22 Dicembre 2024 21:09

22 Dicembre 2024 21:09

Imperia: Commissione Sanità incontra i dirigenti ASL in Comune. “Ospedale Unico sarà una svolta, ma nel frattempo la qualità sanitaria va garantita. Ecco come” / Foto e video

In breve: Hanno preso la parola il direttore generale di Asl 1, la dott.ssa Maria Elena Galbusera, il direttore sanitario, dottor Roberto Predonzani, il direttore sociosanitario dottor Fabrizio Polverini e il direttore amministrativo dottor Michele Brivio.

La Commissione Speciale Sanità del Comune di Imperia è tornata a riunirsi, questa volta alla presenza dei dirigenti dell’Asl 1 imperiese. Tra le tematiche affrontate l’Ospedale Unico, l’Ospedale di Bordighera, la Casa di Comunità di Imperia, i tempi di attesa in Pronto Soccorso, le liste di attesa per le prestazioni mediche.

Dopo i saluti del Sindaco di Imperia Claudio Scajola, hanno preso la parola il direttore generale di Asl 1, la dott.ssa Maria Elena Galbusera, il direttore sanitario, dottor Roberto Predonzani, il direttore sociosanitario dottor Fabrizio Polverini e il direttore amministrativo dottor Michele Brivio.

Presenti al tavolo il consigliere Antonello Ranise (presidente commissione Sanità), il consigliere Alessandro Casano (vicepresidente) e l’assessore ai Servizi Sociali Laura Gandolfo. In aula i consiglieri Giovanni Lazzarini (Prima Imperia) e Andrea Landolfi (Avanti con Scajola), e i consiglieri di minoranza Ivan Bracco (PD), Lucio Sardi (Alleanza Verdi Sinistra), Luciano Zarbano (Indipendenza Imperia Senza Padroni) e Silvia Mameli (Gruppo Misto).

A turno, i consiglieri hanno potuto porre alcune domande ai dirigenti ASL per approfondire le problematiche esistenti sul territorio.

Ospedale Unico, alcuni dati

La struttura si svilupperà su una superficie di 130 mila mq per un volume di 430 mila metri cubi.

La struttura monoblocco sarà costituita da:

  • corpo di accesso (ambulatori, accoglienza, centro prelievi, ecc), superficie di circa 5 mila mq
  • piastra a due piani (area di emergenza/urgenza, area dei servizi, blocco operatorio, parto ed endoscopico e servizi comuni), superficie di circa 40 mila mq
  • corpo degenziale che sormonta la piastra dei servizi, superficie di 36 mila mq.

La struttura sarà DEA di I livello, con mantenimento di Pronto Soccorso presso l’Ospedale di Bordighera.

Piastra avrà servizi con le seguenti principali attività:

  • pronto soccorso
  • blocco operativo (almeno 7 sale operatorie)
  • blocco endoscopico (almeno 5 sale endoscopiche)
  • blocco parto (almeno 5 sale parto/travaglio e 1 sala operatoria)
  • diagnostica per immagini: 3 TAC, 2 RMN, 4 sale angiografiche, 2 acceleratori lineari, 4 diagnostiche radiologiche, 4 ambulatori ecografici, 3 mammografi, 2 MOC
  • Area di laboratorio dotata di Laboratorio di patologia clinica, Laboratorio di Microbiologia, Anatomia Patologica, Centro Trasfusionale.

Direttore generale Asl 1, Dottoressa Maria Elena Galbusera

Dal 18 gennaio la GVM ha iniziato a gestire l’ospedale di Bordighera, l’ospedale rimane di Asl 1, ma la gestione viene affidata a un privato. Gli utenti ricevono un’assistenza analoga a quella che riceverebbero presso qualunque altro ospedale ligure. È inserito nella rete di emergenza, ci sono diversi reparti e la terapia intensiva. Il privato ha investito 4.600.000 euro nell’ambito di diversi settori, dalla risonanza magnetica alla ristrutturazione del blocco operatorio, dalla piastra ambulatoriale alla terapia intensiva e gli adeguamenti impiantistici. Ora c’è un punto di primo intervento, il prossimo step è l’apertura del pronto soccorso prevista per il 30 aprile, che potrà gestire tutti i codici anche i più gravi, attivo 24 ore su 24. Così si completerà la copertura territoriale.

L’ospedale di Imperia accusa gli effetti del tempo e necessita di continui lavori in attesa che diventi operativo il nuovo ospedale del ponente ligure che verrà realizzato a Taggia. L’ospedale unico ha una storia lunga e complessa che inizia nel 2007 con l’avvio dello studio di fattibilità. Da quel momento intervengono diversi attori: Regione, Comune di Taggia e Asl 1.

L’ospedale avrà 600 posti letto, 7 sale operatorie, 5 sale endoscopiche, 5 sale parto, apparecchiature per la diagnostica di ultima generazione. Conteggio basato sui numeri del territorio”.

Direttore sociosanitario, dottor Fabrizio Polverini

“Sul modello della casa di comunità di Bordighera si progetta quella di Imperia. L’obiettivo è quello di prendere in carico il cittadino prima della fase acuta per cui è necessario l’intervento dell’ospedale.

Si lavora sulla telemedicina, sul coinvolgimento della comunità, gli ambulatori per la cronicità e gli ambulatori infermieristico.

Tutti questi progetti hanno come obiettivo quello di ridurre gli accessi inappropriati al pronto soccorso, che ora sono al 65% perchè il cittadino non ha risposte sul territorio.

