Lucio Sardi, consigliere di minoranza del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, interviene con una nota in merito ai nuovi spazi pubblici in Calata Cuneo, recentemente inaugurati dal sindaco Claudio Scajola.
Nuovi spazi pubblici in Calata Cuneo: polemico Lucio Sardi
“La cerimonia organizzata dal sindaco Scajola per celebrare l’ultima avanzata sul fronte delle cancellate nella sua personale guerra contro la banchina commerciale di Oneglia, è stata accompagnata da alcune delle sue ormai consuete dichiarazioni rilasciate a dispetto della logica e della realtà.
Mentre guidava con lo stile di Alberto Sordi nel film Il medico della mutua, il codazzo incolonnato dei suoi sostenitori e funzionari comunali assunti a gettone, ha incrociato casualmente il sottoscritto e mi ha indicato con tono un po’ di scherno definendo me il “passato” e sé stesso il “futuro”.
Una affermazione decisamente curiosa per un politico che da ormai quarant’anni, salvo alcune brevi pause, decide le sorti della città, tanto che se mi avesse dato del basso forse sarebbe stato più credibile.
Quella battuta non è insensata solo per ragioni anagrafiche, quanto per il fatto che un politico che continua da quattro decenni a proporre sempre la stessa ricetta di città mono-vocazionale turistica e speculativa, (modello già superato e incapace di far crescere Imperia), possa pensare di auto attribuirsi il ruolo di rappresentante del futuro.
Per completare la sua visita da primario del “reparto soppressione porti commerciali”, mentre passeggiava sotto le vecchie gru per l’occasione ritinteggiare di blu “cabina dei bagni Miramare”, Scajola si è poi lanciato in una invettiva contro i titolari di privilegi che intende spazzare via.
Un distratto passante sentendola avrebbe potuto pensare che finalmente ad Imperia si sarebbe messo fine alla stagione degli speculatori e delle sterili, per l’economia cittadina, operazioni di trasformazione delle aree produttive in residenziali.
Peccato che Scajola ce l’aveva invece con quei “privilegiati” dei lavoratori della compagnia portuale, con gli spedizionieri, i terminalisti e i pescatori che da decenni si sarebbero arrogati il diritto di utilizzare le aree commerciali del porto per lavorare, privilegio che lui vuole una volta per tutte togliere di mezzo.
Il punto è che questo ribaltamento della logica e della realtà cittadina viene fatto da una figura che per storia, stile politico e metodo di gestione del potere è l’antitesi di come si rappresenta.
Un politico che da quarant’anni ci propina ideologicamente sempre lo stesso modello di città, che ha gestito il potere dispensando incarichi e ruoli alla sua corte di fedelissimi (con effetti disastrosi come nel caso di RT e Rivieracqua) e che ha l’allergia per ogni critica e confronto democratico, è semmai paragonabile ad un satrapo da staterello post sovietico, tipo il presidente Bielorusso Lukashenko (praticamente uno Scajolenko).
Da buon emulo delle cariatidi delle ex repubbliche sovietiche, Scajola ha fatto poi intendere come interpreta il confronto democratico definendo “quattro caciaroni” i cittadini che intendono portare in consiglio la protesta per le tariffe retroattive e la privatizzazione di Rivieracqua.
Per dimostrare il suo grado di rispetto verso il confronto democratico con le opposizioni, Skajolenko ha infine deciso di spedire in una sorta di siberia temporale la discussione sull’acqua che, visti i tanti punti che ha frettolosamente imposto nell’ordine del giorno del consiglio comunale convocato dalle opposizioni per parlarne, si terrà probabilmente verso le ore 20, ma del fuso orario di Novosibirsk.”