23 Novembre 2024 13:51

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23 Novembre 2024 13:51

Elezioni: Alemanno (Indipendenza), “a Sanremo la Martini può arrivare al ballottaggio. Alleanze per le regionali? Vedremo i candidati”/Video

In breve: Gianni Alemanno, leader di Indipendenza, rivendica il suo ruolo alternativo e non risparmia bordate al centrodestra

Gianni Alemanno, leader di Indipendenza è venuto nel territorio imperiese per sostenere la candidatura a sindaco di Sanremo di Erica Martini e per ribadire la posizione alternativa del suo movimento politico rispetto agli altri partiti e in generale e a quelli del centrodestra in particolare.

Gianni Alemanno, leader di Indipendenza, rivendica il suo ruolo alternativo e non risparmia bordate al centrodestra

Alemanno in questa corsa solitaria non teme l’isolamento e anzi sottolinea: “Si diceva un tempo meglio soli che male accompagnati, noi ci siamo ribellati a un centro-destra che a livello nazionale è troppo asservito agli interessi stranieri, non difende l’interesse nazionale e dall’altro lato nel territorio, spesso presenta soluzioni amministrative inadeguate, totalmente inadeguate.

Ci sono anche comuni in cui noi siamo in coalizione col centrodestra, però non è un obbligo, lo facciamo solo quando ci convincono i candidati sindaci. Nel caso di qua, di Imperia, abbiamo puntato su Zarbano perché è una persona estremamente seria un generale dei Carabinieri che ha fatto molta esperienza in campo della società civile.

Stesso discorso vale per quanto riguarda Sanremo dove Erika Martini è una persona fresca che non ha mai fatto politica, che viene anche lei dalla società civile, è una musicista e che veramente rompe un sistema di potere che a Sanremo ha totalmente paralizzato la città”.

Gianni Alemanno, condannato in via definitiva a un anno e dieci mesi per traffico di influenze, ritiene in qualche modo inadeguate le attuali leggi legate all’attività politica e ai rapporti fra politica e mondo delle imprese. E sottolinea: “La mia vicenda giudiziaria è cominciata con accuse assurde di associazione mafiosa, di corruzione, di questo e quell’altro e poi tutto si è ridotto in Cassazione, semplicemente a un traffico di influenze in cui sono accusato di aver sollecitato il pagamento di crediti dovuti a una cooperativa sociale. Quindi sostanzialmente qualcosa che credo sia un dovere degli amministratori  e quindi io da questo punto di vista rivendico la mia innocenza e comunque la assurdità del fatto che mi viene contestato.

In generale è chiaro che la politica è sempre esposta a rischi di corruzione, contaminazione con gli affari, però non deve diventare una fissazione. Qua dietro abbiamo uno dei porti di Imperia, che è stato bloccato per anni, per un’inchiesta che poi si è risolta in un nulla di fatto.

Dobbiamo combattere la corruzione, però senza che vengano fatti dei teoremi più o meno assurdi su ogni cosa, il traffico di influenze, quello di cui sono stato alla fine accusato, è sostanzialmente qualcosa che spesso non esiste, è il normale rapporto che c’è fra la politica e la realtà economica, dove c’è un naturale interscambio di proposte, di idee, di sostegno. Da questo punto di vista non tutto deve essere criminalizzato, bisogna guardare esattamente in faccia la realtà perché sennò il paradosso è questo, più si diventa capziosi, più la vera corruzione, il vero affarismo sfugge ai radar della politica e delle inchieste e della magistratura”.

Non c’è un problema di politica malata in qualche modo contaminata dal fatto che non esistono i finanziamenti dei partiti  e che comunque fare politica costa, fare le campagne elettorali costa?

Risponde Alemanno: “Gli italiani hanno scelto in maniera inequivocabile di non fare finanziamento pubblico ai partiti e quindi è inutile tornare su questa cosa, è inutile riproporre il finanziamento pubblico, gli italiani non lo vogliono. E si può anche capire perché.

