Assolto in Tribunale a Imperia perchè “il fatto non sussiste”. Questa la sentenza pronunciata dalla giudice monocratica Eleonora Billeri nell’ambito del processo che vedeva sul banco degli imputati un 52enne (difeso dall’avvocato Piera Poillucci) accusato di stalking dalla ex moglie 42enne (costituitasi parte civile e rappresentata dall’avvocato Sabrina Tallone).
Il PM aveva chiesto 2 anni e 2 mesi di carcere e 20 mila euro di risarcimento danni.
Imperia: accusato di stalking dalla ex moglie, assolto in Tribunale perchè “il fatto non sussiste”
La denuncia per stalking risale al 2022, quando era in corso la procedura di separazione giudiziale, nella quale il Tribunale aveva assegnato la casa coniugale al marito, presso cui aveva collocato tutti e cinque i figli della coppia. Il marito, in base alle norme del “Codice rosso”, venne sottoposto al divieto di avvicinamento per due anni.
Nel dettaglio, la moglie lo accusava di controllarla negli spostamenti, di averla fatta pedinare da un investigatore privato, di averle inviato messaggi minacciosi e ingiuriosi, di averla insultata dicendole “putt**a” in più occasioni, anche alla presenza dei figli. In un’occasione le avrebbe telefonato per dirle che non poteva avere una relazione con un altro uomo.
Secondo l’accusa la condotta dell’imputato avrebbe ingenerato nell’ex moglie un timore per la propria incolumità e un perdurante e grave stato di ansia e paura tale da cagionarle attacchi di panico e da dover ricorrere alle cure mediche del pronto soccorso. Comportamenti che l’avrebbero costretta a cambiare le proprie abitudini di vita, a trasferirsi e a ridurre le uscite di casa.
Dopo una lunga istruttoria e dopo la richiesta di 2 anni e 2 mesi reclusione da parte del PM e 20 mila euro di richiesta danni della parte civile, la Giudice Billeri ha pronunciato sentenza di assoluzione “perchè il fatto non sussiste”.
“Nel corso del processo i fatti contestati sono stati smentiti dai parenti della moglie,dall’AssistenteSociale del Comune di DianoMarina e dalla Psicologadell’ASL, già incaricati nell’ambito della separazione e poi sentiti come testimoni nel processopenale – commenta l’avvocato Piera Poillucci – Un fatto come questo offende, non solo il marito pretestuosamente accusato, ma tutte le donne veramente oggetto di atti persecutori. Il procedimento ha fatto emergere che si trattava di accuse infondate e insussistenti rivolte a un padre che ormai dal 2020 si prende cura dei propri cinque figli in via esclusiva”.