“Morgan mi ha creato un problema con il pubblico che persiste ancora oggi e non so se mai finirà“. Queste le parole di Bugo (Cristian Bugatti), sentito oggi in Tribunale a Imperia, dinnanzi alla giudice Marta Maria Bossi, nell’ambito del processo che vede sul banco degli imputati il collega Morgan (Marco Castoldi) denunciato per diffamazione a seguito della lite, divenuta storica, durante la quarta serata del Festival di Sanremo 2020.
Nel mirino dell’accusa sono finite alcune interviste del 2020 (durante una conferenza stampa e nel programma televisivo “Non è la D’Urso” in tre occasioni diverse) in cui Morgan avrebbe diffamato il collega.
Nel dettaglio, l’accusa contesta a Morgan di aver apostrofato Bugo con le seguenti espressioni, “dilettante, figlio di putt**a , incapace di tenere il palco, pronto a vendere la madre per il successo, stupida testa di ca**o, str***o terrorista, mentecatto, plagiato, massacratore e stupratore di canzoni, uno che non ce la farà mai”.
Il contesto è quello della lite tra Morgan e Bugo durante la quarta serata del Festival di Sanremo 2020, quando Morgan modificò il testo della canzone in gara e Bugo abbandonò il palco lasciando senza parole il pubblico e i presentatori, Amadeus e Fiorello. Nei giorni successivi a quel fatto Morgan rilasciò alcune interviste a seguito delle quali Bugo ha deciso di sporgere denuncia per diffamazione.
Imperia: le dichiarazioni di Bugo in Tribunale
“La canzone è stata scritta completamente da me. Già l’anno precedente avevo cercato di partecipare al festival, ma non essendo famoso non potevano accettarla. Per questo pensai a Morgan e lui accettò. Ho provato a partecipare con la mia casa discografica e ci hanno preso. È stata una mia decisione quella di contattare Castoldi.
A metà dicembre 2019 hanno annunciato che eravamo stati selezionati per il festival. Già nei giorni successivi qualcosa aveva iniziato a non funzionare, c’erano stati dei battibecchi, in particolare per la serata cover. Entro gennaio bisognava concordare le partiture con l’orchestra. Ho fatto il gesto carino di affidargli la serata cover. Morgan voleva dirigere l’orchestra e scrivere le partiture. Per undici volte l’orchestra RAI ha rigettato le partiture. Per me era un problema e questa cosa ha iniziato ad alimentare malumori.
Mi sono accorto fin dall’inizio che c’era un problema. Io volevo tenere in piedi il progetto, ma mi sentivo imbarazzato per il rigetto delle partiture. Parlare con Marco Castoldi non è mai stato semplice, lo conosco da anni. Dei primi problemi non avevamo parlato, dopo la quarta/quinta volta che la partitura è stata respinta gli ho chiesto come mai e gli ho detto che stavo facendo una figura pessima con la Rai. Lui dava la colpa all’orchestra, per lui era fatta nel modo giusto.
Siamo arrivati al giorno stesso della serata cover, sono arrivato all’Ariston e io non avevo ancora provato, era stata provata solo la partitura. Vedevo le espressioni basite dei musicisti dell’orchestra. Alla fine la partitura è stata accettata. Non c’erano stati altri motivi di tensione o di discussione. Questa cosa ha creato malumori diffusi.
La querela è stata presentata il 29 aprile 2020. C’erano state anche pretese economiche che Morgan ha avanzato a me con un messaggio e al mio manager. Io non volevo alimentare malumori, il mio obiettivo era arrivare al Festival di Sanremo. Io cercavo di tenere in piedi un progetto che mi rendevo conto che aveva tanti problemi.
Sono arrivato al festival senza voce da quanto ero teso, ma non ho mai fatto trasparire nulla. Ho fatto le interviste da solo, abbiamo fatto un paio di prove sulla canzone ‘Sincero’. Non ci sentivamo tanto nel resto del tempo. Io cercavo con lui di mantenere il sorriso, volevo portare a casa la cosa, ma ero stanco, demotivato e questo ha inciso anche sulla mia forma canora.
