23 Novembre 2024 16:04

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23 Novembre 2024 16:04

Elezioni Europee: a tu per tu con Donatella Alfonso candidata per il PD. “Dai diritti delle persone e del lavoro alla difesa del suolo, riscriviamo la Liguria. Basta sistema Toti, bisogna andare al voto in Regione”/ Foto e video

In breve: Giornalista e scrittrice, Donatella Alfonso nella sua esperienza professionale si è interessata soprattutto di cronaca e politica locale e nazionale, cultura, società e delle trasformazioni del mondo.

Non si è arrivati alla Repubblica in maniera casuale, ci siamo arrivati perché c’è stata la Resistenza, perché gli italiani hanno deciso di dire di no al prolungamento della guerra e ancora all’oppressione fascista e all’invasione nazista“. Queste le parole di Donatella Alfonso, candidata alle Elezioni Europee dell’8-9 giugno per il Partito Democratico, nella circoscrizione Nord Ovest (Valle D’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria), intervistata il giorno della Festa della Repubblica.

Giornalista e scrittrice, Donatella Alfonso nella sua esperienza professionale si è interessata soprattutto di cronaca e politica locale e nazionale, cultura, società e delle trasformazioni del mondo. Come saggista, ha scritto di Resistenza, anni Settanta, diritti delle donne e Novecento. Dal giugno del 2022 è ConsiglieraComunale nel gruppo del Partito Democratico a Genova.

Donatella Alfonso candidata per il Partito Democratico alle prossime europee ormai vicinissime dell’8 e 9 giugno. Quali sono i temi che porterà in Europa nel caso venisse eletta?

“I temi sono quelli di cui mi occupo da tanto tempo, quindi per esempio i temi dei diritti e quelli del lavoro. La questione del lavoro è fondamentale il salario minimo ad esempio, l’Italia è tra i cinque paesi che hanno votato contro a livello di Commissione Europea all’istituzione del salario minimo. Sto girando molto perché ovviamente la circoscrizione è uno quindi il nord-ovest è enorme, è uno spazio da 15 milioni di abitanti, noi Liguri siamo 1,5 milioni quindi è importante far portare a far sapere che esiste la Liguria come elemento fondamentale nel nord-ovest e non soltanto per quello che è il sistema portuale. Il sistema portuale lo è dal punto di vista del fatto che Genova, Savona Vado e La Spezia sono la porta naturale per quelli che sono i traffici del nord-ovest attraverso il traffico marittimo, ma perché siamo fortemente connessi e dobbiamo essere fortemente connessi. Anzi proprio perché sappiamo bene qual è lo stato delle infrastrutture liguri e sappiamo, parlando anche con popolazioni diverse negli incontri che ho avuto anche nel basso Piemonte, nel cuneese, la necessità di avere dei degli incontri più semplificati proprio con gli altri territori, incontri semplificati anche dal fatto che non ci sono infrastrutturestradali né ferroviarie che colleghino bene questi territori.

Il lavoro, la necessità di muoversi, di potersi muovere, tutto questo per esplicare anche i propri diritti. Quello che in questo momento si vede in Europa è inutile nasconderlo, questo è un voto politico, perché l’Europa che potrà uscire dalle urne il prossimo fine settimana sarà un’Europa che potrà svoltare di più a destra e quindi perdere sotto il profilo dei diritti, dai diritti del lavoro appunto a quelli delle singole persone, di quelli delle donne che devono invece potersi esprimere sulle scelte in primo luogo sul proprio corpo quindi anche sull’interruzione di gravidanza, argomento che in determinati paesi le ‘democrature’ cosiddette del dell’est dell’Europa è diventato un reato o è tornato ad essere un reato. Quindi queste cose noi vorremmo combatterle. Faccio parte delle democratiche che si impegnano particolarmente su questo tema, siamo per la scelta e non contro le scelte che ci vorrebbero imporre. Concludo su questo profilo quindi i diritti, i diritti delle persone, i diritti al lavoro, tra i diritti al lavoro una cosa che mi sta molto a cuore su cui sto lavorando è la retribuzione anche degli stage e dei tirocini, perché non se ne può più. Incontro un sacco di persone sia ragazzi sia genitori o anche nonni che mi dicono mio nipote è bravo laureato, ha lavorato 6 mesi a 500 euro al mese poi l’han cacciato han preso un altro, basta ci vuole una legge europea. Tra l’altro si stava già lavorando su questo tema ma casualmente anche qui non si è arrivati all’intesa e l’Italia non è stata d’accordo”.

Per quanto riguarda il Ponente Ligure più nel dettaglio?

