Nella recente edizione del Campo ISTAR (Intelligence Surveillance Target Acquisition and Reconnaissance) 2024, un evento di formazione unico nel suo genere che ha come scopo la formazione di operatori civili proiettati all’estero, con specifico focus sulle aree di crisi, ha partecipato anche un nostro concittadino, Ermanno Ferrari.
Ermanno Ferrari è un docente e un educatore, impegnato come volontario presso l‘Associazione San Vincenzo per il banco alimentare e alcune case famiglia.
A livello nazionale ed internazionale, Ferrari è un membro della ONG IPO International Police Organization, un’organizzazione che si impegna a promuovere la sicurezza e il benessere pubblico in collaborazione con le forze di polizia di tutto il mondo.
Nel dettaglio, il Campo ISTAR, organizzato dall’Associazione Italiana Analisti di Intelligence e Geopolitica (AIAIG) in collaborazione con Centro studi AMIStaDeS APS, La Scuola Internazionale di Alta Formazione (SIAF), DOMÌNI – scuola di analisi geopolitica, Officina Mirabilis, Silent Croc, Dirama e prestigiosi Enti Patrocinanti, si è svolto a Volterra dal 1 al 5 maggio 2024, con il patrocinio del Ministero della Difesa. Si è trattato della terza edizione dell’attività formativa, simulativa e competitiva progettata per potenziare e consolidare le competenze degli specialisti di intelligence nel settore privato.
Volterra: l’imperiese Ermanno Ferrari al Campo ISTAR, per la formazione sull’Intelligence geopolitica
“Ho avuto l’opportunità di partecipare al Campo ISTAR dopo aver sentito parlare di questa possibilità durante una conferenza a Milano organizzata da Interpolis. Ho subito colto l’occasione e presentato la mia domanda, che è stata accettata dopo una valutazione del mio curriculum e delle mie attività. Alla fine, sono stato selezionato tra i 18 partecipanti.
L’evento, patrocinato dal Ministero della Difesa, vantava tra i docenti diversi generali in quiescenza dell’esercito italiano. A livello europeo e nazionale, questo campo rappresenta un’opportunità unica per chi si occupa di geopolitica e intelligence, combinando teoria e pratica sul campo.
Il programma era estremamente impegnativo e complesso, una vera full immersion. Visto il nostro entusiasmo e il coinvolgimento, non dormivamo la notte per portare avanti i vari compiti assegnati, lavorando in quattro team per completare le attività e i progetti. Il campo si concentrava sullo studio delle persone, le tecniche di ricerca sulle persone fisiche, la geolocalizzazione e l’uso di strumenti cartografici per identificare punti sulla mappa anche senza apparecchiature elettroniche. Abbiamo svolto diverse prove pratiche, sfruttando gli ampi spazi di Volterra, sotto la guida di un cartografo e un operatore delle forze speciali militari.
Una delle prove consisteva nell’organizzare e svolgere un’operazione ipotetica in un quadrante africano, chiamata IPOE, che prevedeva l’allestimento di un campo ospedaliero e l’organizzazione di un’evacuazione. Questo esercizio e molti altri avevano lo scopo di mettere in risalto l’importanza del lavoro di squadra. Tra gli altri, abbiamo anche frequentato un corso sulla cura e sullo stop delle emorragie in un campo ipotetico dove si potrebbero verificare scontri a fuoco.
Al termine dell’esperienza, il team che ha ottenuto il risultato migliore è stato il mio. È stata una bella soddisfazione, ma sottolineo che non era quello lo scopo del campo. L’obiettivo era quello di formarsi a tutto tondo e a coltivare lo spirito di squadra, e così è stato”.