Nuova udienza in Tribunale a Imperia, nell’ambito del processo sul cosidetto “cold case svedese” che vede sul banco degli imputati il 73enne Salvatore Aldobrandi, accusato di omicidio per la morte di Sargonia Dankha, la 21enne scomparsa il 13 novembre 1995 a Linköping, città della Svezia a 200 chilometri a sud di Stoccolma.
Oggi, davanti alla Corte d’Assise (composta dalla giuria popolare e dai giudici Carlo Alberto Indellicati ed Eleonora Billeri) ha testimoniato un’amica di infanzia di Sargonia, Camilla Walberg, che ha raccontato i rapporti che la legavano alla giovane e agli incontri avuti con Aldobrandi.
Il processo è stato rinviato al prossimo 18 giugno quando si stabilirà se trasferire il processo per alcune udienze in Svezia o se al contrario calendarizzare tutte le udienze presso il Tribunale di Imperia sino al mese di dicembre, quando è prevista la sentenza.
L’imputato, Salvatore Aldobrandi, cambiando idea rispetto alla prima ora, e ha dato il proprio assenso al trasferimento in Svezia per seguire il processo. La Corte d’Assise, dopo aver attivato il canale della cooperazione giudiziaria europea (Oei, Ordine Europeo di Indagine), ha dapprima inviato la propria richiesta di trasferimento del processo in Svezia per l’audizione di alcuni testimoni impossibilitati a raggiungere l’Italia, al Dipartimento Nazionale della Procura Svedese e successivamente alla Corte di Norrköping che ha chiesto alcune delucidazioni in merito alla conduzione dell’esame dei testimoni, al numero dei testimoni e alla durata della “trasferta” (10-15 giorni, secondo quanto trapelato oggi). La Corte d’Assise ha risposto nella giornata odierna e il prossimo 18 giugno verrà presa una decisione.
La testimonianza di un’amica di infanzia di Sargonia
“Conoscevo Sargonia, eravamo amiche sin dall’infanzia. L’ho vista un paio di giorni prima che sparisse. Mi aveva detto che aveva incontrato un nuovo fidanzato e che aveva un appartamento nuovo. Sapevo che stava insieme a Salvatore Aldobrandi, lei le aveva detto che voleva lasciarlo e sentirsi libera. Diceva che non era una buona relazione, aveva paura di Aldobrandi. Non la lasciava mai libera e si sentiva oppressa, si sentiva come un oggetto. Lui le voleva sempre dare dei soldi, ma lei non ne voleva, voleva essere indipendente.
Ricordo una volta che ci siamo visti al ristorante Maxime. Aldobrandi è venuto a disturbarci tutto il tempo, Sargonia era molto infastidita e gli aveva detto di andarsene. Volevamo stare insieme a parlare perché l’anno prima era morto suo fratello, era stato trovato morto nel letto. Sargonia non credeva a un malore perché la sera prima era andato al ristorante Maxime e secondo lei qualcuno lo aveva avvelenato. Diceva che sapeva chi lo aveva fatto e guardava Aldobrandi.
Sargonia mi aveva anche detto che Aldobrandi le aveva detto che se si fosse spostata con un altro l’avrebbe uccisa.
Con Sargonia quando eravamo piccoli ci vedevamo spesso, da grandi una volta al mese oppure ogni due mesi. Qualche giorno dopo la scomparsa ho incontrato la mamma di Sargonia che la stava cercando”.