21 Novembre 2024 21:59

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21 Novembre 2024 21:59

Genova, arresto Toti: corruzione elettorale, l’ombra della mafia sulle elezioni regionali. “So che siete due bulldozer, fammi dare un pò di voti”

In breve: Un filone che ha preso le mosse da alcune conversazioni intercettate in un procedimento penale aperto dalla Procura di La Spezia.

“Toti mi ha preso da parte e mi ha detto ‘ascolta, so che siete due bulldozer, fammi dare un pò di voti alla Ilaria Cavo”. Così, il 15 marzo 2021, Maurizio Testa, esponente di spicco della comunità riese a Genova, nel quartiere Certosa, dove opera il clan Cammarata di Riesi (Caltannisetta), in una conversazione con la moglie intercettata dagli inquirenti nell’ambito della maxi inchiesta che ha portato all’arresto del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.

Genova: corruzione elettorale, i dettagli dell’inchiesta

Maurizio Testa, insieme al fratello Angelo, e al capo di Gabinetto di Giovanni Toti, Matteo Cozzani (tutti arrestati), è una delle figure chiave del filone di inchiesta sulla corruzione elettorale con l’aggravante mafiosa.

L’origine del filone della corruzione elettorale con l’aggravante mafiosa

Un filone che ha preso le mosse da alcune conversazioni intercettate nel corso di un procedimento penale aperto dalla Procura della Repubblica di La Spezia, nell’ambito del quale, tra gli altri, era indagato proprio Cozzani in veste di Sindaco di Portovenere, in ordine ai delitti di corruzione e turbativa d’asta.

In particolare, in una delle conversazioni intercettate tra Matteo Cozzani, Coordinatore della lista “Cambiamo con Toti Presidente” e il deputato, On. Alessandro Sorte”, si comprendeva che i due stavano discutendo, su richiesta del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (candidato alle elezioni regionali liguri del 20 e 21 settembre 20201) della figura di “una persona” che aveva manifestato la propria disponibilità a candidarsi per le elezioni regionali liguri, vantando una diffusa notorietà nel quartiere genovese di Certosa e che sarebbe stata in grado di apportare un consistente numero di voti alla Lista Toti.

Dai successivi accertamenti è emerso che il papabile candidato era Arturo Angelo Testa che a Cozzani confermava la propria disponibilità alla candidatura potendo contare sulla sua carica di “presidente ufficiale federale dell’associazione socio culturale riesini nel mondo” nonché sulla presenza a Genova di “più di diecimila riesini…“.

Alla fine Testa non verrà candidato. In una telefonata intercettata spiega al suo interlocutore: “io dovevo essere candidato poi per ragioni anche di comodità è meglio che feci un passo innarriri, ma poi entreremo dalla finestra, da qualche parte…poi ti spiegherò di presenza il perché”.

I fratelli Testa, nonostante la mancata candidatura, continuano ad intrattenere rapporti con Cozzani. Il motivo? Garantire, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’appoggio elettorale dei “riesini” a tre candidati della lista Cambiamo con Toti Presidente: Ilaria Cavo, Laura “LilliLauro e Stefano Anzalone. In particolare emerge l’organizzazione di una cena elettorale in favore di Toti e dei candidati per i quali stavano raccogliendo i voti.

In una telefonata con Cozzani del 20 agosto 2020, Angelo Testa spiega che “volevo darti notizia e te la tieni tu che li ho recuperati almeno 300/350 voti alla Cavo..se vi va bene…E ti volevo poi anche presentare chi glieli farà dare, capito? …che è un consigliere circoscrizionale (si tratta di Umberto Lo Grassso, ndr) […] Stiamo facendo il massimo degli sforzi”.

Il 20 agosto Cozzani informa Ilaria Cavo della cena elettorale, fissata per il 12 settembre. La Cavo non sembra tuttavia intenzionata a partecipare (e non parteciperà): “Se poi devo avere i messaggi di questi…[…]…le richieste di questi io… hai capito?”. Cozzani replica che “è come la mortadella, poca spesa tanta resa … 10 giorni dopo ci sono le elezioni, te una volta che hai fatto quello, blocchi il numero e grazie e arrivederci”.

