Si è fermato in Piazza della della Vittoria il corteo degli studenti che questa mattina, partendo da Piazza Roma, ha protestato contro le parole sessiste del preside del Liceo Vieusseux di Imperia, Paolo Auricchia.
Imperia: commento sessista, la protesta degli studenti si ferma in Piazza della Vittoria
Gli studenti a turno hanno preso parola per esprimere le proprie opinioni in merito alla vicenda che ha scosso il mondo della scuola, con prese di posizione anche da parte di esponenti politici locali e regionali.
Sono intervenuti il rappresentante di istituto Alessandro Demasi, Lupita Bravo, Elia Bonavera, Anna Vianello, Ginevra Stefani Zerbone, Zoe De Benedetti e Sofia Leonardi. Oltre agli studenti hanno espresso alcune considerazioni anche Federica Novelli, rappresentante dei genitori, la consigliera di parità Laura Amoretti e la consigliera di Imperia Rinasce, Daniela Bozzano.
Parla il rappresentante di istituto Alessandro Demasi
“Noi non ci sentiamo correttamente salvaguardati e guidati dal nostro Presidente – dichiara Alessandro Demasi – e vogliamo rispondere alle sue affermazioni che nonostante tutti i tentativi di instaurare un rapporto tra gli studenti di reciproca collaborazione, mi riferisco al rapporto tra studenti, professori e dirigenza, ci siamo trovati davanti ad un muro di gomma, insensibile alle nostre richieste e proposte per migliorare non solo il nostro ambiente di lavoro, ma anche quello dei docenti e quello suo, ovvero quello della scuola. Dimissioni!”.
Racconta la studentessa Lupita Bravo
“L’8 marzo è stata fatta una conferenza– aggiunge Lupita Bravo – riguardo ai passi verso l’emancipazione della donna. Proprio io, insieme a miei tre amiche e compagne, ho parlato della donna in ambito sportivo.
Ho imposto il mio discorso di fronte a tante persone, fiera dell’impegno messo in ciò che ho scritto e consapevole dell’importanza di quelle parole.
E poi arriva proprio colui che ci rappresenta, scolasticamente, ad esprimere un’opinione in contrasto con tutto ciò che noi studenti abbiamo detto in questa conferenza.
Sono inutili gli applausi e le congratulazioni per il lavoro fatto per la giornata dell’8 marzo, se poi tutti gli altri giorni dell’anno non c’è rispetto e si ha la faccia tosta di scrivere commenti maschilisti di questo tipo.
È un insulto verso tutte le donne e verso chi veramente si è impegnato per questa conferenza”.
L’intervento di Anna Vianello, della Rete degli Studenti Medi di Imperia
“Caro preside – racconta Anna Vianello – oggi siamo qui in piazza perché non possiamo e non vogliamo accettare che pensieri e parole come le sue, figlie di una società patriarcale, circolino nelle nostre scuole, luoghi che hanno lo scopo di tutelare noi ragazze e noi ragazzi, oltre che a formarci.
Non possiamo accettare che nel 2024 ci sia ancora il preconcetto di donna che sta a casa a cucinare e a lavare i piatti.
Non possiamo tollerare che una faccenda del genere venga insabbiata con una semplice scusa o che venga mascherata come una battuta.
Vogliamo che nelle scuole venga insegnata la parità e che non vengano rimarcati i concetti patriarcali. Chiediamo le sue dimissioni subito”.
Le parole di Ginevra Stefani Zerbone
“Oggi ho visto veramente una solidarietà femminile che fino all’anno scorso non mi era capitato di notare – dichiara Ginevra Stefani Zerbone – sono veramente contenta che siamo riusciti a riunirci tutti, anche i ragazzi che ci supportano per questa azione ignobile del Preside che non si è posto problema a pubblicare e poi ha smentito dicendo che è solo una battuta.
Volevo semplicemente farvi riflettere. Se noi facciamo una cavolata del genere ricorrono a provvedimenti seri, per lui c’è un 50% di probabilità che non succeda nulla.
Ma io voglio veramente fare un appello perché questa volta vista la gente coinvolta e visto il sentimento che tutti proviamo nei confronti della situazione schifosa in cui ci siamo ritrovati, che facciano effettivamente qualcosa.
Quindi vi chiedo per favore di far sentire la vostra voce ancora di più, perché come hanno scritto su tanti cartelli, la giornata della donna non è solo l’8 marzo, è tutti i giorni. E noi vogliamo qualcosa. Quindi io chiedo e apporto chi lo fa le dimissioni del Preside e gli metto la faccia”.
“È chiaro che il concetto lei lo conosca molto bene, usando i termini del tesoro, parlando di una donna che si è realizzata nel suo lavoro. Non è togliendo la dignità il lavoro di una giovane donna in carriera che dimostra il suo sostegno del diritto delle donne di accedere ad ogni professione, come ha precedentemente dichiarato in risposta alle ultime critiche.
