A Imperia un appartamento nuovo, in media, nelle zone centrali della città costa dai 2.400 ai 3.500 euro al metro quadro, un dato simile a quello di Ventimiglia, mentre le cifre salgono a Bordighera e Sanremo. Ma il vero problema è che è crollata ovunque la disponibilità di case in affitto a lungo termine, a favore di affitti per case vacanza.
A Imperia alloggi nuovi a partire da 2.400 euro al metro quadro nelle zone centrali. Le cifre salgono a Sanremo e Bordighera
I dati emergono dal report riferito al 2023 di Fiaip, la Federazione italiana Agenti immobiliari professionali, presentato questa mattina nella sala riunioni di Confindustria a Imperia.
Davide Perrera presidente provinciale Fiaip
Spiega il presidente provinciale di Fiaip Davide Perrera: “Noi abbiamo avuto l’ausilio di tutti i colleghi agenti immobiliari sparsi sul territorio che hanno, hanno il tatto, praticamente conoscono il polso del mercato, quindi sono i soggetti più adatti a rilevare i valori di mercato.
Siamo soddisfatti di questa operazione che è voluta da Fiaip nazionale e si sviluppa su tutto il territorio nazionale. Siamo a presentare i dati del 2023 che hanno tenuto i dati dei valori immobiliari, che hanno tenuto, nonostante un sensibile calo nel numero di compravendite.
Ma la richiesta c’è, soprattutto per le case da investimento, quelle che magari poi vengono messe come affitti brevi. La clientela, come dicevo prima, è sia a livello di italiani del Nord Ovest, principalmente piemontesi e secondariamente di lombardi.
Ma è cresciuta anche la richiesta da parte degli stranieri, soprattutto del Nord Europa, svedesi, norvegesi e francesi anche, che si rivolgono anche al nostro mercato e conoscono già molto meglio il nostro territorio.
La nostra Riviera dei Fiori, il nostro ambiente, il primo entroterra, la pista ciclabile. Tanti punti di interesse per i vicini francesi”.
Maurizio Agnesi, responsabile di Monitora
Sottolinea Maurizio Agnesi responsabile locale di Monitora e segretario regionale della Fiaip: “Così come a livello nazionale, c’è stato un calo delle compravendite. Dopo il discorso del Covid ovviamente nel 2022 c’era stato un aumento perché durante il Covid in quei due anni si era stoppato un po il mercato immobiliare. Così è stato poi compensato con questa ripresa.
Ovvio che subito dopo, come l’anno che si è appena andato concludere, c’è stato appunto questo questo calo. L’altra cosa importante dei cali è data sicuramente dal tasso dell’inflazione, dall’aumento dei tassi dei mutui. Erogando meno mutui, c’è stata meno domanda. Questo ha influito parecchio.
Per quanto riguarda il discorso affitti, per quello a lungo periodo c’è da dire che non si trovano veramente a livello nazionale, ma anche a livello provinciale ormai affitti a lungo periodo, affitti, uso residenziale.
Proprio perché chi non ha potuto comprare, ovviamente si riversava sul discorso del mercato dell’affitto, però si trovava un muro. Nel senso che oramai tutti stanno facendo un discorso di mettere a reddito i propri appartamenti con un discorso di affitto casa vacanze, quindi affitto a breve periodo.
Quello che io consiglierei, così come ha fatto il nostro presidente nazionale Gian Battista Baccarini, sarebbe quello di incentivare anche a livello governativo un qualcosa; di mettere, diciamo, a uso residenziale certi discorsi, come non so, caserme, strutture, edifici, proprio per cercare di mettere più offerta di immobili, perché altrimenti la gente veramente non sa più dove dove andare ad abitare. Questo è un grave problema sociale”.
Paolo Prato presidente regionale e provinciale di Confedilizia
Dice il presidente di Confedilizia Paolo Prato: “C’è comunque una crescita delle compravendite finalizzate ad alloggi da mettere a reddito, ovvero per affitti brevi e locazioni turistiche. Questo è senz’altro uno dei problemi che è connesso alla crisi abitativa, però non è la causa diretta della crisi abitativa.
Perché c’è una tendenza a comprare aggi da mettere a reddito? C’è una decrescente fiducia nel concludere contratti quattro più quattro e tre più due.
Soprattutto durante il Covid, come ricorderete non c’era la possibilità di far eseguire gli sfratti e quindi i proprietari case hanno perso fiducia, diciamo un po’, nella gestione da parte dello Stato centrale.
Ancora, altre cause senz’altro sono nella politica di gestione degli sfratti, che dovrebbe essere senz’altro riformata dal centro. È troppo lungo ottenere uno sfratto da parte di un proprietario case.
La soluzione non è nel colpire gli affitti brevi, ma assolutamente nell’incentivare gli affitti lunghi con una detassazione. Senz’altro una soluzione può essere quella di creare un tavolo fra i Comuni e le associazioni di rappresentanza territoriali per fare sinergia, per risolverla”.