26 Dicembre 2024 22:01

26 Dicembre 2024 22:01

Imperia: CPR nel golfo dianese, il commento del gruppo consiliare del PD . “Strutture crudeli ed inadeguate. Serve un piano strutturato che garantisca diritti e dignità”

In breve: Il comunicato stampa del Gruppo Consiliare PD, composto dai consiglieri Deborah Bellotti, Daniela Bozzano, Ivan Bracco, Loredana Modaffari e Edoardo Verda.

“I CPR – Centri di permanenza per i rimpatri, sulla bocca di tutti in questi giorni, sono strutture crudeli ed inadeguate dove vengono detenute persone senza il rispetto per la dignità, spesso in condizioni di assoluto degrado e di sospensione dei diritti fondamentali e delle garanzie. Un non-luogo, che viola, in particolare, i diritti sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), ma anche dalla nostra Costituzione. Sono strutture dove i detenuti, senza colpa alcuna se non quella di non possedere i documenti giusti per essere considerati esseri umani, a volte si suicidano”.

Questo il comunicato stampa del Gruppo Consiliare PD, composto dai consiglieri Deborah Bellotti, Daniela Bozzano, Ivan Bracco, Loredana Modaffari e Edoardo Verda.

Imperia: CPR nel golfo dianese, il commento del gruppo consiliare del PD

“L’efficacia di rimpatrio di questi centri è inoltre dubbia e, nonostante la legge di bilancio del 2023 abbia previsto un aumento di 5,39 milioni di euro per il loro potenziamento “al fine di assicurare la più efficace esecuzione dei decreti di espulsione dello straniero”, ulteriormente incrementati nel 2024, i costi di detenzione e manutenzione non raggiungono il fine voluto ma peggiorano le condizioni di vita dei detenuti.

L’articolo 10 del ‘Decreto Cutro’, nato a seguito di un terribile naufragio dove morirono quasi cento persone un terzo delle quali bambini, ha stabilito il potenziamento dei CPR e pertanto il governo ne vuole costruire di nuovi, tra cui uno, pare, alla Caserma Camandone.

Succede quindi nella provincia di Imperia che la proposta del nostro consigliere Christian Quesada di impegnare il Presidente della Provincia a evidenziare l’inadeguatezza della caserma Camandone come sede del CPR venga accolta sfavorevolmente dai consiglieri provinciali, inclusi perfino gli amministratori del territorio, con motivazioni poco solide se non quella di aver risposto a delle istruzioni.

Succede inoltre che un Presidente della Provincia, in barba a quanto verbalizzato in una riunione col Prefetto in cui quest’ultimo confermava la Caserma Camandone come sede del CPR, in qualità di consigliere fidato del Ministro, affermi di avergli suggerito altri lidi per suddetta struttura. Tutto sotto controllo quindi.

Succede infine che esponenti di centro destra ed alcuna destra locale si schierino fieramente contro il CPR a difesa della sacralità del turismo e commercio. Lontano dagli occhi lontano dal cuore.

Ora, la vita delle persone è una cosa seria che pare sfuggire ai vari protagonisti di questa faccenda.
L’essere umano ha da sempre migrato per le ragioni più diverse, ed il fenomeno della migrazione va affrontato seriamente, senza sistematicamente vedere nel migrante l’ennesimo capro espiatorio, in una logica esclusivamente punitiva e repressiva. Parliamo di persone che hanno avuto la sfortuna di nascere in luoghi con condizioni di vita estremamente svantaggiose (guerre, carestie, lotte interne, dittature crudeli, rischiosi viaggi della speranza, ecc.), spesso causate da un modello di sviluppo che sicuramente dal colonialismo in poi ha visto grandi ingiustizie, e che, purtroppo a causa di sproporzione nelle risorse ed eventi climatici estremi, peggioreranno.

Noi siamo a favore di soluzioni serie e non battaglie improvvisate; le nostre priorità sono: rinforzare l’unitarietà del sistema di accoglienza italiano valorizzando l’esperienza virtuosa dei SAI; supportare attivamente la rete dei comuni in prima linea per garantire percorsi di effettiva inclusione e tutela compatibili con le nostre comunità territoriali; far tornare i CAS a quello per cui erano stati pensati, ossia dei Centri Straordinari di Accoglienza, da attivare solo in caso di bisogno e non la modalità più diffusa; ripristinare i decreti di riparto che il piano nazionale di accoglienza aveva indicato; adottare una strategia per i minori non accompagnati. Serve un piano strutturato per attivare dei veri corridoi umanitari. Serve garantire i diritti”.

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