26 Dicembre 2024 03:04

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Imperia: Rivieracqua, Scajola e l’ingresso del socio privato. “Unico percorso per evitare il fallimento, l’acqua resterà comunque pubblica. Ricorsi? Non mi preoccupano”/Video

In breve: "L'acqua è pubblica per antonomasia, qui parliamo della gestione del servizio e la gestione del servizio può essere privata, può essere pubblica o può essere a partecipazione privata".

“Abbiamo seguito quello che all’unanimità in due deliberazioni nel 2019 ha deciso la conferenza dei 69 sindaci, 66 della provincia di Imperia e 3 della provincia di Savona e cioè l’ingresso del socio privato in posizione minoritaria per evitare il fallimento della società gravata da 80 milioni di debiti e con difficoltà di gestione crescenti”. La ha detto il Presidente della Provincia Claudio Scajola a margine del Consiglio Provinciale tenutosi questa mattina, 26 aprile.

Presidente Provincia di Imperia Claudio Scajola su Rivieracqua

“Abbiamo lavorato con i consulenti e con il tribunale per evitare il fallimento che avrebbe voluto dire il fallimento o comunque la estrema difficoltà di 500 piccole imprese creditrici nei confronti di Rivieracquaha proseguito ScajolaL’acqua è pubblica per antonomasia, qui parliamo della gestione del servizio e la gestione del servizio può essere privata, può essere pubblica o può essere a partecipazione privata. Abbiamo deciso che l’unica soluzione per evitare il fallimento così come appare dalle carte e come appare quindi dalle decisioni prese insieme al tribunale fosse quello di una partecipazione pubblica e abbiamo operato c on conferimenti attraverso il Comune di Imperia, che ha rinunciato a 5 milioni e mezzo di crediti, il comune di Sanremo, che ha rinunciato a 4 milioni e due, e una costituzione di una società tale che garantisse che ci fosse anche la maggioranza pubblica nella società di gestione.

Siamo andati avanti in questo modo. I comuni stanno approvando il nuovo statuto, l’hanno approvato già tantissimi comuni, i più grandi Imperia e Sanremo lo approveranno il 30 di questo mese. In questa maniera riteniamo che dovrebbe essere salvata Riveracqua dal fallimento. Certo è che ci sono degli step da osservare perché abbiamo come termine ultimo per l’assegnazione, anche attraverso una gara a doppio oggetto, alla parte privata che entra nella società, entro ottobre di quest’anno altrimenti c’è il fallimento. Così è quello che ci hanno imposto giustamente, anche non fidandosi, gli organi di vigilanza e il tribunale che ha seguito tutta la vicenda. Questo è il percorso poi siamo in campagna elettorale e ognuno può dire quello che vuole, ma questa è la situazione.

Il fatto positivo è che, con questo piano di risanamento che è stato sottoscritto dall’ 85% dei creditori, tutte le piccole realtà che sono creditrici nei confronti della società avranno in 3 anni il ristoro totale al 100%. Ci pare quindi un complesso positivo che stiamo portando avanti con fatica che ha come obiettivo di avere finalmente una società che possa operare non solo per l’adduzione di nuove fonti di approvvigionamento di acqua, che sono necessarie ma per una normale manutenzione della rete che oggi non c’è.

Il discorso sull’acqua è molto lungo, potrei relazionare per ore, come ho fatto alla conferenza dei sindaci in diverse occasioni”.

Non la preoccupano i ricorsi?

“No ma capisco che ognuno faccia la sua parte, poi siamo in campagna elettorale per carità, ma questa era l’unica soluzione possibile perché le soluzioni non ce le inventiamo. Ci sono i tecnici c’è il tribunale, ci sono i creditori e c’è la commissione di vigilanza c’è la società Arera dello Stato che fa i controlli quindi non ci siamo inventati niente di più di cercare di salvare dal fallimento questa società che è stata gestita malissimo ormai per 20 anni con responsabilità plurime”.

 

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