23 Luglio 2024 16:17

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23 Luglio 2024 16:17

Tangenti Liguria: nuovo filone sulla sanità privata. Spunta anche una presunta maxi frode sulle mascherine Covid

In breve: Il sospetto degli inquirenti è quello secondo il quale in cambio dei finanziamenti, legittimi, gli imprenditori avrebbero ottenuto contratti e convenzioni.

Finanziamenti da parte di imprenditori della sanità verso i comitati elettorali di Giovanni Toti. È questo un altro filone d’inchiesta, ancora più complesso, che corre parallelo a quello principale nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto, tra gli altri, del Governatore della Regione Liguria.

Tangenti: nuovo filone sulla sanità privata

Il sospetto degli inquirenti è quello secondo il quale in cambio dei finanziamenti, legittimi, gli imprenditori avrebbero ottenuto contratti e convenzioni.

In particolare, nel mirino ci sono oltre 40 mila euro di finanziamenti alla Fondazione Change che fa capo a Giovanni Toti, effettuati secondo gli inquirenti da alcune realtà attive nel settore sanitario convenzionato e privato, ad esempio Casa della Salute (network di poliambulatori specialistici controllati dal gruppo Italmobiliare della famiglia Pesenti), che, dal 2013 a oggi ha avuto un vero e proprio boom in Liguria, dove è presente con 29 strutture, 900 addetti e 450 medici. I loro ambulatori si trovano a Bordighera, Ventimiglia, Sanremo, Albenga, Savona, Cairo Montenotte.

Casa della Salute ha iniziato a contribuire con il comitato di Toti, che, a sua volta, avrebbe ricambiato presentando un loro evento presso la Sala della Trasparenza della Regione Liguria, nel corso del quale sono intervenuti sia il Governatore sia il sindaco di Genova Marco Bucci.

Tra i finanziatori anche l’Iclas di Rapallo del gruppo Gvm, Hc hospital e On Health Care.

Spunta anche una presunta frode per le mascherine anti-Covid

Dalle carte depositate nell’ambito dell’inchiesta sul voto di scambio tra la comunità riesina e quella calabrese e la lista del presidente Giovanni Toti, emerge anche una presunta maxifrode da un milione e 200mila euro sulle forniture sanitarie durante il Covid, in particolare le mascherine, che, durante la pandemia, erano introvabili.

Le indagini, in particolare, riguardano alcuni soggetti operanti nel Tigullio che, nell’agosto 2020, mentre erano monitorati e intercettati nell’ambito dell’inchiesta sul voto di scambio parlavano della possibilità di ‘agganciare’ il consigliere regionale Domenico Cianci (che risulta indagato nel filone del voto di scambio) per arrivare al Governatore e cercare di vendere le mascherine pediatriche. “..con Cianci se si arrivasse a Toti, per le mascherine, visto che abbiamo anche le mascherine da bimbo, adesso… sarebbe… sarebbe un bel colpo, eh?”, “perchè ora le stanno cercando da fare paura, quelle da bimbo, guarda, mi stanno chiamando tutte le farmaci…. se agganciamo la Regione abbiamo fatto briscola e 21”.

Al momento non è chiaro se l’obiettivo sia stato raggiunto o se si sia trattato di un tentativo. 

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