3 Luglio 2024 07:20

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3 Luglio 2024 07:20

Imperia: la storia di Alessandra Moscato, in affido dall’età di 10 anni. “Ciro e Graziella sono la mia famiglia anche se non li chiamo mamma e papà. Il mio sogno? Occuparmi di diritto di famiglia come avvocato” / Video

In breve: L'intervista ad Alessandra Moscato, referente nazionale del Tavolo dell'Affido e praticante avvocato a Sanremo.

“Ciro e Graziella mi hanno accolto 16 anni fa, loro sono la mia famiglia, ma non una ‘nuova’ famiglia, bensì integrativa rispetto a quella di origine, non ho mai sentito il bisogno di chiamarli mamma e papà, ma sono il mio punto di riferimento, senza nulla toglie alla figura di mia madre, che è sempre stata presente nella mia vita”. Questa la testimonianza di Alessandra Moscato, referente nazionale del Tavolo dell’Affido e praticante avvocato a Sanremo, che vive la realtà dell‘affido familiare fin dall’età di 10 anni. In occasione della Passeggiata tra gli Ulivi e le Ginestre, organizzata da Associazione Progetto Famiglia, Casa Famiglia Pollicino e CO.FA.mi.LI per la Festa dell’Affido Familiare, ImperiaPost ha intervistato Alessandra Moscato per mettere in luce l’importanza del tema.

Imperia: la storia di Alessandra Moscato, in affido dall’età di 10 anni

Vuole raccontarci qual è stata la sua esperienza?

“Vivo l’affido familiare dall’età di 10 anni, dal giorno in cui mia madre venne a prendere me e mia sorella alla scuola estiva prima del solito. In genere era la prima a portarci e l’ultima ad arrivare a riprenderci. Eravamo io e mia sorella quando ci disse: “Domani andrete a fare una vacanza” Sicuramente per affievolire quello che sarebbe stato il distacco.

Posso dire che personalmente non ho patito l’allontanamento. Anche se non è stato graduale, perchè è successo da un momento all’altro, ma il fatto di essere consapevoli è stato diverso, spesso non succede così. Il mio affido in realtà perdura ancora oggi che ho 26 anni, nonostante io abbia continui rapporti con mia madre. Tengo a sottolineare che l’affido familiare non è adozione, nonostante la legge che li disciplina sia la stessa, ma sono due istituti completamente diversi.

L’affidamento familiare nasce come strumento per ovviare a situazioni di difficoltà del nucleo familiare di origine e per cercare di dare al bambino la possibilità di vivere in un ambiente migliore e più idoneo per il suo sviluppo. L’adozione, invece, è completamente un’altra cosa: non prevede il rientro nella famiglia di origine, mentre l’affidamento nasce proprio per questo motivo.

Ringrazio tutti quelli che partecipano a questa passeggiata, perché è un evento importante a sostegno di questo istituto e spero che un domani sia ancora più ascoltato, sentito e partecipato”.

Questa sua esperienza di vita l’ha portata anche a scegliere un percorso professionale ed extraprofessionale in quest’ambito?

“Sì, dopo il diploma mi sono iscritta al corso di laurea magistrale in Giurisprudenza. Mi sono laureata lo scorso anno con una tesi sulla Legge 184 del 1983, proprio sull’affidamento familiare. Ancora ieri mi hanno chiesto di partecipare a un convegno come relatrice per affrontare il tema della riforma Cartabia e dell’affidamento al servizio sociale, così come introdotto nella Legge 184. Ad oggi sto svolgendo la pratica forense per arrivare alla fine dell’anno a svolgere l‘esame di stato e occuparmi un domani interamente del diritto di famiglia come avvocato. Vorrei iscrivermi anche alle liste speciali per curatore speciale all’interno del tribunale”.

Per lei, la famiglia che l’ha accolta in questi anni cosa rappresenta?

“Sicuramente rappresenta la mia famiglia, ma non perché nuova, quanto piuttosto integrativa rispetto alla mia famiglia di origine. Voglio sottolineare che è una famiglia costituita da mamma e papà, ma non ho mai sentito il bisogno di chiamarli tali. Per me sono Ciro e Graziella. Negli ultimi anni ho iniziato a chiamare Ciro “roccia” perché rappresenta il mio punto di riferimento, il punto fermo della mia vita. Ha fatto tanto per me e continua a farlo. Nulla toglie alla figura di mia madre, che è sempre stata presente nella mia vita nonostante le difficoltà che ha dovuto affrontare. È sempre stata la mia mamma”.

 

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