Loredana Modaffari, consigliera di minoranza del Partito Democratico, interviene con una nota per esprimere alcune considerazioni in merito alla seduta dell’ultimo Consiglio Comunale di Imperia.
Consiglio Comunale: le riflessioni della consigliera Modaffari
“Triste ammettere che ciò che rimane dell’ultima Seduta del Consiglio Comunale di Imperia, nonostante il valore dei temi all’ordine del giorno avesse coinvolto anche un numero importante di cittadini a dispetto del giochetto dell’inversione dei temi all’ordine del giorno, è l’acredine del linguaggio, la mirata arroganza verbale e gestuale, e la sistematica inconferenza delle risposte, elementi tutti che all’evidenza nascondono l’inconsistenza dei contenuti delle proposte e la pretesa di imporre una visione di Città unilaterale, spacciando disastri amministrativi per operazioni strategiche di alta levatura.
Parola d’ordine: svilire, demonizzare a parole, attaccare, financo insultare i rappresentanti della minoranza e gli amministratori dei diversi tempi passati, a turno atavici responsabili di fallimenti amministrativi odierni, avendo cura di non cadere nel contenuto, di non misurarsi con il pensiero avversario tramite la forza persuasiva del proprio.
E ciò, o mentendo sapendo di mentire, come il Consigliere Volpe all’esordio della riunione in relazione alla cadenza dell’ordine del giorno, smentito poi dal suo stesso Capitano, che lo sacrifica agevolmente ed impietosamente nonostante i suoi continui esercizi pindarici a strenua difesa, o esprimendo concetti avulsi dalla legislazione e dai principi contabili, come l’assessore Gatti, che rivela con leggerezza di disconoscere le regole degli accantonamenti e persino dell’applicabilità dell’IVA alle transazioni.
Ma in merito alla approvata transazione, tralasciando i commenti sull’esercizio di stile dei Consiglieri che si sono succeduti a difesa con ragionamenti palesemente avulsi dalla realtà, nonostante l’ostentata sicurezza su dati offuscati da insulti ed allusioni, spicca la figura dell’Assessore Gaggero, che quasi con le lacrime agli occhi, si è dichiarato commossamente entusiasta, non solo della (sempre auspicata) conclusione della pista ciclabile nei prossimi mesi ma, anche e soprattutto, della meravigliosa transazione in forza del quale il Comune (leggasi i cittadini) dovrà corrispondere alla Ditta appaltatrice della pista ciclabile la somma imprevista di soli cinque milioni di euro circa (iva compresa!) a titolo di risarcimento dei danni dalla stessa patiti per ritardi.
Un successone, goffamente ribadito dall’Assessore a fronte del mio rilievo sulla comprensibile e condivisibile soddisfazione per l’auspicato completamento dell’opera ma sull’assurdità dell’esaltazione di un atto che per definizione giudica comporta per le parti reciproche abdicazioni: per la Manelli la rinuncia ad importi ben superiori, contrattualmente garantiti, ma necessitanti di tempi lunghi per il riconoscimento giudiziario ed il soddisfacimento, per i cittadini imperiesi un impegno imprevisto, perché non inserito a bilancio, ma gioiosamente contenuto di soli cinque milioni di euro. Impossibile poi discutere pratiche importanti per la vita cittadina, come quelle del porto, della cui documentazione la minoranza ha avuto contezza solo il giorno prima, come ammesso onestamente dallo stesso Assessore Fossati.
E, dulcis in fundo, l’attuazione della minaccia espressa del Sindaco in occasione del Consiglio precedente: numerosi Consiglieri di maggioranza dal libero pensiero abbandonano l’aula in occasione della discussione della mozione Sardi sulla Go Imperia, facendo così venire meno il numero legale. Infantile soddisfazione, ma anche in questo caso scarsa intelligenza politica, avendo così favorito la circostanza di una discussione di un tema così delicato maggiormente fresca ed efficace alla prossima riunione. A questo punto, si impone una riflessione letteraria.
Il Sindaco e la sua maggioranza devono essersi ispirati a qualche testo di Samuel Beckett, padre del teatro dell’assurdo, per aver tenuto questi comportamenti, e per ribadire oggi sulle testate giornalistiche la meraviglia del loro operato, dati che rivelano – a parere di chi scrive – la scomparsa, oltre che dell’intuizione vincente e del garbo istituzionale, anche di quel minimo di furbizia e di astuzia nel muoversi che indiscutibilmente ha caratterizzato in precedenza la politica del nostro Sindaco, elementi sostituiti dal pressapochismo e da una gestione ormai vicina allo stile Bandecchi, volando nel corso della discussione Consiliare insulti personali, inutili allusioni, e sibilando nell’aula persino musichette di sottofondo con buona pace dell’operato del Presidente del Consiglio.
A questo punto, ci si chiede quanto tempo ci vorrà ancora prima che il vento cambi. Ma, certamente gli oppositori di questa Amministrazione, i Cittadini che hanno resistito alla stanchezza ed allo svilimento, sono andati a dormire con tanta amarezza dentro, ma con un sogno che ogni giorno di più si ha la sensazione che non debba più morire quando spunta l’alba”.