NÉ QUI NÉ ALTROVE. Questo il titolo della presa di posizione della Talpa e l’Orologio in merito al Cpr, il centro di detenzione per il rimpatrio, che dovrebbe sorgere nell’ex caserma Camandone di Diano Castello.
La Talpa e l’Orologio denuncia le condizioni di vita nei Cpr e lascia intravedere azioni di lotta e di protesta contro la struttura dianese
Quando si comincia con l’esulare o prescindere da un ideale o da un principio, la conseguenza immediata pare marginale, quella a lungo termine, invece, si palesa con forza e violenza quando ormai sembra (e forse è) troppo tardi.
La lotta contro i cpr -tutti i cpr- non avrebbe dovuto avere margini riguardanti il luogo in cui sarebbe dovuto sorgere il centro per il rimpatrio in questione. Sarebbe dovuta essere un’opposizione unitaria, sdegnata e ferma di fronte all’ingiustizia che un posto come quello che sorgerà nell’ex caserma a Diano Marina rappresenta.
Nei CPR ci finiscono, in attesa di rimpatrio, persone che non hanno commesso alcun reato se non quello di essere considerate da leggi ingiuste e cavilli “illegali” per il solo fatto di esistere e di voler continuare a farlo in luoghi che non prevedono la loro presenza. Nei CPR si sta peggio che in carcere. Mancano i servizi igienici, la mensa, l’assistenza sanitaria, le visite e i contatti con l’esterno. Le persone spesso vivono e dormono a terra nei cortili abbandonate a se stesse. Altissimo è il numero dei suicidi.
Così vengono trattati i “pericolosissimi” ospiti. È il caso di Mussa Balde, ventenne malmenato a Ventimiglia e morto nel cpr di Torino, così come di tante- troppe- persone che pagano sulla loro pelle, con la loro vita, il fatto di non essere riconosciute come depositarie di diritti basilari, indipendentemente dal luogo in cui si trovano e dalle loro vicende personali.
Ecco. Vi tranquillizzeranno dicendo che il cpr non creerà problemi, che sarà fuori dalla movida cittadina, che non farà danni al turismo di Diano Marina e delle località limitrofe. Lo faranno con rassicurazioni provenienti da ogni dove. La verità, però, è diversa. Il cpr creerà grandi problemi: a voi, in primis, se avete una coscienza ancora funzionante. Ai vostri figli, quando dovranno fare i conti con ciò che avete accettato senza fiatare, perché vi interessava esclusivamente mantenere verde il vostro orticello.
E provocherà sdegno, movimentazione, sommossa, portata avanti da tutti coloro che oggi -non domani- non sanno stare silenti di fronte ad atrocità simili. Non si dorme tranquilli, con un luogo di tortura attivo e funzionante sotto il naso. Non si dovrebbe dormire tranquilli neppure se fosse dall’altra parte del mondo. Ma la sostanza, in fondo, è che non dormiremo.
C.S.