20 Novembre 2024 15:22

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20 Novembre 2024 15:22

Imperia: arresto presidente Liguria Toti, la nota di Alleanza Verdi Sinistra. “Si dia l’occasione ai cittadini di voltare pagina tornando subito al voto”

In breve: Così in una nota il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra di Imperia, in merito all'arresto del presidente della Liguria, Giovanni Toti. 

“Per comprendere sino in fondo il significato di quanto emerso dalle indagini della magistratura che hanno portato all‘arresto del presidente della regione Toti è opportuno ripercorrere alcune delle vicende che riguardano anche la nostra provincia di Imperia Così in una nota il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra di Imperia, in merito all’arresto del presidente della Liguria, Giovanni Toti. 

Imperia: arresto presidente Liguria Toti, la nota di Alleanza Verdi Sinistra.

“La prima riguarda la privatizzazione della gestione dell’ospedale di Bordighera che ha segnato l’ingresso dalla porta principale delle imprese private nel sistema della sanità ligure, imprese che avevano già occupato quel “mercato” con la fitta rete di strutture diagnostiche sorte in questi anni grazie alle carenze della struttura sanitaria pubblica regionale e con l’ingresso dei medici “a gettone” per coprire i buchi di organico delle ASL.

Ci troviamo di fronte a uno schema già ampiamente sperimentato nella sanità lombarda, dove è bene ricordare come l’imponente interesse economico che muove, abbia generato fenomeni di corruzione che han visto coinvolto e condannato l’ex presidente Formigoni.

Altra vicenda in cui l’ombra inquietante dell’interesse privato è apparsa a sovrastare l’interesse pubblico e la volontà espressa democraticamente dai cittadini, è quella dell’ingresso dei privati in Rivieracqua.

Un tema su cui l’azione di Toti non è stata inferiore a quella del sindaco Scajola, in particolare in occasione della nomina nel 2019 a commissario dell’Aato idrico di Gaia Checcucci.

Che la nomina della Checcucci fosse legata alla volontà di agevolare l’ingresso dei privati lo si poteva verificare dal curriculum della commissaria nominata, che era stata testimonial della campagna di chi era contrario al referendum per l’acqua pubblica. Lo si è visto poi concretamente nell’operato della commissaria che, in solo due mesi dalla nomina, è casualmente riuscita a portare e far approvare all’assemblea dei sindaci, un piano di “salvataggio” di Rivieracqua che prevedeva obbligatoriamente l’ingresso dei privati.

Neanche quando la Checcucci è stata coinvolta in una indagine per consulenze gonfiate affidate dall’Aato idrico imperiese a persone a lei vicine ed è stata dichiarata interdetta dai pubblici uffici decadendo quindi dall’incarico di commissario, il suo piano per ingresso dei privati nella gestione del servizio idrico provinciale è stato messo in discussione.

Quanto è emerso oggi dalle indagini su Paolo Signorini, attuale amministratore delegato di Iren (la società da tutti ritenuta come una delle più probabili pretendenti all’ingresso in Rivieracqua) e che è stato arrestato con Toti per le elargizioni (tra cui soggiorni in hotel di lusso e somme per giocare al casinò) ricevute da Spinelli per i favori sulle concessioni portuali garantite allo stesso terminalista con il contributo di Toti, si prova una sensazione di grande rabbia pensando al contesto in cui si è consumato il tradimento della volontà popolare per l’acqua pubblica.

Completando gli episodi che appaiono più inquietanti dopo la lettura degli atti resi pubblici dagli inquirenti sull’indagine su Toti, c’è quello dell’acquisizione da parte del comune di Imperia delle aree della ex ferrovia utilizzate per la ciclabile.

Come già denunciato, per quella acquisizione è stato predisposto un contratto decisamente contorto in cui il comune saldava il dovuto invece che con l’esborso di denaro, con una permuta a scomputo di oneri di urbanizzazione (peraltro molto svantaggiosa nel valore rispetto all’acquisto in denaro) sui progetti edilizi realizzabili in base all’ultimo PUC sulle restanti aree rimaste a RFI.

Una formula contrattuale piuttosto difficile da giustificare nell’ottica della difesa dell’interesse pubblico e che di fatto garantirà ai futuri acquirenti privati delle aree (tra cui è emerso vi sia il gruppo Esselunga interessato alla realizzazione di un nuovo supermercato) di poter realizzare l’operazione immobiliare in posizione di forza rispetto al comune il quale è sottoposto addirittura a pesanti penali in caso di ritardi nel rilascio delle autorizzazioni.

Anche in questo caso, leggendo le accuse a Toti per i rapporti di scambio tra favori e denaro e servizi avuti con Esselunga, si prova la sgradevole sensazione di avere di fronte non una scelta mirata a tutelare le esigenze o i bisogni del territorio, ma la volontà di favorire l’interessi degli amici e sostenitori di un sistema di potere.

Ora è chiaro che la stagione dell’oro del sistema di potere e di costruzione del consenso di Toti è stato pagato dai cittadini liguri, a cui sarebbe necessario dare l’occasione di voltare pagina tornando subito al voto”.

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