I consiglieri di minoranza Daniela Bozzano e Loredana Modaffari intervengono con una nota per rispondere a Rita Elena, Presidente della Commissione V° Condizione femminile e pari opportunità del Comune di Imperia. Al centro del dibattito il commento sessista del preside del Liceo Vieusseux, Paolo Auricchia.
Imperia: consiglieri Bozzano – Modaffari replicano a Rita Elena
Doverosamente rispondiamo alla nota della Presidente della Commissione V° Condizione femminile e pari opportunità del Comune di Imperia Rita Elena, purtroppo, a quasi un anno dalla costituzione, mai convocata, neppure in occasione della giornata internazionale della donna, che rappresenta a livello globale un momento, non solo per celebrare i progressi economici, politici e sociali delle donne, ma, soprattutto, per evidenziare i passi ancora da compiere ed individuare strategie serie.
Il comunicato, infatti, fa chiaramente riferimento alla critica spontanea espressa nei confronti della classe dirigente di Imperia, o per lo meno della gran parte della stessa, per cui, invitiamo la Dottoressa Elena, da un lato ad attivare l’importante Commissione Consiliare assumendo iniziative concrete, e dall’altro ad accedere semplicemente al sito wikipedia per ottenere la definizione di dirigente scolastico, così chiarendosi che il dirigente scolastico è un “dirigente della pubblica amministrazione italiana preposto al vertice di una scuola in Italia”, e che, in base al CCNQ per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale, i dirigenti delle istituzioni scolastiche appartengono all’Area dirigenziale dell’Istruzione e della Ricerca.
Il dottor Auricchia è, quindi, indiscutibilmente un esponente della classe dirigente, quella classe che domina le strutture politiche, economiche, sociali e culturali di una nazione, di una Regione, di un Comune.
E l’invocato contesto culturale di riferimento rende solo più grave il comportamento dell’uomo in oggetto, essendo il ruolo dallo stesso ricoperto fondamentale perché la scuola è il luogo in cui gli studenti, non solo vengono formati, ma nutriti culturalmente e incoraggiati civicamente. E il “libero pensiero” incontra un limite nel rispetto dei diritti fondamentali, della dignità umana e della non discriminazione.