L’art.32 della costituzione garantisce le cure a tutti, quindi il servizio sanitario nazionale resta pubblico, seppur con delle integrazioni. Si garantiranno le cure a tutti, è un fatto imprescindibile”.

Direttore sanitario, dottor Roberto Predonzani

“I medici di famiglia sono sempre di meno. Questo comporta che molti cittadini si rivolgono anche inappropriatamente al pronto soccorso. Si stanno sviluppando percorsi più agevoli. Bisogna partire dall’esterno, attivando la presa in carico della cronicità al domicilio e impedendo che determinate situazioni si trasferiscano al pronto soccorso. Questo si può fare con la casa di comunità. Il reclutamento dei medici di famiglia è particolare, sono liberi professionisti che hanno un accordo con l’ASL, attraverso una graduatoria regionale. Purtroppo i medici che decidono di iscriversi alla graduatoria sono sempre meno. Quest’anno su 80 posti si sono manifestati disponibili solo 50 medici.

Con l’avvio dell’ospedale unico, a Imperia la palazzina B rimarrà al servizio dei cittadini per la parte sanitaria, come dialisi, radiologia, centro prelievi, un punto di primo intervento. Ci sarà anche l’ospedale di comunità. Nell’ospedale di comunità si potranno ricoverare assistiti dei medici di famiglia che hanno necessità di ricovero di alcuni giorni per terapie o esami diagnostici particolari, che a domicilio non possono essere effettuati e che non necessitano di un ricovero per situazioni acute”.

Dott.ssa Maria Elena Galbusera, direttore generale Asl1 imperiese

In attesa che venga realizzato l’ospedale unico sono molte le problematiche da gestire sulla sanità. Come affronterete il percorso?

“Questo percorso è una battaglia che combattiamo ogni giorno quotidianamente nei nostri reparti, nei nostri ambulatori per andare incontro alle esigenze del paziente. L’ospedale unico certamente rappresenterà un’importante svolta dell’organizzazione del servizio sanitario nel Ponente Ligure e in particolare nella provincia di Imperia, ma nel frattempo la qualità sanitaria della prestazione va garantita ed è la fatica che facciamo ogni giorno per tenere alto il livello qualitativo delle prestazioni che vengono erogate.

La questione tempi d’attesa è una questione annosa, complessa che necessita di una riflessione a 360 gradi e solo una piccola parte del percorso può essere governata e gestita dalle singole aziende. Per gestire in modo diciamo compiuto ed efficace e la questione dei tempi di attesa serve una sinergia tra i diversi attori che lavorano nel sistema, a partire dalla dal medico di medicina di base fino alla struttura privata accreditata, alla regione che coordina e monitora il percorso sanitario all’interno dell’intero sistema sanitario regionale”.

Per quanto riguarda la carenza di medici avete spiegato come siete costretti a ricorrere alle cooperative e avete parlato anche di costi molto importanti?

“Assolutamente sì, ahimè è un tasso dolente la difficoltà di reperimento e reclutamento di personale e di fidelizzazione del personale che viene reclutato con un turnover alto, con un’attività indefessa nella selezione nella ricerca di personale che possa venire a lavorare nella nostra azienda. Nonostante la fatica che facciamo gli esiti non sono soddisfacenti tali da consentirci di evitare il ricorso a forme di lavoro diverse dal personale strutturato. Mi riferisco appunto al ricorso alle cooperative che diventa una scelta obbligata oggi se non vogliamo chiudere i reparti e non vogliamo compromettere la sicurezza di garanzia di DEA.

Oggi il ricorso alla cooperativa è piuttosto esteso, abbiamo indetto una gara europea che prevedeva sette lotti nella propria struttura programmatoria e abbiamo ulteriormente indetto un’altra gara per poter aggiudicare l’appalto dei turni di ginecologia della ostetricia di Sanremo. La parte dei costi è certamente una questione importante che incide in modo significativo sul bilancio ASL. A pieno regime nell’arco di un anno l’entità della spesa è nell’ordine di 10 milioni di euro”.

Un altro problema di cui si è parlato è quello dei Pronto Soccorso. Ci sono delle strategie che si stanno mettendo in atto?

“Sicuramente sì,  è un altro tema caldo della sanità in generale e della sanità ligure in particolare. Sul pronto soccorso d’Imperia al momento i percorsi attivabili non sono così numerosi o diversificati per via dei lavori che si stanno ultimando. Nonostante ciò alcune iniziative sono state intraprese per esempio quello del fast-track cioè del percorso velocizzato di un paziente, ad esempio quello pediatrico piuttosto che quello ginecologico-ostetrico. Altri percorsi di fast-track possono essere attivati per esempio sul paziente urologico.

Quando il pronto soccorso di Imperia sarà finalmente disponibile nella sua completezza proprio per la fine dei lavori, sarà possibile pensare a percorsi diversificati per i pazienti con diversi gradi di priorità e di complessità. Il paziente in codice bianco/codice verde potrà avere un percorso separato dal paziente con maggiore codice di gravità. Questo faciliterà la presa in carico del paziente e la gestione più rapida del paziente stesso. A livello regionale, a livello di dipartimento di emergenza urgenza, è in corso di studio e anche di sperimentazione presso un ente sanitario ligure un progetto chiamato ‘See and treat’ che prevede la presa in carico dei pazienti con minore gravità direttamente dagli infermieri e la gestione infermieristica totale di queste tipologie di pazienti”.

La dott.ssa ha rilasciato alcune dichiarazioni anche relativamente al caso Isah, clicca qui per leggere l’articolo.

 

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