Il problema è un altro. Il problema è che bisogna regolare meglio i rapporti fra politica e mondo economico e questo va fatto come in America, con una legge sulle lobby, una legge insomma sul finanziamento privato e sostanzialmente rendendo trasparente tutto questo. Qui non si tratta di demonizzare o di fare il proibizionismo assurdo, si tratta di mettere in trasparenza, in maniera tale che il cittadino quando giudica una forza politica sappia anche giudicare se ci sono degli interessi legittimi e trasparenti che in qualche modo vengono valorizzati da quella forza politica”.

Adesso, oltre alle comunali, potremmo avere le regionali dietro l’angolo, ma a questo punto lei, Indipendenza che farete? Sarete di nuovo solitari, alternativi? Premia questo atteggiamento?

Dice Gianni  Alemanno: “Noi molto probabilmente saremo sul ballottaggio, perché la crescita di Erika Martini è così forte che non è da escludere che si possono superare gli altri candidati in lista e si possa essere nel ballottaggio, quindi noi facciamo la nostra battaglia fino al primo turno, poi vedremo, perché l’obiettivo minimo è quello di mandare una pattuglia di consiglieri che faccia in qualche modo da interdizione, da presenza rispetto a questi poteri consolidati, ma l’obiettivo massimo è far diventare Erika Martini, sindaco, ed è possibile.

Alle regionali presenteremo la nostra lista, vedremo quali sono i candidati in lista, se i candidati sono validi, possono essere validi, potremo andarli ad appoggiare. Se non saranno validi, presenteremo la nostra lista, un nostro candidato alla presidenza, magari creando coalizioni con tutte le forze che credono all’alternativa nel cambiamento.

Non bisogna farsi bloccare negli schemi precostituiti. Ricordiamoci che negli ultimi anni abbiamo visto forze che partivano dall’1% arrivare fino al 30%, è successo ai 5 Stelle, è successo alla Lega, è successo a Fratelli d’Italia che 10 anni fa stavano all’1-9%. Non bisogna farsi bloccare gli schemi precostituiti perché non dobbiamo vivere in una democrazia bloccata, basata su scegliamo il meno peggio, ma la democrazia deve scegliere la vera indipendenza nazionale, i veri interessi degli italiani”.

Conclude Gianni Alemanno: “Il centro-destra non è il nostro riferimento obbligato, noi per esempio stiamo dialogando con Marco Rizzo che è di Democrazia Sovrana e Popolare, un ex comunista, una persona che viene da sinistra, non siamo obbligati al centro-destra.

Questo obbligo ha già fatto fallire il progetto di Alleanza Nazionale, ha già visto il fallimento dei governi Berlusconi, che era sicuramente uno statista molto più dotato di Giorgia Meloni, quindi dove sta scritto che noi per forza dobbiamo andare nel centro-destra?  Ci andiamo solo se il centro-destra dà le risposte giuste.

Non possiamo andare con un centrodestra che è favorevole alla guerra in Ucraina, che è costata 150 miliardi all’Italia. che gira la testa dall’altra parte rispetto alla Palestina, dove si sta infiammando tutto il mondo islamico nella strage di Gaza.

Un centrodestra che non fa l’interesse nazionale. Pensate, in Europa, il ministro Giorgetti ha ratificato il patto di stabilità europeo, che non era obbligato a farlo, che costerà l’Italia tagli per 100 miliardi in 7 anni e lui non ha esercitato il potere di veto. Questo vi dimostra che sostanzialmente siamo fuori di strada. Noi queste cose non le vogliamo appoggiare, perché sono cose che distruggono l’Italia.

Questo governo ha fatto tante promesse, Giorgia Meloni ha fatto tante promesse e non ne sta mantenendo manco una. In queste condizioni non c’è nessuna possibilità di incontro fra noi e il centrodestra”.

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