“Oggi approviamo un altro tassello fondamentale per completare l’opera che cambierà la città”. Queste le parole del vicesindaco Giuseppe Fossati nel corso della presentazione delle pratiche relative al Porto Turistico approdate in consiglio comunale.
Nel dettaglio, i tre punti all’ordine del giorno a tema porto, tutti approvati, riguardano l’approvazione del piano economico finanziario, la presa d’atto dell’approvazione regionale e l’accettazione delle prescrizioni e la deroga sulla densità edilizia nel piano regolatore portuale.
Vicesindaco Giuseppe Fossati
Piano economico finanziario
“La pratica che esaminiamo è fondamentale perchè è uno dei tasselli che consentiranno di avviare la procedura di conferenza dei servizi alla fine di questa settimana e arrivare poi alla concessione demaniale alla Go Imperia e dare finalmente l’avvio dei lavori per il completamento del Porto Turistico, con tutto quello che questo comporta per la città e il Comune di Imperia. Il piano economico finanziario è quel documento che verifica la sostenibilità economica dell’operazione, quantifica l’investimento e il ritorno dell’investimento che si fa su un’area demaniale, determinando la durata della concessione demaniale che sarà di 65 anni, esamina tutte le componenti dell’operazione e scandisce i tempi di realizzazione.
Il piano parte da un’analisi del mercato nautico italiano in questo momento che è su livelli superiori rispetto a quello del 2006, il contesto economico è favorevole. L’operazione prevede la realizzazione di 1235 posti barca più 10 posti individuati come non disponibili, destinati ai pescatori e ai battelli turistici, non considerati nel piano economico finanziario.
L’investimento è importante di circa 160 milioni di euro. I posti cedibili a prezzo pieno sono 411, poi ci sono quelli cedibili a prezzo scontato che derivano da una scelta politica per andare a tutelare coloro che a suo tempo avevano creduto nel porto di Imperia e avevano acquistato dei posti barca, poi perdendo tutto. È stata fatta la scelta di dare un titolo preferenziale sperando che abbiano ancora voglia di investire sul porto e riacquistare a un prezzo scontato del 50% per rendere appetibile l’operazione e anche per avere un flusso di cassa importante alla Go Imperia, società al 100% pubblica di proprietà del Comune.
C’è anche lo studio di quello che si attende di incassare dai posti destinati alla cessione, che dovrebbero portare un introito di 80 milioni di euro, che andranno poi destinate alla funzione pubblica che il socio riveste.
Le parti immobiliari in vendita: box nautici, box auto, parcheggi coperti e scoperti. L’operazione immobiliare: è prevista la realizzazione di un albergo di lusso e delle residenze di alta qualità e di residenze ordinarie destinate alla vendita che porteranno un flusso di cassa importante per la Go Imperia.
Ci saranno opere di urbanizzazione di 13 milioni di euro per cui la Go Imperia si impegna a realizzare: le fognature, i sottoservizi connessi all’attività portuale, la rotonda sul lungomare Vespucci, il ponte su Rio Baitè, il ponte sul torrente Impero che collegherà con il parco dell’energia. Tutte queste opere dovranno essere realizzate entro il 2027. Partita l’operazione Go Imperia partirà per realizzare tra le altre cose queste opere di urbanizzazioni importanti per la città.
Per quanto riguarda i flussi di cassa di gestione della marina, il costo dell’attività di gestione dell’approdo e il ritorno economico. Si ipotizza che il costo sia intorno ai 9 milioni di euro e l’entrata intorno ai 10 milioni di euro, con una differenza di 25 milioni di euro e quindi ci rendiamo conto dell’operazione per la Go Imperia e per il socio Comune.
La Go Imperia si impegna per la concessione comunale a versare 2 milioni di euro all’anno al Comune. Un’entrata fissa annuale che permetterà di avere risorse importanti. È importante sottolineare la prudenza con cui sono state fatte le stime.
È importante far ripartire il Porto, è un tassello fondamentale per far ripartire un discorso che si è fermato 15 anni fa, ed è necessario completare l’opera che è una ferita aperta per la città, per il ritorno che può dare alla città e ai concittadini.
Mi scuso con i consiglieri perchè è vero che hanno avuto poco tempo per vedere la pratica. Però questa è la conseguenza della volontà dell’amministrazione di dare priorità assoluta a questa pratica perchè è importante partire con questa operazione. È valsa la pena fare un sacrificio tutti.
Con il secondo tassello che poniamo oggi per costruire il nuovo porto turistico, andiamo a chiudere la pratica della variante urbanistica e della approvazione del soggetto sotteso, andando a recepire e accettare le prescrizioni regionali. La Regione ha approvato la variante e ha condiviso le varianti adottate dal consiglio comunale, rispetto al progetto del 2006: si riduce il molo commerciale, si introduce la funzione turistica che non era presente, con un albergo e delle residenze turistiche di lusso, si sono ridotti i volumi abitativi, si realizza una palazzina alle residenze e gli alloggi di servizio dei corpi dello Stato, si è ridotto la cantieristica a 20 mila metri cubi. Si prevede la realizzazione del ponte sull’Impero, sono stati modificati i posti barca. La Regione va a rifare la scheda normativa, cambiando la formula, andando a individuare settore per settore le funzioni previste e va ad individuare i parametri urbanistici da rispettare: non possono essere superate le altezze previste dal piano regolatore portuale. Abbiamo verificato aggiustando i progetti e siamo in condizioni di accettare le prescrizione e chiudere l’iter amministrativo della variante.