Siamo nel 2024 e continuare a rimarcare concetti figli di una cultura sulla quale gravano anni di ostacoli e complicazioni sul percorso del lavoro possibile è inaccettabile, per lo più da parte della figura essenziale come quella del professore.
L’insegnante è colui che plasma la cultura, che è sempre in ascolto del progresso e che sprona i propri alunni a vedere con occhio critico quello che è il passato e ciò che è il presente.
Perché sì, noi tutti ci offendiamo e usiamo questa rabbia in modo costruttivo, scendendo in piazza e facendoci sentire, urlando a pieni polmoni ad un sistema educativo che non ci sprona a perseguire i nostri obiettivi, quanto a fermarci all’essere chiamate tesoro anche sul posto di lavoro”.
Racconta Sofia Leonardi
“E se ci ritroviamo in un liceo in cui il preside, il dirigente scolastico fa questi commenti?– racconta Sofia Leonardi – È per questo che io mi trovo qua e dico che questa cosa è grave, è grave e mi chiedo di fare il casino di fare casino. Perché dopo 150 anni che abbiamo studiato l’accesso ai licei ancora oggi ci troviamo gente del genere che ci rappresenta”.
Federica Novelli – rappresentante dei genitori
“Allora ragazzi mi sembra che sia stato già detto, tutto e più di tutto – conclude Federica Novelli – Io parlo da mamma più che da rappresentante di istituto e parlo da presidente di un’associazione di genitori che collabora tantissimo con le scuole e facciamo delle cose bellissime con voi.
Mi ripeto rispetto a quello che ha detto il ragazzo prima, ricordatevi che la vostra voce vale tanto quanto la voce di un genitore, di un insegnante e di un preside dentro la scuola.
L’ingranaggio della scuola è un ingranaggio complessissimo ragazzi, difficilissimo da gestire, ma ognuno di voi ha una voce e oggi avete dimostrato che si può farla sentire, ma fate così, ogni giorno ragazzi, io non dico di protestare in corteo, ma alzate la mano e parlate in classe, cercate il professore che vi ascolta, cercate di fare squadra dentro la classe.
La scuola per voi è la vostra società è il vostro mondo prendetevelo in mano ma prendetevelo in maniera sana nel rispetto reciproco con l’amore per quello che state facendo.
Avete un potere in mano che neanche ve lo immaginate usatelo in maniera corretta oggi avete dato dimostrazione che siete stati educati siete stati coesi potete cambiare il mondo della scuola.
Oltre che per queste cose, che alla fine sono cose importanti, ma sono dettagli di una scuola. Tutti i problemi che sono dentro la scuola sono problemi vostri.
Alzate la mano e parlatene, parlatene, venite a parlarne. Noi faremo un convegno capovolto che si intitola La scuola che vorrei, lo faremo a maggio, dove ognuno di voi potrebbe dire la sua opinione sulla scuola che vorrebbe. Venite, fatevi sentire”.
Zoe de benedetti racconta un fatto di razzismo avvenuto a scuola: “Ci sono stati dei commenti razzisti su una mia compagna di classe . Noi immediatamente indignati siamo andati a parlare con il vicepreside che ci ha detto di fare una assemblea. Ma questa cosa non è successa perchè la professoressa in questione ce lo ha impedito provando a farci tacere, a farci quasi terrorismo psicologico per non farci dire nulla dell’accaduto e noi non siamo stati lì, abbiamo parlato, abbiamo chiesto diversi appuntamenti col preside e lui non dico che la difendeva ma quasi, in ogni caso stava sminuendo la situazione e anche tanto, gli abbiamo mandato una lettera con tutto quello che era stato detto in classe, questa lettera era destinata all’interno Consiglio, quindi non solo al Preside, ma anche ai rappresentanti degli alunni, dei genitori e dei professori e questa lettera non è mai stata girata. Noi dopo mesi di assemblee e tutto siamo riusciti a far mettere questa professoressa in malattia perché non abbiamo mollato, ma il Preside sicuramente non c’è tanto d’aiuto in questa situazione“.
Elia Bonavera racconta un episodio accaduto a scuola “Io e la mia classe insieme all’aiuto anche di tutti gli insegnanti abbiamo raccolto beni alimentari e medicine in aiuto alla popolazione ucraina che in quel momento stava sostenendo la guerra. Ci tengo a precisare che era assolutamente un’iniziativa apolitica, era semplicemente un aiuto umanitario che andava a aiutare bambini, ragazze, ragazzi, donne, uomini in difficoltà bombardati. Il problema è stato che il Preside ci ha negato l’uso degli spazi scolastici per stoccare gli alimentari e le medicine e ho dovuto io personalmente mettere a uso i miei locali privati per raccogliere tutti i beni che abbiamo raccolto insieme. E soprattutto ci ha negato anche l’uso del nome della scuola per supportare questa iniziativa. Ma non è la sola iniziativa che ha osteggiato e che ha rallentato. Era per questo che oggi sono qua con voi a manifestare. Grazie a tutti”.