2 Luglio 2024 23:21

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2 Luglio 2024 23:21

Imperia: “Salvaguardiamo la scuola primaria di Castelvecchio”. La lettera aperta della storica maestra Luigina Borgia. “Realtà educante fondamentale, non lasciamo che si indebolisca”

In breve: Ecco la preoccupazione evidenziata nella lettera aperta scritta dalla storica maestra Luigina Borgia, oggi 82enne.

“Cosa sta accadendo alla scuola primaria di Castelvecchio? Pare che si stia smontando, via via, con il rischio di non garantire più nel quartiere una realtà educante e socializzante al completo delle sue potenzialità”. Queste le parole scritte in una lettera aperta dalla storica maestra Luigina Borgia, oggi 82enne, preoccupata per le sorti della Scuola Primaria di Castelvecchio dell’I.C.N. Sauro di Imperia.

Luigina Borgia era stata protagonista di un servizio di ImperiaPost poichè, essendo stata tra i bambini arrivati a Imperia il 17 febbraio 1946, a bordo dei cosiddetti “treni della felicità”, organizzati da Unione Donne Italiane e Partito Comunista per aiutare le famiglie stremate dalla guerra e dalla povertà, la sua storia è stata raccontata nel libro di Giovanni Rinaldi “C’ero anch’io su quel treno”.

Imperia: “Salvaguardiamo la scuola primaria di Castelvecchio”. La lettera aperta della storica maestra Luigina Borgia

“Questa lettera aperta è rivolta a tutti coloro che hanno a cuore il destino della scuola di Castelvecchio (intitolata nel 1997 al pedagogista imperiese Giovanni Belgrano).

Per più decenni ho insegnato presso la scuola elementare (ora primaria) di Castelvecchio, a partire dagli anni settanta. Con altre impegnate colleghe mi sono dedicata all’attuazione di alcuni progetti anticipatori del tempo pieno che ha iniziato a funzionare nel 1982, prevedendo un curricolo arricchito da molteplici attività, quali: relazione di un giornalino scolastico, studio della lingua francese, attività drammatico-musicale e pittorica, giardinaggio ed allevamento di piccoli animali…

Questo istituto scolastico ha potuto sempre contare su una comunità ben amalgamata e collaborante, a partire dalla dirigenza e dal ruolo amministrativo.

Per i risultati conseguiti ha rappresentato motivo d’orgoglio per i docenti e le famiglie, cui era richiesta a volte fattiva collaborazione. Tanto che la ‘nostra scuola’ sicuramente è rimasta nella mente e nel cuore di molti ex alunni e dei colleghi che vi hanno operato con seria professionalità.

Cosa sta accadendo a questa struttura scolastica? Pare che si stia smontando, via via, con il rischio di non garantire più nel quartiere una realtà educante e socializzante al completo delle sue potenzialità.

Il processo involutivo conduce addirittura alla soppressione di sezioni o classi (notare che vi hanno funzionato da sempre dieci classi). Conseguentemente, come già detto, viene indebolito il ruolo di primo punto di riferimento socio-relazionale e di costruttore di cultura e di abilità di base per le giovani generazioni.

Il pensiero che si verifichi tale danno provoca amarezza ed incredulità in chi, come la sottoscritta, vi ha operato con passione e desiderio di continuo miglioramento dell’offerta formativa.

Per avere idee più chiare sul fenomeno di crisi, ci si può chiedere se sia stato provocato da un oggettivo calo demografico nel territorio intorno alla scuola, oppure se le famiglie hanno considerato meno attrattive le opportunità educative fruibili nel plesso scolastico (per informazione non convincente?).

Per non assistere impotenti alla crisi, ma anzi mirare a bloccarla, è auspicabile che ogni autorità, ogni ente, ogni organismo scolastico, ogni sindacato della categoria docenti si ponga l’intento di far chiarezza sul motivo della stessa e di agire in sinergia per garantire al quartiere una realtà scolastica della migliore qualità possibile e supportata da tutti i servizi necessari.

Tutto ciò prevede, naturalmente, la sensibilizzazione delle famiglie con figli in età scolare.

Non sono un’appassionata delle tecnologie informatiche, però in casi come questo mi auguro che possano veicolare una presa a cuore delle sorti di questa fondamentale e ‘cara’ istituzione scolastica e una spinta verso il buon operare per salvaguardarla”.

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