Il Comitato “NO al CPR nel Golfo Dianese” risponde alla presunta decisione del Viminale di costituire un CPR a Diano Castello.
“Il Prefetto di Imperia ci ha comunicato che è stato deciso di installare un centro di permanenza e rimpatrio nell’ex caserma Camandone sita nel comune di Diano Castello” si legge nella nota del Comitato. “Non possiamo che opporci con forza a questa scelta tanto assurda quanto scellerata, avvenuta in barba a tutte le nostre manifestazioni di dissenso di questi mesi e che ci hanno visto lottare fianco a fianco con tutti i membri dei consigli comunali del golfo Dianese, di maggioranza e minoranza, insieme ai rappresentanti delle categorie e dei comparti produttivi del nostro territorio e all’ANCI.
Oltre alle azioni svolte dal comitato del No al CPR, il Comune di Diano Marina ha anche commissionato ai suoi consulenti un documento tecnico giuridico inoltrato al Ministro Piantedosi e all’autorità prefettizia, che dimostra quanto sia sbagliato pensare di collocare un centro di permanenza e rimpatrio nel golfo Dianese, ma la mancanza di visione e di conoscenza del nostro territorio e della nostra economia da parte di chi ci governa evidentemente ha prevalso.
Secondo il Prefetto, tra l’altro, se i Comuni collaborassero potrebbero aspirare a non avere sul territorio anche un CAS (centri di accoglienza straordinaria, che possono essere istituiti all’interno di strutture private o pubbliche disponibili sul territorio). Questa è la contropartita offerta dal Prefetto, nel caso in cui i Comuni accettassero senza contestazioni questa decisione.
È semplicemente vergognoso che le autorità governative scelgano la prima realtà turistica della regione tentando di addurre come motivazione quella di risolvere problemi di sicurezza. Come se la soluzione ai problemi di sicurezza comportasse necessariamente coinvolgere un territorio turistico, quando nell’entroterra ci sono innumerevoli aree che potrebbero essere utilizzare senza danneggiare il tessuto commerciale locale. Possibile che da La Spezia a Ventimiglia non siano stati in grado di trovare un’area più adatta allo scopo?
Noi non ci rassegneremo e combatteremo fino alla fine la nostra battaglia: abbiamo programmato una conferenza stampa, ma è solo l’inizio. Rinnoveremo il nostro dissenso in tutte le sedi opportune, scendendo in piazza o ricorrendo al TAR ma anche e soprattutto durante le consultazioni elettorali. Ci ricorderemo in quelle occasioni sia di coloro che hanno preso questa folle decisione sia di coloro che non hanno mosso un dito per evitarla. In ogni caso il comitato fa notare che a oggi nessun atto formale da Roma è pervenuto al Comune di Diano Castello né ad altro ente del territorio”.