“Volevamo esprimere il nostro dissenso per ciò che è avvenuto perché è molto facile fare i forti con i deboli, con chi non si può difendere, ed è anche molto facile normalizzare, banalizzare e giustificare la violenza”. Queste le parole di Giulia Tassone, Rita Ultimare e Biancamaria Ultimare, tre cittadine imperiesi che questa mattina hanno deciso di manifestare la propria opinione sulla vicenda che vede otto operatori sociosanitari indagati per abuso dei mezzi di correzione nei confronti degli ospiti disabili di Villa Galeazza (struttura gestita dalla Cooperativa Jobel e di proprietà della Fondazione ISAH) esponendo alcuni cartelli in via San Giovanni.
Imperia: violenze su disabili a Villa Galeazza, protesta di tre cittadine in via San Giovanni
“Volevamo esprimere la nostra solidarietà nei confronti delle vittime di violenza dell’Istituto Isah e anche nei confronti delle loro famiglie pensiamo che non sia necessario subire un’ingiustizia in prima persona per riconoscerla.
Nessuna di noi tre cittadine ha una disabilità in questo momento della nostra vita, perchè sarebbe bene ricordare che una persona può nascere disabile ma può anche diventare disabile per l’età, per una malattia, per un incidente, quindi è una cosa che dovrebbe interessare tutti e tutte noi, nessuno dei nostri familiari attualmente è disabile, ma ciò non significa che non sia qualcosa che dovrebbe riguardare la comunità secondo noi”.
