Imperia: alla Biblioteca del Monastero di Santa Chiara l’incontro “Disarmiamo la guerra, sosteniamo la pace”, con Giorgio Beretta/Foto e Video
In breve: Giorgio Beretta affronta il tema della diffusione delle armi in Italia e la spinosa questione dell'esportazione di armi militari in altri Paesi
A.I.FO. Imperia, unitamente alle Sorelle Clarisse e alle Associazioni Arci Prov.le, Libera Rita Atria Imperia, Anpi Comitato Prov.le Imperia, Ass. Culturale Apertamente, Attac Italia, Associazione De Tomaso, Comunità Valdese Imperia, Comunità Islamica Imperia, CGIL Imperia, Centro Sociale La Talpa e l’Orologio, hanno organizzato nel pomeriggio di oggi presso la Biblioteca del Monastero di Santa Chiara al Parasio di Imperia Porto Maurizio l’incontro “Disarmiamo la guerra, sosteniamo la pace – Dagli arsenali bellici alle armi in casa – La legge 185 – Le banche armate. Noi che cosa possiamo fare?”.
Giorgio Beretta affronta il tema della diffusione delle armi in Italia e la spinosa questione dell’esportazione di armi militari in altri Paesi
Il tema della guerra e dei suoi costi sociali ed economici è stato affrontato da GiorgioBeretta, analista del commercio internazionale e nazionale di sistemi militari e di “armi leggere” e dei rapporti tra finanza e armamenti, autore di diversi studi sul commercio degli armamenti e sulla diffusione delle armi in Italia. Beretta è anche autore del libro “Il Paese delle armi. Falsi miti, zone grigie e lobby nell’Italia armata” .
Spiega Giorgio Beretta: “Io sono analista dell’Osservatorio permanente sulle Armi di Brescia e in questo libro parlo della diffusione delle armi in Italia e soprattutto delle zone grigie, perché sono tante le cose che non sappiamo. Non sappiamo ad esempio quante armi ci siano in Italia e quanti siano i legali detentori di armi ed è una cosa che dovremmo sapere tutti e che servirebbe anche per capire se avere un’arma in casa serve davvero alla sicurezza. Quello che vediamo noi è che non è così. In Italia a fronte di 4 o 5 omicidi all’anno per furti e rapine, ci sono più di 40 omicidi fatti da legali detentori di armi, cioè le armi in casa non servono per la legittima difesa, ma servono troppo spesso per la illegittima offesa. La legge è abbastanza restrittiva, il problema è il modo in cui viene applicata. Tutto si basa sul certificato anamnestico, che è un’autocertificazione fatta dalla persona controfirmata dal medico curante, non ci sono esami specifici e specialistici sullo stato di salute mentale delle perone e non ci sono esami tossicologici per verificare se una persona fa uso di sostante psicotrope o di droghe. Certamente c’è un esame sui precedenti penali perché non si vuole dare armi ovviamente a criminali. La legge che il Governo sta cambiando non riguarda tanto il possesso delle armi in Italia, quanto l’esportazione di armi militari. C’è una legge, la 185 del 1990, che vieta l’esportazione di armi a Paesi in guerra e a Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Ciò che il governo vuole fare è porre un veto sui divieti, ma, soprattutto, e questa è la parte peggiore di questo disegno di legge attualmente in discussione alla Camera, è sottrarre tutta una serie di informazioni su quali armi stiamo esportando e a quali Paesi. Sapremo i generici sistemi d’arma, ma non sapremo i tipi precisi. Soprattutto il governo vuole cancellare la lista delle cosiddette banche armate, cioè quell’elenco di banche che tutti gli anni forniscono servizi all’esportazione di armi, soprattutto nei Paesi del Medio Oriente e in quelli i stato di conflitto armato. Per questo abbiamo attivato una campagna nazionale con la Rete Pace e Disarmo in tutti i comuni italiani“.