22 Dicembre 2024 02:02

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Diano Marina ricorda Lidia Poët: in biblioteca la storia della prima avvocata italiana. “Ha combattuto per il diritto di voto delle donne. Parità di genere? Dati non ci fanno essere molto felici” /Foto e Video

In breve: Una importante occasione di confronto e di riflessione sulla parità di genere, tra vecchie esperienze e nuove proposte.

Diano Marina rende omaggio a Lidia Poët, la prima donna a entrare nell’Ordine degli Avvocati in Italia, in occasione del settantacinquesimo anniversario della sua morte avvenuta il 25 febbraio 1949 proprio nella “Città degli Aranci”.

Diano Marina ricorda Lidia Poët

L’incontro si è svolto questo pomeriggio, 5 marzo, presso la Biblioteca Civica “A.S. Novaro”. Una importante occasione di confronto e di riflessione sulla parità di genere, tra vecchie esperienze e nuove proposte.

Hanno preso parola l’assessore dianese Sabrina Messico, Raffaella Ranise, storica e scrittrice imperiese, Laura Amoretti, Consigliere di Parità della Regione Liguria, Carla Zanelli, Presidente dell’Associazione Donne Giuriste Italia di Savona e Daniela Gandolfi, Direttrice del Museo e della Biblioteca dianese.

Per l’occasione si è voluta ricordare la Giornata internazionale dei diritti delle donne che si celebrerà in tutto il mondo l’8 marzo, con le tante donne impegnate nell’impresa, nel sociale, nella cultura e nell’avvocatura del golfo dianese.

Laura Amoretti – Consigliere di Parità

Siamo molto felici oggi in questo mese, nel mese del percorso delle donne, perché non mi piace chiamare la festa delle donne, perché ahimè i dati oggi non ci dicono che ci sia molto da festeggiare.

È importantissimo ricordare quindi questa donna, prima avvocata d’Italia, perché è stata una donna che non solo ha rivendicato questa professione, che se pensate lei classe 1855 e si è potuta iscrivere all’università solo dopo il 1876 perché non era possibile per una donna accedere alle facoltà universitarie.

Lei ha combattuto molto per rimendicare questa professione il diritto alla professione ma ha fatto molto di più.

Lidia è stata una donna che ha combattuto per il diritto di voto delle donne e quindi se le nostre 21 donne costituenti nel momento in cui hanno avuto modo di sedersi e scrivere la nostra costituzione, penso che molto lo dobbiamo anche a Lidia. Trovarci qui oggi in questo marzo a ricordarla mi sembra da donna doveroso.”

Com’è la situazione adesso? Si è raggiunta la parità di genere?

“Diciamo che si parla molto di parità di genere, ma i dati non ci fanno essere molto felici di quello che è stato fatto. È stato fatto in realtà un lunghissimo percorso perché in questi giorni si ricordano molto, le ho citate prima, le 21 donne costituenti che dal 1948 in poi, hanno insieme ad altri creato molto sulla normativa della parità di genere.

I dati però non sono dei migliori. Perché comunque ancora in Italia il tasso di disoccupazione femminile è ancora elevato, il rischio delle dimissioni delle donne lavoratrici madri è elevatissimo.

Il carico di cura è ancora a carico della donna, il part-time è ancora a carico della donna. Le donne quindi vengono meno ritribuite rispetto agli uomini a parità anche di ruolo.

Perché? Perché chiedono il part-time, perché hanno la 104, quindi hanno magari meno possibilità di progredire. C’è questo soffitto di cristallo a cui oggi si aggiunge un’altra metafora del pavimento appiccicoso, perché ti tiene radicata a quel determinato ruolo e non ti fa avanzare nella progressione di carriera.

Ci stiamo lavorando, stiamo lavorando tutti, sicuramente una norma importante è quella della legge 162 del 2021 che ha portato quella che nelle aziende sia pubblica che privata si dice certificazione di genere, cioè indurre il mercato del lavoro, indurre le aziende sia pubbliche che private a rispettare la parità di genere all’interno delle proprie aziende.

Questo permette da un lato alle aziende, anche agli enti pubblici, di avere degli sgravi contributivi o dei punteggi maggiori, ad esempio sul PNRR, sui vari bandi. Ma questo per noi diventa importante. Uno perché lo stare bene su un luogo di lavoro, essere rispettati nelle proprie competenze, nella propria dignità di essere lavoratore e lavoratrice, permette comunque il benessere organizzativo. Un clima migliore in azienda e quindi anche un profitto per la stessa azienda.

Per noi, dal nostro lato, che tutti insieme lavoriamo per la parità di genere, vuol dire iniziare veramente a creare, a fare il salto, quello del creare la cultura della parità di genere. Perché finché noi non creiamo un percorso culturale forte, sarà difficile raggiungere la parità. “

La scrittrice Raffaella Ranise racconta la storia di Lidia Poet

“Facciamo i complimenti al Comune di Diano Marina, all’assessore Messico e anche a Daniela Gandolfi della Biblioteca per questa lodevole iniziativa.