“Sul Ponente come ho già cominciato a dire c’è la necessità di collegamenti maggiori. L’Europa non è soltanto il bancomat che dà dei fondi, i fondi ci sono, il problema vero è la distribuzione dei fondi e soprattutto l’informazione su quello che l’Europa può dare, perché molto spesso l’informazione non arriva o arriva soltanto ai Comuni come dire amici delle amministrazioni regionali che poi alla fine sono quelle che questi fondi diffondono e distribuiscono. Io credo che sia fondamentale giusto per l’entroterra soprattutto del Ponente Ligure avere la possibilità di una maggiore conoscenza di tutti i fondi disponibili, di tutte le possibilità disponibili in maniera che si possa anche combattere quello che è lo spopolamento delle vallate, spopolamento delle vallate dovuto alla mancanza di servizi. Mi continuano a dire che chiudono sportelli bancari, ma soprattutto sportelli postali e nelle piccole comunità la posta è un punto di riferimento, le infrastrutture immateriali, vale a dire la connessione veloce internet, ragione per cui tante persone potrebbero scegliere di lavorare in Smart Working oppure avviare delle attività anche da piccoli centri. Per tutto questo ci vuole unitamente una sorta di task force europea che riguardi la difesa del suolo e dei territori, perché continuare a registrare l’ennesima alluvione, l’ennesima frana, l’ennesima strada interrotta vuol dire lavoro perso, giornate perse e lavori che non verranno mai più fatti perché e altri territori rimarranno ancora isolati. Come vedete da fare ce n’è, anche sulla transizione ecologica, non era perfetto il Green New Deal, nulla è perfetto, tutto è perfettibile, a partire dalle norme dell’Europa, che sono quelle soprattutto di non andare più all’obbligo dell’unitarietà, dell’avere l’ok di tutti e 27 paesi su tutti i temi, che come potete ben capire è molto difficile. Quello che è importante invece è passare e il gruppo dei socialisti e democratici all’interno del Parlamento Europeo, guidato finora da Brando Benifei che era l’europarlamentare uscente Ligure. Tutto questo chiede praticamente di modificarlo in approvazione a maggioranza qualificata. La maggioranza qualificata permette di applicare le direttive, invece l’obbligo della risposta unanime e unitaria alla fine, visto che non si ottiene, per il diritto di veto anche di un singolo paese, non si va avanti su nulla”.

Un passaggio sulla regione Liguria che è stata travolta un po’ dalle indagini che hanno portato all’arresto del presidente della Liguria Giovanni Toti. Quali sono i suoi pensieri in particolare sul futuro della Regione?

“La Regione in questo momento benché il presidente Toti dice che loro possono andare avanti lo stesso che possa che tutto funziona, non è vero. Sappiamo bene che nessun funzionario firma più nulla, tutto si blocca a tanti livelli, i comuni che non ricevono a loro volta i fondi e le pratiche che vengono sospese o rimandate. Noi pensiamo e io in particolare mi accorgo da quello che mi dicono le persone che incontro sui mercati, nei circoli, in giro, che bisogna tornare a votare. Bisogna tornare a votare al più presto perché la Liguria deve esprimersi e deve esprimersi contro un sistema di potere, un sistema di potere consolidato in questi anni che ha dato più spazio all’apparenza, una per tutte il famoso mortaio gonfiabile vagante sui fiumi d’Europa. Secondo me per promuovere davvero la Liguria in Europa basta semplicemente guardarsi intorno in un luogo stupendo come questo e avere chiara la capacità dei suoi abitanti di fare grandi cose. La Liguria non è seconda a nessuno nell’ambito del nord-ovest, semplicemente ognuno può avere il suo spazio può avere la sua promozione può avere però anche il suo sviluppo. Credo molto torno a dire nel Green New Deal e nella possibilità di nuove attività sotto questo profilo. Tutte queste cose con una regione azzoppata, com’è in questo momento la giunta regionale, non è possibile andare avanti. Quindi basta con il governo Toti. Addirittura è una cosa surreale questa cosa di un presidente che dagli arresti domiciliari fa dei vertici politici stabilisce la linea di quello che dovranno fare i liguri, basta. Comunque vada la situazione giudiziaria che non è un problema politico è un problema giudiziario delle persone coinvolte, questo sia chiaro, e quindi stiamo a vedere che cosa succederà, politicamente i liguri si vogliono esprimere, me lo chiedono tutti i giorni e io non faccio altro che essere della stessa opinione, per cui basta con il sistema Toti”.

Per concludere oggi è la festa della Repubblica una ricorrenza importante perché va celebrato questo giorno?

“Molto semplicemente perché noi siamo quello che esce dalla Costituzione, noi siamo la Costituzione, se c’è questa Repubblica, se c’è questo paese, è perché c’è stata la Resistenza e dalla Resistenza sono nate l’assemblea costituente e il lavoro della commissione dei 75 che ha costruito materialmente e ha scritto materialmente la Costituzione e quindi la Repubblica è una scelta dei cittadini. Non si è arrivati alla Repubblica in maniera casuale o dal cielo, ci siamo arrivati perché c’è stata la Resistenza, perché gli italiani hanno deciso di dire di no al prolungamento della guerra e ancora all’oppressione fascista e all’invasione nazista, è tutto molto semplice.

Chi dice che il fascismo è morto di freddo racconta delle grandi storie e delle grandi falsità, il fascismo è morto perché c’è stata la Resistenza di tutte le forze democratiche, perché chi dice che è una questione di parte altrettanto dice una falsità. Per cui buona Repubblica a tutti.

Aggiungo una cosa ovviamente in questi mesi il film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani” è stato è stato al top dei botteghini perché è il film che racconta il primo giorno il primo voto delle donne. Una delle cose fondamentali proprio per la Repubblica è stato il voto delle donne, è stata la possibilità che le donne hanno finalmente avuto di dire la loro. In uno dei miei giri su un mercato ho incontrato una ragazza straniera che mi ha detto: ‘io posso votare finalmente perché ho la cittadinanza italiana e quindi verrò a votare, verrò a votare una donna e andrò insieme a mia figlia’. Ecco penso che questa sia la cosa più bella che potevo sentirmi dire”.

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