Il 7 settembre 2020 Angelo Testa parla al telefono con l’ON. Sorte e gli spiega come si sta muovendo per sostenere i candidati di Toti: “I candidati sono questi, praticamente come maschio Stefano Anzalone, che lo conosco […] Toti vorrebbe, tramite il suo Cozzani, la Cavo, che gli sta facendo girare 350-400 voti […] e poi abbiamo anche una frangia perché sai che noi abbiamo lì due consiglieri circoscrizionali al quinto municipio che sono tutti e due di Riesi, di cui uno porta la Cavo, uno porta Lauro […] però tutto è concentrato su Toti diciamo, capito […] la, la cena è pro Toti”.

Dalle indagini emerge che i fratelli Testa arriveranno a Genova per una decina di giorni per raccogliere voti per i tre candidati della lista Toti. A pagargli il soggiorno, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Stefano Anzalone che in un primo momento avrebbe provato ad accollare le spese all’U.S. Pontedecimo Ciclismo A.D. salvo poi, di fronte alle lamentele del tesoriere dell’associazione sportiva, pagare personalmente.

I gemelli Testa arrivano a Genova il 10 settembre, due giorni prima della cena, e vi soggiorneranno sino al 19.

In una conversazione con Anzalone del 12 settembre, giorno della cena, Maurizio Testa spiega: “Qui a Certosa io e Arturo abbiamo un po’ fatto poi stasera te ne accorgerai con 250 persone …. stasera, stasera ti dimostriamo quello che valiamo a prescindere … noi facciamo più parlare i fatti che le parole, siamo gente che stiamo seconde linee apposta, per questo non abbiamo queste, come dire, velleità particolari, no, però ci piace lavorare, quando ci prendiamo degli impegni li rispettiamo dunque questo è”.

Lo stesso giorno emerge da una conversazione intercettata dei fratelli Testa che l’On. Sortevuole che quando entra Toti ci sia una bella ovazione eh”. Maurizio Testa informa poi il fratello che nel corso della serata avvicinerà Anzalone per presentargli delle persone a beneficio delle quali il candidato dovrà adoperarsi per reperire posti di lavoro: “ti metti in contatto perché mi fai un favore di cercare di sistemare sii Stufi (“ragazzi” in dialetto siciliano ndt)”.

Il 12 settembre la cena elettorale si svolge al ristorante “Punta Vagno“, in corso Italia 3 a Genova. Alla cena, locale completamente riservato, sono presenti il Presidente Giovanni Toti, i candidati Stefano Anzalone, Laura Lilli Lauro, l’on. Alessandro Sorte, Matteo Cozzani e Umberto Lo Grasso.

Una volta rientrati in albergo i fratelli Testa commentano la serata. Maurizio riferisce al fratello Arturo che Cozzani si sarebbe impegnato a procurare posti di lavoro “fai spuntare un po’ di voti a Certosa e io l’indomani ti faccio calare (“assumere” in dialetto siciliano, ndr ) due, tre al porto … io sono di parola te lo giuro”.

Si arriva così alle elezioni del 20 e 21 settembre. Toti viene confermato Presidente della Regione Liguria con il 56,13% dei voti, davanti al candidato del centrosinistra Ferruccio Sansa, fermatosi al 38,90%.

Dai risultati elettorati consultati dalla Guardia di Finanza emerge che i tre candidati della lista “Cambiamo con Toti Presidente”, Ilaria Cavo, Laura Lauro e Stefano Anzalone hanno ottenuto nel quartiere di Certosa (quello dei “riesi”) una percentuale di preferenze superiore rispetto a quella ottenuta nelle altre restanti sezioni.

In data 22 settembre Cozzani ringrazia Maurizio Testa:Avete fatto il vostro dovere, vi ringrazio“. Testa risponde “te l’ho detto io sono di parola” e Cozzani “anch’io non ti preoccupare”.

