“Fuori i profitti dall’acqua” – Questo il motto della manifestazione di protesta che si terrà martedì prossimo, 4 giugno, alle ore 17.30, davanti al Comune di Imperia.
Il 4 giugno, infatti, è in programma il Consiglio Comunale nel quale verrà discussa anche la vicenda delle maxi bollette di Rivieracqua. Non sono mancate le polemiche anche da parte dell’opposizione, per l’inserimento della tematica dell’acqua all’ultimo punto dell’ordine del giorno.
Imperia: martedì 4 giugno nuovo presidio di protesta contro le maxi bollette di Rivieracqua
“Manifesteremo anche contro l’arroganza della maggioranza che ha deciso di stravolgere l’ordine del giorno della seduta, facendo slittare alla tarda ora la discussione su Rivieracqua, disinteressandosi delle difficoltà e delle istanze della cittadinanza, mostrandosi in forte difficoltà.
La privatizzazione incombe e il tempo stringe – fanno sapere dal CimAP (Coordinamento imperiese Acqua Pubblica), in una nota stampa.
“Con il Commissariamento dell’ATO idrico imperiese, è iniziato l’atto finale per la privatizzazione della gestione pubblica dell’acqua bene comune, tradendo l’esito referendario del 2011.
Un percorso preparato scientemente e portato avanti cinicamente in questi anni costellati dai ricorsi e dalle istanze di fallimento, che hanno visto un attacco serrato alla fragile Rivieracqua, sfiancata dalla crisi finanziaria, dall’inerzia e dalla inadeguatezza dei nostri sindaci.
Con il privato, come è noto si riduce il ruolo delle amministrazioni locali a mera “foglia di fico”, in un contesto regolato dal mercato; diminuiscono la qualità del servizio e i posti di lavoro per ridurre i costi e aumentano le tariffe per massimizzare i profitti.
Lo sanno i dipendenti di Rivieracqua che ad oggi vedono mortificate le condizioni di lavoro e contrattuali, mentre prevedono il taglio di 55 unità e vengono spesi milioni in consulenze esterne.
Quella delle bollette pazze è stata solo un’anticipazione e l’ultimo atto di uno spettacolo indecoroso. Nel tentativo di mettere in difficoltà ancora una volta Rivieracqua, si legge la sfrontatezza del Commissario Scajola che non può non avere tenuto conto delle conseguenze che sono ricadute sugli utenti incolpevoli.
Non devono pagare i cittadini, stanchi dei continui disservizi, per l’inefficienza della gestione e le responsabilità degli amministratori. In una situazione che in tutto l’estremo ponente sta sempre più esplodendo, spaventa l’assordante silenzio di una risposta politica, inadeguata alle esigenze delle comunità in difficoltà e in fibrillazione.
E’ ancora possibile correre ai ripari:
- Vogliamo la gestione pubblica dell’acqua. I Comuni e i loro sindaci possono ancora scongiurare la messa a gara ed i rischi d’illegittimità della privatizzazione, essendo incompatibile con le norme eurounitarie. Rivieraqua ha un affidamento diretto e deve restare una società in house.
- Vogliamo tariffe eque. Siano i Comuni a farsi carico degli oneri retroattivi, se dovuti, nella forma di bonus generalizzato a tutte e tutti gli utenti. Tariffa Unica sia anche modulata (tariffe agevolate) e non preveda profitti ed oneri finanziari per il gestore.
- Vogliamo la revoca della gestione commissariale dell’ATO idrico imperiese, espressione del governo regionale e del ‘sistema Toti’, un incarico che conferisce poteri straordinari al commissario, sottraendo trasparenza e democrazia alla gestione dell’acqua.
- Vogliamo un grande opera d’investimento sulle reti, che ad oggi hanno dispersioni del 45%, e interventi sulla ricarica delle falde per contrastare gli effetti della siccità e per la tutela della risorsa idrica, anche in termini di qualità e potabilità.
- Vogliamo condivisione e partecipazione nelle scelte che condizionano la nostra esistenza.
- Non restiamo inermi ad assistere al funerale dell’acqua pubblica che Scajola e i sindaci stanno preparando. Uniamo le forze, difendiamo tutte e tutti insieme il nostro territorio e torniamo a prendere in mano le nostre vite.