L’ultima pratica è connessa al ragionamento già fatto. La Regione nell’approvare la variante ha ritenuto opportuno andando a specificare settore e settore le varie funzioni. Nella banchina San Lazzaro sono previste le residenze, il commerciale e la palazzina dei corpi dello Stato. Questo ci crea un piccolo problema perchè nella nostra proposta c’era una flessibilità sui volumi, invece andando a ingessare le volumetrie sulle singole funzioni si dà una rigidità alla norma urbanistica”.
Consigliere Lucio Sardi (Alleanza Verdi Sinistra)
“Si sarebbe potuta portare la pratica il prossimo consiglio comunale per studiarla meglio e non discuterla in piena notte. Lei Sindaco è rimasto nel passato, porta avanti lo stesso progetto, pensa che su una zona costiera della Liguria si debba fare una colata di cemento su un’area demaniale.
Avrei completato le opere a mare e aumentato la cantieristica. Non avrei elaborato questo progetto, che è un progetto vecchio, non economico. Questa amministrazione continua a rimanere ancorata a una vecchia idea di porto. Sembra essere un’impuntatura. Ragioni Sindaco su quello che è successo nel passato. Da quella esperienza noi qualcosa abbiamo colto, fatelo anche voi. Questa è un’operazione suicida, non ci sono le condizioni economico-finanziarie per portarla avanti”.
Consigliere Luca Volpe (Insieme)
“Il libro bianco del Pd ha provocato un danno. L’inchiesta giudiziaria è finita in una bolla di sapone. Non penso che guardando la passato possiamo imparare qualcosa da voi. Quello che abbiamo fatto 15 anni fa oggi lo vediamo portare a compimento. Non abbiamo bisogno dei vostri consigli, siete stati sempre dei cattivi consiglieri. Oggi portiamo avanti un’operazione di grandissimo respiro economico. Non è un’operazione predatoria, è un termine bruttissimo che ho sentito. Le operazioni di aggiustamento giudiziario con i titolari di posto barca sono molto importanti, perché si riesce a dare a chi ha investito nel porto di Imperia un pò di sollievo”.
Consigliere Ivan Bracco (PD)
“Non siamo contro il termine dei lavori del porto. Il progetto così come formulato è una colata di cemento. Non si sa se qualcuno arriverà a investire. Speriamo, ma abbiamo molti dubbi”.
Consigliera Deborah Bellotti (PD)
“La posizione tenuta da sempre dal partito democratico è quella di essere a favore della gestione in House del porto turistico di Imperia, e pertanto a favore di disporre l’affidamento di tale servizio pubblico locale alla propria Società partecipata Go Imperia, pur avendo da sempre posizione critica riguardo il progetto proposto da questa amministrazione ed in particolare sui volumi dei fabbricati con rischio di impatto ambientale ed ecologico sul territorio, oltre ad essere insostenibile dal punto di vista economico, un progetto non adatto al mercato odierno.
Per quanto riguarda il Piano Economico Finanziario, nutriamo forti perplessità sulla sua efficacia, sia come detto sopra per la volumetria ipotizzata in un’epoca in cui il mercato è meno fiorente rispetto al passato, ma anche per la sostenibilità di Go Imperia. (che tra l’altro deve coprire un canone di 2 milioni di euro annuale).
Quindi, pur non avendo avuto i tempi per approfondire, mi affido a quanto riportato nelle conclusioni dal Dott. Marco Rossi, valente consulente riconosciuto da più amministrazioni che si avvalgono della sua esperienza.
Nel cap. 2 Compendio Esecutivo si specifica che il rendimento dell’operazione non è calcolabile in assenza di un fabbisogno sopperito a mezzo di un finanziamento bancario, ma si procede appunto alla realizzazione delle opere tramite l’autofinanziamento in una logica di partnership con soggetti terzi.
Egli illustra: “l’operazione non è priva di aspetti critici che costituiscono incognite che possono avere un impatto decisivo in fase realizzativa e che derivano dai criteri di redazione del piano che sono stati indicati dal Committente (e che costituiscono criteri assunti sic et simpliciter).”
Ecco gli elementi di criticità: individuare soggetti terzi interessati all’operazione e in grado di porla in essere; l’annosa questione della situazione giuridica pendente riguardo i contratti dei post barca sottoscritti con Acquamare e ad oggi con concessione decaduta, con la potenziale soluzione per gli ex proprietari di (ri)comprare gli stessi posti con uno sconto del 50% o liberarli (199 posti); la modalità di calcolo dei valori di cessione delle opere a terra che non si confronta con valori riscontrabili nel mercato immobiliare locale; in caso di difficoltà di attivazione della partnership indicata occorrerà attivare un’apposita linea di finanziamento con oneri finanziari e quindi l’esigenza di rivedere il piano”.