Non si andava a mangiare insieme, perché i rapporti tra le nostre due squadre non erano buone. Ero contento la prima sera, non ero arrabbiato con lui. Mi ricordo che dopo la prima sera gli dissi che aveva cantato l’ultima parte di Sincero anche se non gli spettava, ma non ne ho fatto una tragedia. Volevo mantenere il progetto.
Dalla prima serata alla quarta c’è stato il pomeriggio delle prove delle cover, in cui non ho provato. Non c’era più tranquillità. Quando sono salito sul palco la sera ero devastato, non avevo mai provato. Non ero sereno e non ero nel pieno delle mie qualità professionali.
Morgan ha fatto un discorso introduttivo che non era neanche stato provato. Quando sono salito sul palco ero distrutto. Ho cantato il pezzo ma non ero per niente contento. Cantavo per la prima volta la canzone di un grande cantante italiano in una condizione psicofisica di tensione.
Ero preoccupato, non sapevo cosa potesse succedere. Quando ha cambiato il testo è stato uno dei momenti più brutti della mia vita.
Quel giorno ci siamo visti nel backstage un minuto prima di cantare. La tensione era palpabile. Non sapevo che lui avesse cambiato il testo. Mi disse: ‘stasera facciamo un giro bellissimo’. Io gli dissi: ‘cerchiamo di divertirci’. Siamo saliti sul palco. Emotivamente ero distrutto, non sapevo neanche se salire sul palco. Quando è iniziata la canzone è successo tutto in un attimo. Mi sono sentito morire e sono uscito. Ho avuto una reazione spontanea.
Non volevo stare lì. Mi scuso con Amadeus perché mi ritengo un artista professionale. Mi ricordo che gli autori RAI mi chiedevano cosa fare. Io dissi: ‘non entro più perché sono sconvolto’. Quando è finito il festival ho incontrato Amadeus per chiedergli scusa. Lui dichiarato che gli ha fatto piacere. Da allora non ho mai più visto Marco Castoldi, nè sentito. Tranne per l’udienza del processo qui a Imperia.
Castoldi ha iniziato a partecipare a conferenze stampa, interviste ai giornali e in televisione. C’era un pubblico enorme perché l’argomento Bugo-Morgan era sulla bocca di tutti. Mi disse ‘dilettante, venderebbe sua madre per il successo, testa di ca**o, terrorista’.
Io sono arrivato adesso affidarmi a un avvocato, ma non subito. Non sono uno che vuole attaccare le persone, ma dopo che il mio nome è stato deriso davanti a milioni di persone mi sono affidato alla giustizia. Morgan mi ha creato un problema con il pubblico che persiste ancora oggi e non so se mai finirà. Questo in un contesto in cui Morgan era molto più famoso di me. La mia immagine è stata completamente scalfita. L’ho denunciato perché era troppo.
Risposte alle domande della Parte Civile
“Durante la serata cover non ho provato la canzone perché per undici volte le partiture di Morgan sono state respinte dall’orchestra e quindi la Rai non ci permetteva di provare. Io aspettato a bordo palco durante la giornata di giovedì, l’orchestra ha fatto le prove della partitura, ma io non ho cantato e la sera mi sono presentato sul palco senza avere mai provato la canzone di un grande artista come Sergio Endrigo. Ho cantato senza interloquire con Marco Castoldi, non mi ha scritto né detto niente.
Durante la serata finale sono state minacciato da Castoldi? Mi ha detto ‘Ti faccio fare un giro bellissimo’, è una minaccia. Me lo ha fatto fare cambiando il testo. Poi mi ha detto figlio di putt**a, sulla scala, appena prima di entrare sul palco.
