“Una notizia shock per tutti noi genitori. Sono ragazzi così giovani, abbiamo paura che si lascino trascinare, che non sappiano dire di no”. Sono sconvolti i genitori degli alunni della scuola Boine e dell’Istituto Nautico a seguito dell’operazione condotta ieri, mercoledì 1 ottobre, in piazza Roma dai Carabinieri della locale stazione che ha portato alla denuncia di 5 minorenni tra i 13 e 15 anni per spaccio di sostanze stupefacenti e alla segnalazione di altri quattro giovanissimi assuntori. Questa mattina la cronista di ImperiaPost si è recata all’ingresso delle scuole per sondare gli umori dei genitori.
“Siamo qui davanti a scuola questa mattina – spiega Piera, mamma di un bambino di 11 anni – Così si rappresenta la nostra preoccupazione, i nostri figli non escono durante la pausa pomeridiana, non ci fidiamo a farli uscire”
“Abbiamo paura che si facciano coinvolgere – spiega Laura, mamma di una ragazzina sempre di 11 anni – Sono piccoli, non hanno la malizia di saper distinguere magari ciò che è sbagliato. Se un ragazzo più grande gli dice di tenere qualcosa, magari lo fanno senza nemmeno realmente sapere a cosa stanno andando incontro”
I genitori sono raggruppati in nugoli davanti ai portoni, controllano da lontano i loro figli, sperando che, anche quella mattina, entrino a scuola senza alcun intoppo.
“Io non sono soddisfatta di questa operazione dei Carabinieri – spiega Barbara, mamma di un ragazzo di 13 anni – Ci vogliono più controlli, non possono fare solo le operazioni di repressione, ci vuole controllo preventivo. Se i bambini escono dall’una alle due allora devono mandare una pattuglia di controllo per prevenire questi episodi”
“Forse hanno troppo questi ragazzi di oggi – aggiunge Sandra, mamma di un undicenne – Troppo benessere, troppa libertà e sicuramente questo porta ad un disagio e a un mutamento sociologico e generazionale”
Concorda anche Domenico, padre di una ragazzina di 13 anni che si trova in classe con uno dei nove ragazzi invischiati nella compra vendita di droga. “Sono doppiamente preoccupato – spiega il padre – Mia figlia è in classe con uno di loro. Credo ci sia un grave problema familiare dietro a questi comportamenti. Ormai è una sorta di fenomeno diffuso, talmente diffuso direi che quasi ‘normale’. Poi sicuramente sono talmente giovani che ci gioca anche un po’ di ingenuità, non sanno cosa significa in concreto essere fermati per un reato del genere”.
“Spero di non vedere mai mio figlio in una situazione del genere – conclude Jessica, mamma di un ragazzino della Boine – Non so come reagirei, bisogna parlargli chiaro, spiegargli bene cosa significa e cosa è successo, è il momento di insegnargli anche cosa vuol dire spacciare e che conseguenze gravi comporta”