Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Compagnia di Ventimiglia hanno tratto in arresto un uomo e una donna responsabili di furto aggravato di rame dai magazzini della ferrovia nel sedime ferroviario attiguo al parco Roja.
L’uomo, un trentasettenne di origine campane già noto alle forze dell’ordine e sua moglie di trentacinque, entrambi residenti a Ventimiglia, verso le 16.00 di ieri pomeriggio sono stati notati all’interno dell’area demaniale sottostante la tratta ferroviaria Ventimiglia/Cuneo, intenti ad armeggiare con un flessibile su alcune grosse bobine di quelle comunemente utilizzate per stendere i cavi ferroviari.
Allertati dal 112 e subito intervenuti, i Carabinieri della Stazione di Ventimiglia hanno colto sul fatto la coppia che aveva già iniziato a caricare l’auto con i cavi di rame, ma ben più consistente sarebbe stato il loro bottino se non fossero stati fermati dai militari che, poco distante dal mezzo, hanno notato un flessibile a batteria e un consistente quantitativo di cavi già tagliato, accatastato e pronto per essere caricato.
Portati in caserma, dopo le formalità di rito i due sono stati accompagnati al loro domicilio in stato di arresto e, dopo la convalida, si trovano adesso a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dovendo rispondere del reato di furto aggravato di componenti metallici sottratti a infrastrutture destinate ai trasporti.
Nella nottata di ieri, invece e sempre a Ventimiglia, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, coadiuvati da personale della Polizia di Stato del Commissariato di Ventimiglia, hanno tratto in arresto in flagranza di reato per resistenza a Pubblico Ufficiale un quarantenne di nazionalità rumena, anch’egli già noto alle forze dell’ordine.
Intervenuti in forze a seguito di una accesa lite condominiale, l’uomo, in palese stato di alterazione per eccessiva assunzione di bevande alcoliche, ha ripetutamente minacciato con un martello gli operanti. Immediatamente immobilizzato e portato in caserma, dopo le formalità di rito lo straniero è stato condotto al Tribunale di Imperia, processato per direttissima e condannato alla pena di otto mesi di reclusione.