Nuova udienza, questa mattina, davanti alla Corte d’Assise di Imperia, composta dalla giuria popolare e dai giudici Carlo Alberto Indellicati e Chiara Eleonora Francesca Di Naro, il processo che vede sul banco degli imputati , un 29enne di nazionalità nigeriana, Fortune Nworij (difeso dall’avvocato Elena Pezzetta del Foro di Imperia), accusato di omicidio preterintenzionale, lesioni e minacce ai danni di un connazionale, Omoregie Osakpolor.
Costituito parte civile il fratello della vittima, Edos Osas, difeso dall’avvocato Marco Bosio del Foro di Imperia.
Nel procedimento erano coinvolti altri due connazionali del 29enne, che tuttora risultato però irreperibili.
Imperia: si gettò nel Roja per sfuggire da un’aggressione e morì annegato
I fatti risalgono al 29 maggio del 2019, a Ventimiglia. Secondo l’accusa i tre nigeriani, insieme ad almeno altre due persone non identificate, avrebbero colpito ripetutamente utilizzando un bastone, pietre e cocci di vetro il connazionale, lo avrebbero inseguito brandendo bottiglie di vetro rotte e urlando insulti.
Per sfuggire all’aggressione, l’uomo si sarebbe visto costretto a gettarsi nelle acque del Roja, dove ha perso la vita. Le cause del decesso sono state indicate dal medico legale come “asfissia meccanica violenta secondaria ad annegamento”.
Nel corso dell’udienza di questa mattina, la Corte ha sentito i primi testimoni, tre funzionari di Polizia operativi il giorno della tragedia.
Primo testimone
“Dalla sala operativa abbiamo appreso che intorno alle 18.30 si era verificata una rissa nei pressi della foce del fiume Roja e che a seguito della lite uno dei coinvolti si era gettato in mare senza più riemergere. Erano state diramate delle ricerche di due nigeriani e avevamo anche una sommaria descrizione. A quelle si aggiungeva una terza persona. Intorno alle ore 20 veniva notificato che un collega che aveva fatto il turno nel pomeriggio aveva riconosciuto uno dei ricercati presso il buffet di un locale presso la stazione ferroviaria di Ventimiglia. Siamo intervenuti ed era presente la persona che corrispondeva alla descrizione. Un altro indiziato era stato già portato presso la locale compagnia dei Carabinieri e si è deciso di portare quest’ultimo presso i Carabinieri. Era in possesso di richiesta di asilo francese datata 22 maggio 2019. È stato tratto in arresto perché lo stesso era destinatario di un provvedimento di espulsione emesso dal Prefetto di Imperia, ma era rientrato in Italia senza ottemperare ai termini di legge”.
Secondo testimone
“Siamo stati contattati alle 7.45 mattina da un collega il quale, mentre arrivava in ufficio, era stato avvisato circa la presenza di un cadavere alla foce del Roja.
Ci siamo recati sul posto e abbiamo verificato la presenza di questo cadavere. Abbiamo contattato il pubblico ministero, la polizia scientifica e il commissariato. Per evitare che il portafogli si deteriorasse lo abbiamo prelevato identificando la persona. Era un giovane nigeriano. Aveva il viso sul bagnasciuga e una parte del viso era priva di pigmentazione. Non abbiamo notato alcun tipo di lesione. Era vestito. Aveva anche altri oggetti, un’attestazione di permesso di soggiorno, una banconota da 5 euro, una banconota nigeriana e due cellulari poco distanti da lui”.
Terzo testimone
“Siamo stati chiamati per un cadavere trovato sul bagnasciuga. Lo abbiamo portato all’asciutto, poi abbiamo fatto tutte le foto del caso. Aveva perso la pigmentazione su viso e mani. Abbiamo fatto alcune misurazioni, abbiamo preso le impronte e le abbiamo inserite nel database che ci ha restituito l’identità”.