Per chi ha studiato giurisprudenza, ma per tutti questa figura è molto importante, perché lei ha avuto la possibilità di studiare, si è laureata, ha esercitato la pratica e quindi ha sostenuto l’esame è stata iscritta dal Consiglio dell’Ordine di Torino all’Ordine degli Avvocati. Quindi per tre mesi, nel 1883, ha avuto la possibilità di esercitare la professione.

Poi però è stato fatto ricorso e la Corte di Appello di Torino, tre mesi dopo, ha con delle giustificazioni inammissibili, possiamo dire, cancellato questa donna, questa paladina dall’ordine degli avvocati.

Innanzitutto si diceva che era una professione assimilabile ad un pubblico ufficio e le donne non potevano svolgerlo. Ma che cosa sconvolge, ne parleremo in dettaglio, è soprattutto le motivazioni. Cioè una donna era di salute cagionevole, così dicevano, oppure una donna durante i giorni del ciclo mestruale non aveva la stessa capacità di un uomo nel svolgere la propria funzione. Ma soprattutto poteva anche distrarre il giudice così si dice in questa motivazione. Oppure poteva non essere adatta la donna onesta a trattare determinati argomenti.

Questo comunque è lo specchio di un’epoca era la fine dell’ottocento e di lì a poco con lo scoppio della prima guerra mondiale le donne hanno iniziato a raggiungere livelli, a lavorare nelle fabbriche, ma soprattutto hanno con il movimento delle suffragette in tutta Europa cercato di affermare i diritti delle donne.

La nostra Lidia è vero, solo nel 1920 riesce a essere riammessa all’ordine degli avvocati, ma in realtà per tutta la vita lei ha difeso i deboli, ha difeso le persone in difficoltà, i minori, le donne magari con tante difficoltà e questo è importante anche ai giovani d’oggi raccontare Lidia Poet”.

Parla l’Avvocato Carla Zanelli

“Sono molto contenta di questo convegno perché è una collega che ha aperto la strada a tutte le donne avvocato e quindi è importante ricordarla, sapere che era un avvocato molto preparato e che purtroppo non ha potuto esercitare fino al 1920, quindi fino all’età di 65 anni, non perché non esistessero delle leggi che glielo impedivano, ma soltanto perché c’era una cultura maschilista.

Oggi per fortuna è cambiata la situazione delle donne avvocato, siamo quasi la metà rispetto ai colleghi, l’unico problema che abbiamo è a livello retributivo, perché veniamo pagate meno dei colleghi uomini”.

Conclude l’Assessore Sabrina Messico

“L’occasione per festeggiare da una parte il compleanno che si è svolto da poco della Lidia Poet, dall’altra l’8 marzo che è la festa della donna. Abbiamo scelto una data intermedia perché già lo scorso anno avevamo iniziato questo percorso per commemorare questo primo avvocato italiano che è entrato appunto nell’ordine degli avvocati con la scrittrice Ricci che ci ha presentato il suo testo biografico sulla Lidia Poet.

Quest’anno ripromettendoci appunto di proseguire questo percorso con la collaborazione della consigliera delle pari opportunità Laura Moretti e della scrittrice Raffaella Renise portiamo avanti questo omaggio a una donna che non solo ha combattuto per i suoi diritti rivolti alla sua istruzione e all’istruzione di tutte le donne ma anche per la parità, per gli emarginati, per i bambini, per tutti coloro che in quell’epoca ma anche oggi soffrivano di una discriminazione.

Quindi un argomento tuttora attuale, tant’è che era anticipataria rispetto ad argomenti che poi sono stati affrontati molti decenni dopo, come il divorzio, come il voto alle donne.

Quindi abbiamo voluto citare questa avvocatessa perché è l’emblema proprio della nostra zona, perché lei aveva a cuore Diano Marina. E addirittura ha deciso di morire qui a metà degli anni del 1900.

Quindi questa giornata è dedicata a lei con la collaborazione di tutte le nostre donne che hanno un ruolo rilevante nella nostra società e nel nostro territorio”.

Lidia Poët partecipò attivamente ai movimenti di inizio ‘900 che sostenevano l’emancipazione femminile. Fu l’unica donna a iscriversi alla facoltà di giurisprudenza presso l’università di Torino dove si laureò nel 1881 con una tesi sulla condizione femminile nella società e il diritto di voto per le donne.

Dopo due anni di praticantato presso uno studio legale di Pinerolo, superò l’esame di abilitazione alla pratica forense e ottenne l’iscrizione all’albo degli avvocati ma la Corte d’Appello di Torino ne ordinò la cancellazione dall’elenco, motivando ancor più Lidia Poët nella sua battaglia per i diritti delle donne, degli emarginati, dei minori e dei carcerati.

La sua lunga attività diede fondamentali contributi per la realizzazione dell’attuale diritto penitenziario grazie anche alla sua partecipazione ai Congressi Penitenziari Internazionali dove ricoprì ruoli di rilievo per ben trent’anni, occupandosi dei diritti dei detenuti e dei minori, promuovendo l’istituzione dei tribunali dei minori e affrontando il tema della riabilitazione dei detenuti attraverso l’educazione e il lavoro.

Un grande esempio di impegno per la parità di genere quanto ancora non se ne discuteva. La giurista si spense a Diano Marina a 94 anni, presumibilmente nel vecchio ospedale Ardoino Basso, di via XX settembre. 

A cura di Alessandro Moschi

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