23 Novembre 2024 04:23

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23 Novembre 2024 04:23

PROCESSO PORTO IMPERIA. LA DIFESA DI CALTAGIRONE: “NESSUNA TRUFFA. DIRE CHE IL COMUNE NON SAPEVA NIENTE FA CADERE LE BRACCIA”/I DETTAGLI

In breve: Sia l'avvocato Diodà, per Caltagirone, che i legali di Andrea Gotti Lega, Delia Merlonghi e Stefano Degl'Innocenti, tutti dirigenti del gruppo Acquamarcia, hanno chiesto l'assoluzione per i loro assistiti

processo torino

Nuova udienza del processo per truffa aggravata ai danni dello Stato relativo al porto turistico di Imperia. È stato il turno della difesa dell’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone, rappresentata dall’avvocato Nerio Diodà. Nella sua lunga requisitoria, Diodà ha difeso il suo assistito partendo da questioni di natura deontologica. Nel dettaglio, il legale milanese si è soffermato su alcuni appellativi utilizzati dal PM nel corso della sua requisitoria, come ‘cialtrone’, ‘palazzinaro’, per definire Caltagirone. “In tanti anni di carriera non mi era mai successo”. Successivamente Diodà ha spiegato come Caltagirone all’età di 75 anni sia incensurato e a capo di un gruppo come Acquamarcia con un patrimonio di oltre 2.5 miliardi di euro e che se realmente non avesse voluto terminare i lavori, scappando con i soldi, non avrebbe promosso ricorsi al Tar, ma al contrario sarebbe scappato senza tentare in tutti i modi di terminare i lavori.

In merito alla scomparsa dei soldi, proventi dei posti barca, l’avvocato Diodà ha imputato il fatto alla crisi finanziaria e alla crisi immobiliare, sottolineando come la suddivisioni di capitali fosse un’operazione lecita e che l’Acquamarcia non avesse, benché oggetto di numero verifiche fiscali, mai registrato alcuna irregolarità.

Il legale dell’imprenditore romano ha poi identificato nei titolari di posti barca le vere vittime della querelle porto di Imperia. “Hanno perso il posto barca per colpa di questa vicenda messa in piedi senza alcuna prova“.

L’avvocato Diodà non ha risparmiato neanche qualche frecciata al Comune di Imperia, sottolineando come per i presunti artifizi e raggiri, che sarebbero partiti nel corso di una riunione tenutasi negli uffici di Carli, con la proposta della permuta da parte di Piergiorgio Parldi, stia pagando solo Caltagirone, mentre i restanti soggetti sono stati scagionati. “Dire che il Comune di Imperia non sapeva nulla fa cadere le braccia” ha tuonato Diodà, specificando che il Comune di Imperia ha sempre avuto un Sindaco nella Porto di Imperia SPA e che Claudio Scajola ha sempre avuto il pallino della costruzione del porto.

Sia l’avvocato Diodà, per Caltagirone, che i legali di Andrea Gotti Lega, Delia Merlonghi e Stefano Degl’Innocenti, tutti dirigenti del gruppo Acquamarcia, hanno chiesto l’assoluzione per i loro assistiti.

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