La mia casa discografica, la Mescal Music, gestiva l’organizzazione. Paolo Pastorino e Marco Montanari erano con me, aiutavano me e la mia casa discografica, tenevano i rapporti con la squadra di Morgan.
La Rai ci aveva sgridato perché avevamo presentato ‘Sincero’ e Castoldi aveva poi presentato una sua canzone. Anche questo per me fu motivo di imbarazzo con la Rai.
La mia canzone Sincero era stata distrutta e io ero stato insultato sul palco davanti a milioni di persone. I giornali iniziarono a riportare le dichiarazioni di Morgan, poi le trasmissioni in TV. Abbiamo i dati Auditel di quelle serate in cui è andato in onda Morgan. Non ho visto le trasmissioni, non mi sentivo di vederle. Milioni di persone vedevano quello che stava succedendo.
Ogni volta che faccio delle interviste ancora oggi parlo di quello che è successo. Impiego il 98% del mio lavoro per parlarne. C’è un’eco mediatica che ancora persiste. Sento che la mia immagine è stata lesa profondamente e non è nemmeno sanabile. Sui miei account social una delle frasi più utilizzate è ‘aveva ragione Morgan’, ‘sei un dilettante’, ‘non sai cantare’.
Le dichiarazioni di Morgan sono continuate ancora nel 2020 e nel 2021. Quando partecipai al Festival, Morgan mi derideva e mi sentivo deriso da tutto l’ambiente. Morgan ancora oggi continua a dire falsità su di me, a mettermi in cattiva luce. Ancora cinque giorni fa ha detto in TV che io l’avrei pregato per 10 anni per andare al Festival di Sanremo. È una falsità. Ad Aldo Cazzullo al Corriere della Sera Morgan ha detto che io l’avrei bullizzato, per me una delle offese più grandi.
In 20 anni di carriera, dopo il mio ultimo disco uscito 15 giorni fa, per la prima volta nella mia vita non ho concerti. È una cosa professionalmente incredibile. Sento che il pregiudizio ce l’ho appiccicato addosso. Ho partecipato al Concertone del Primo Maggio nel 2016, nel 2020 e nel 2021. Quest’anno ho chiesto di partecipare ma non mi hanno preso. Ho chiesto di partecipare al Mi Ami festival di Milano e non mi hanno preso”.
Risposte alle domande della Difesa
“La prima volta che ho incontrato Marco Castoldi è stato nel 2004 al festival dove suonava come solista. Ci siamo conosciuti ed è scoppiata una simpatia reciproca. Dal 2004 al 2020 ci saremo visti circa dieci volte. Io penso che lui negli anni abbia perso il senso della realtà, troppo legato al mondo televisivo.
Con Valerio Soave, all’epoca mio manager, non ho più rapporti, ora ho altre situazioni. Morgan si lamentava con me di Soave, diceva che era aggressivo, che era il motivo del nostro allontanamento, che si sentiva umiliato professionalmente.
Castoldi ha firmato il pezzo, nonostante lo avessi scritto io, perché cantava, mi sembrava giusto farglielo firmare, e poi perché gli dava due punti Siae. Morgan ha scelto la canzone di Sergio Endrigo per la serata cover autonomamente. Mi aveva detto che voleva cantare, suonare il pianoforte e dirigere l’orchestra. Io ho pensato che fosse in grado di farlo. Il fatto che le partiture fossero state rigettate 11 volte me lo disse la mia casa discografica”.
Avvocato Rossella Gallo (Morgan)
“Ho considerazioni positive per quanto riguarda oggi all’inizio. L’impedimento era un impedimento assoluto e legittimo in quanto non è valido soltanto quando c’è un certificato di malattia ma anche per un impedimento di lavoro serio, anche se sopraggiunto, con un inedito, non era un concerto qualunque ma era un concerto che segna un momento importante per la carriera artistica e nel momento in cui eravamo tutti d’accordo sia la parte civile che il pubblico ministero si trattava semplicemente di fare un differimento di questa attività all’udienza del 28 maggio già calendarizzata, inoltre non c’è un tema di prescrizione, è un processo per diffamazione aggravata, non è un maxi processo e non c’è una misura cautelare in carcere o altro. Non c’erano problemi di termini quindi abbiamo fatto valere questo impedimento.