Nel frattempo Anzalone si rende irreperibile per i fratelli Testa. Maurizio Testa si sfoga al telefono: “Io se volessi […] Anzalone un’dopo ‘ora si deve dimettere, perché basta andare dal procuratore e dirgli questo qua mi ha promesso 10000 euro e non me li ha dati, e m’ha pagato solo l’albergo e basta no, questo qui si dimette dopo un ‘ora! […] lui ha solo sputato sui fratelli Testa, no, è venuto ad una cena con 250 persone, pagata da altri, dunque ha fatto una campagna elettorale gratis, no, e questa te la dice tutta […] ricordati che se io volessi, questo qui  dopo due ore non è più consigliere, non è niente, niente; anzi dovrà pure andare a discolparsi per voto di scambio”.

Il 20, 23, 24 e 25 novembre 2020 quattro persone indicate dai fratelli Testa vengono convocate per un colloquio presso l’azienda Cosme Spa. I colloqui, secondo gli inquirenti, sono stati procurati, su sollecitazione di Matteo Cozzani, da Cristiano Lavaggi, Consigliere di Amministrazione della Iren Spa, uno dei principali clienti della Cosme Spa.

Secondo l’accusa sarebbero emersi dalle indagini illeciti accordi sinallagmatici stipulati da Matteo Cozzani (allora coordinatore regionale della campagna elettorale per la lista “Cambiamo con Toti Presidente”), che ha agito per conto di Giovanni Toti, per il tramite dei fratelli Testa, con alcuni elettori, membri della comunità riesina di Genova, al fine di convogliare voti elettorali in favore di alcuni candidati della citata lista di Toti. Altrettanti illeciti accordi sarebbero stati stipulati da Stefano Anzalone (candidato con la lista “Cambiamo con Toti Presidente”), sempre per il tramite dei fratelli Testa, con alcuni elettori, membri della comunità riesina di Genova, al fine di convogliare voti elettorali in suo favore. Tali accordi sono consistiti nella promessa, da parte di Cozzani e Anzalone , per il tramite dei fratelli Testa, di posti di lavoro ed altre utilità (ad esempio il cambio di casa popolare di proprietà di Arte), in cambio dell’appoggio elettorale della comunità riesina di Genova.

In tale contesto è emersa, sottolineano gli inquirenti, la figura di Venanzio Maurici, costantemente aggiornato dai fratelli Testa degli accordi e dello sviluppo dei contatti stabiliti con i soggetti politici di riferimento, legato da stretti vincoli di parentela con la famiglia Cammarata, egemone nel territorio di Riesi (CL) e indicato da un collaboratore di giustizia quale elemento apicale del mandamento di Genova della famiglia di Riesi.

Una conversazione importante, secondo gli inquirenti, infine, è quella del 13 febbraio 2022 tra Giovanni Toti, Marco Bucci, Sindaco del Comune di Genova, Matteo Cozzani, Marcella Mirafiori e Jessica Nicolini, membri dello staff del Governatore, in vista delle elezioni comunali di Genova. Toti chiede del possibile sostegno dei riesini (“…e i riesini? […] i fratelli Testa“) e  quando Cozzani dice che non potrà tenere lui i rapporti perché “se no mi squartano” il Governatore chiede “ma perché non gli abbiamo dato dei soldi?”.

Domenico Cianci

Altra vicenda considerata dalla Procura come corruzione elettorale è quella di Domenico Cianci, candidato nella lista “Cambiamo con Toti Presidente”. Prima delle consultazioni elettorali del 21-22 settembre 2020, si legge nell’ordinanza “sono state captate alcune conversazioni dalle quali emergeva che il predetto candidato aveva avuto l’appoggio dei ‘calabresi'”. 

In particolare, secondo gli inquirenti, le attività investigative complessivamente sviluppate avrebbero consentito di ipotizzare la sussistenza di accordi sinallagmatici stipulati da Cianci (eletto Consigliere Regionale e non interessato da alcuna misura cauterlare) e alcuni elettori, in occasione delle elezioni regionali della Liguria tenutesi il 20 e 21 settembre 2021 […] dalle quali emerge che il candidato ha promesso utilità agli elettori in cambio del voto.

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