno avuto non solo queste affermazioni, ma il contesto è più ampio. Mi sono sentito distrutto completamente, dal punto di vista emotivo. L’uscita dal palco. Ho lasciato un pezzo di anima su quel palco.

Successivamente veder usato il mio nome in quel modo, in quelle trasmissioni davanti a milioni di persone, in modo anche reiterato, continuativo, insistente, ha portato tutta un’onda nei miei confronti, anche successiva, che mi ha creato un disagio psicologico enorme. Tanto che faccio fatica a parlarne.

Non intendo rimettere querela, il risarcimento non posso accettarlo perché il danno professionale e psicologico che ho avuto è irreparabile dal mio punto di vista”.

Marco Castoldi “Morgan” in aula

“Pare di capire che la questione è che si sia sentito offeso perchè ha interpretato determinate mie affermazioni. A mia discolpa posso garantire che non si trattava di ingiurie. Era un linguaggio iperbolico che tra l’altro lui conosce, fa parte anche della mia stessa professione.

Sono dispostissimo a chiedere scusa come ho già fatto in varie sedi motivando che si trattava di una circostanza particolare e che quando anche nella mia bocca sono state intese determinate parole, come ad esempio la più grave delle quali a mio parere è figlio di p… Questa espressione è un’ingiuria che io ho detto a lui personalmente e quando il giornalista mi ha chiesto se fosse vero io l’ho confermato, ma non stavo certo offendendo in quel momento. Quindi, se lui me lo permette, perché stamattina quando mi ha visto non mi ha neanche salutato, è impossibile chiedere scusa quando non si accorge che tu esista, però se le vuole accettare io le faccio anche comunque. Io sostengo le mie ragioni, ma non ho nessun problema a chiedere scusa, nè pubblicamente, né personalmente”.

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