“Dell’inqualificabile ragionamento espresso da Marco Scajola durante un dibattito in Consiglio Regionale sul rischio di estinzione della “razza bianca europea” dovuto al calo della natalità, che lo ha portato all’onore delle rubriche del trash della politica, si fa fatica a decidere l’aspetto più deteriore – Così in una il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, in merito alle dichiarazioni, rilasciate in Consiglio Regionale, dall’assessore Marco Scajola.
“Razza bianca europea in via di estinzione”: la condanna di Alleanza Verdi e Sinistra
“Marco Scajola ha scalato la politica locale diventando assessore regionale, puntando spesso sulla retorica del sostegno alla famiglia (con cui si è conquistato molti voti), salvo poi una volta al governo perdere slancio su queste battaglie.
Con il suo ragionamento sul destino della razza bianca europea, che esiste solo nella sua testa ed in quella della peggiore destra italiana ed europea, Scajola è riuscito a mettere in secondo piano l’ordinaria ipocrisia che si coglie nel sentirlo parlare a vanvera della necessità di azioni di sostegno alla famiglia, che poi regolarmente la sua parte politica non mette mai veramente in atto.
Ricordiamo infatti Marco Scajola quando era all’opposizione in Regione e cavalcava la battaglia contro le carenze di investimenti e servizi sanitari nella nostra provincia, mentre oggi, da componente della giunta di Toti, è uno dei responsabili del decadimento della sanità pubblica regionale e provinciale. Una responsabilità sulla quale, la maggioranza che sostiene Toti e i suoi assessori, in primis Scajola, usano il progetto dell’ospedale unico provinciale come operazione mediatica e foglia di fico, per coprire i quasi dieci anni di fallimentare gestione dei servizi sanitari provinciali.
Il fatto che anche un appartenente all’area ritenuta meno conservatrice del centro destra immagini il futuro della nostra società sragionando (come un Lollobrigida della domenica) su inesistenti differenze di razza tra i cittadini che popoleranno il nostro continente, i quali saranno, come avvenuto da sempre nella storia per ragioni diverse, il risultato di una naturale e salutare mescolanza di culture e origini (e non di razze), testimonia che l’unica “razza” già estinta è quella politica dei moderati.
Forse Marco Scajola sull’uso del termine “razza” riferito alla politica dovrebbe maggiormente riflettere, anche in ragione dei riflessi negativi che la pessima fama dello zio Claudio gli ha causato, esponendolo ad un surplus di critiche e ironie nei commenti al suo assurdo intervento.
La brutta vicenda che lo vede coinvolto, lo porta infatti ad essere riconosciuto come esponente del moderno familismo politico, che prevede il “rinnovamento” generazionale della classe dirigente per via dinastica e che consegna al nostro paese politici sempre della stessa razza (e cognome).
Nulla a che vedere con i tempi dei partiti di massa che, basandosi su ben più solide identità di quelle di oggi, erano palestre dove apprendere l’arte della politica e in cui una selezione basata delle qualità dei dirigenti, consentiva di emergere a veri politici di razza.
Parliamo di una politica in cui ogni consapevole o inconsapevole ragionamento sulle razze era bandito per rispetto ai valori della costituzione antifascista, principi ben definiti dai nostri costituenti per mettere al bando le idee che portarono alla vergogna delle leggi razziali fasciste del 1938.
La stessa costituzione i cui valori, quando assumono incarichi pubblici, forse un po’ distrattamente giurano di rispettare anche i politici della razza dell’assessore Scajola”.