23 Dicembre 2024 16:07

23 Dicembre 2024 16:07

Tangenti Liguria: arresto Toti, nei guai altri due imprenditori per “operazioni sospette”

In breve: Spuntano altri due imprenditori coinvolti nell'inchiesta che ha portato all'arresto, con l'accusa di corruzione, del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Si tratta di Pietro Colucci e Luigi Alberto Amico.

Spuntano altri due imprenditori coinvolti nell’inchiesta che ha portato all’arresto, con l’accusa di corruzione, del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Si tratta di Pietro Colucci, imprenditore del settore rifiuti, presidente della Waste Italia Srl (a Savona gestisce alcune discariche con le società Green Up Srl e EcoSavona Srl) e Luigi Alberto Amico, legale rappresentante della Amico & Co. Srl operante nel settore della riparazione e manutenzione di navi commerciali da diporto.

Genova: arresto Toti, nei guai altri due imprenditori

La posizione di Colucci

Colucci risulta indagato per finanziamento illecito ai partiti e, insieme a Giovanni Toti, per corruzione. E’ proprio dall’indagine a carico di Colucci e Toti che gli inquirenti raccolgono gli elementi per aprire l’inchiesta che ha poi portato all’arresto del Governatore.

Il 10 marzo 2021 una conversazione tra Toti e Matteo Cozzani, capo di gabinetto, attira l’attenzione degli inquirenti. Il Governatore, infatti, convoca una riunione per fare il punto “su tutta la situazione, così mettiamo in fila l’Ato idrico, la cosa, anche perché poi ci si infila dentro anche roba della discarica di Colucci, che voglio parlargliene a voce“.

Al momento della conversazione intercettata, Colucci aveva due procedimenti pendenti presso la Regione Liguria per l’ampliamento delle discariche di Bossarino e Boscaccio. Dagli accertamenti degli inquirenti emerge che l’imprenditore, tramite alcune sue società, aveva finanziato il Comitato Change e il Comitato Giovanni Toti per un totale di 195 mila euro. Secondo gli investigatori “illecitamente“. Il motivo? “I predetti finanziamenti –  si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del procedimento che ha portato all’arresto di Toti – erano avvenuti in violazione della normativa sul finanziamento ai partitiin quantonon erano stati deliberati dal rispettivi organi sociali e, in alcuni casi, non erano neppure stati inseriti in bilancio”.

Secondo gli inquirenti “tra il 2016 e il 2020, le società riconducibili al gruppo Colucci avevano avuto come interlocutore istituzionale la Regione Liguria, competente al rilascio di autorizzazioni in materia di gestione delle discariche. Tali circostanze portavano a ritenere che, tenuto conto della coincidenza temporale tra i finanziamenti e l’attività delle società del Colucci e le relative pratiche in Regione, di competenza della Regione nella materia della gestione dei rifiuti, delle modalità non trasparenti dei finanziamenti, la ragione dei finanziamenti illeciti erogati dall’imprenditore Colucci fosse da ricondurre non tanto ad uno spirito di liberalità, quanto piuttosto alla funzione svolta dal Presidente della Regione Liguria e alle competenze e ai poteri della Regione Liguria in materia ambientale”.

Altro elemento sospetto, secondo gli investigatori, la situazione di crisi finanziaria di due società che avevano erogato finanziamenti al Comitato Change e il Comitato Giovanni Toti, in particolare il Gruppo Waste Italia Srl, in concordato preventivo e Aker Srl, cessata.Apparivano quantomeno singolari –  si legge nell’ordinanza – le cospicue, plurime e non trasparenti ‘elargizioni liberali’ da parte di società pacificamente in difficoltà economica”.

Le elargizioni in oggetto erano state anche ritenute sospette nella relazione tecnica della Banca d’Italia. “Venivano evidenziati i medesimi elementi e il plausibile collegamento funzionale tra le elargizioni al Presidente della Regione e le competenze regionali nel settore di interesse di Colucci” si legge ancora nell’ordinanza.

In merito all’intercettazione dalla quale sono scaturite le indagini (“poi ci si infila dentro anche roba della discarica di Colucci, che voglio parlargliene a voce“), secondo l’accusa “oltre a provare l’attualità del rapporto tra l’attività imprenditoriale di Colucci e la Regione Liguria, dimostrava il ruolo attivo e concreto del Presidente della Regione nelle specifiche vicende ambientali riguardanti le discariche gestite da Colucci […] particolare significativo che Toti volesse parlare con (o di) Colucci della vicenda delle discariche in modo riservato, circostanza che lasciava intendere la volontà di rendere sicura la conversazione e che, al contempo, confermava anche l’esistenza di un rapporto privilegiato tra l’imprenditore ed il Governatore”.

Da quanto trapela dall’ordinanza, le intercettazioni telefoniche attivate dalla Procura non avrebbero “consentito di trovare ulteriori riscontri dell’ipotesi corruttiva impotizzata a carico di Giovanni Toti e Pietro Colucci”.

La posizione di Amico

Nel mirino degli inquirenti una conversazione intercorsa tra Luigi Alberto Amico e Matteo Cozzani nell’ufficio del capo di Gabinetto di Giovanni Toti, nel corso del quale l’imprenditore chiedeva “una mano per capire meglio come supportarvi e per capire come è il termometro politico”.

In particolare, come si evince dall’ordinanza, Amico dopo aver precisato che la sua intenzione era “continuare ” a finanziare Giovanni Toti e che, in cambio, “non chiedeva la luna” ma solo “un’attenzione legittima” precisava che sono 6 anni che aspettiamo il rinnovo della concessione… mi farebbe piacere quella…pizzico più di attenzione…noi siamo abbastanza allineati…Signorini (presidente dell’Autorità Portuale, ndr).. cioè…però fa fatica…io non voglio andare da Giovanni a dire che Signorini non ce la fa… voglio andare da Giovanni con Signorini a dire ‘ragazzi cosa facciamo?…io è sei anni che aspetto questi cinquanta milioni ..non aspettiamo”.

Nel corso dell’incontro. inoltre, Amico lasciava a Cozzani dei documenti con la raccomandazione della “massima riservatezza” e Cozzani concludeva il confronto promettendo di parlarne con il Presidente e poi di fargli sapere l’esito in un successivo incontro de visu.

Poco tempo dopo l’incontro, in data 07.06.2021, veniva riscontrato un finanziamento della cifra di 30.000 euro in favore del Comitato Toti (di cui 10.000 curo transitati la settimana successiva sul conto “dedicato” del presidente TOTI ), operazione che veniva segnalata come “sospetta” dalla Banca d’Italia, analogamente a quanto verificatosi con riferimento ai finanziamenti erogati dal gruppo Colucci.

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