Per quanto riguarda l’esame e il controesame credo di aver fatto emergere che in realtà è dire ‘stupratore di canzoni’, ‘massacratore della canzone di Sergio Endrigo’, non in generale, ma riferito alla cover di Sergio Endrigo, abbiamo tutti visto il video, anche io come cittadina l’ho visto e dico che ha cantato malissimo. L’iperbole di Castoldi la conosciamo, lui lo conosce da una vita e sapeva perfettamente come si esprime Castoldi, ma ritengo che sia una critica artistica in quel contesto dialettico in cui è stata effettivamente pronunciata, perché non ha rispettato l’impostazione scenica, perché ha stonato, come ha detto anche Iva Zanicchi e altri ospiti di quelle interviste.
Ribadisco che oggi non è il processo del cambio versi, non è il processo che perché le parole proferite sul palco sono parole a cui lui poteva replicare tranquillamente, poteva anche fare un dissing nello stile loro e anche perché Castoldi non ha modificato quel testo con parole volgari, ha semplicemente, come un cantautore fa, raccontato il malumore vissuto in in quel momento e in quel contesto, quello che stava vivendo come un cantautore fa nelle sue canzoni.
Ripeto oggi non è il processo del cambio versi, quello che abbiamo evidenziato è che nell’atto di citazione civile, sono state fatte delle domande con ingenti danni per la modifica dei versi invece qua parliamo di espressioni che
sono sono state utilizzate nell’intervista da Barbara D’Urso, quando lo stesso Bugatti ha detto parole ben peggiori e più gravi a livello di offesa della reputazione e della professionalità artistica del soggetto e del cantautore, perché dire infame o buffone di corte o altre cose gravi, perché oggetto della diffamazione del capo d’accusa e ha fatto il terrorista sul palco, Castoldi l’aveva spiegato nel contesto dialettico in cui spiegava l’espressione ovvero perché doveva rispettare le parti sul palco scenico, non solo il cantato, ma anche l’impostazione scenica.
Non c’è nessun danno. Quasi dovrebbe ringraziarlo perché non si contesta che era un cantautore di nicchia che faceva il suo, ma oggi non è vero che subisce addirittura il danno, ha fatto di tutto e di più. Ha fatto partecipazioni televisive, interviste, ha preso caché, ha promosso dischi, ha fatto il presentatore del concerto del Primo Maggio, ha fatto addirittura Sanremo, ha partecipato a quelle trasmissioni tipiche che seguono il Festival di Sanremo dal giorno dopo Domenica In, pur essendo stati squalificati per il suo abbandono del palco e non per il cambio versi. È stata una libera scelta quello di abbandonarlo, poteva rimanere o replicare o aspettare Amadeus. Quale danno avrebbe avuto, ha fatto anche una tourneè, poi c’è stata la pandemia e non è colpa di Castoldi.
Ha avuto eco mediatico, ha avuto visibilità, è aumentata la sua notorietà e addirittura oggi viene a dire che ha un danno, che si vorrebbe dissociare da tutto, questo quando io ho prodotto partecipazioni televisive e interviste dove lui vanta e dice: ‘grazie a Morgan sono diventato un personaggio pubblico, se il 90% delle persone e il trend della gente è ricordarmi per il duo Bugo-Morgan, sono ben contento’. E oggi ci veniamo a lamentare e a fare la commistione in un processo per diffamazione, sul cambio versi, che invece è solo per stabilire se penalmente è rilevante, diffamatorio, dire che ha massacrato la canzone di Sergio Endrigo”.