22 Novembre 2024 17:08

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22 Novembre 2024 17:08

Migranti: attivisti tagliano rete al confine tra Ventimiglia e Mentone, scattano perquisizioni e avvisi di garanzia. “Per governo, prefettura e polizia una vecchia rete vale più delle vite in pericolo”

In breve: I documenti e il video sono rivendicati da Talpa e l’Orologio e altri attivisti/e.

“Non c’è quiete per la questura di Imperia da quando a novembre abbiamo fatto uscire sui nostri canali social questo video in cui persone ignote compiono un’azione, ovvero recidere delle reti vetuste al passo della morte, reti che sono il simbolo delle atrocità che il confine rappresenta da decenni”.

Queste le riflessioni degli attivisti del Centro Sociale Autogestito imperiese “La Talpa e l’Orologio”, dopo la pubblicazione del video, sulla pagina Facebook del centro, in cui si vedono persone con il volto coperto intente a tranciare con pinze e tenaglie le reti che segnano il confine tra Ventimiglia e Mentone al passo della Morte, uno dei luoghi tristemente più famosi per via delle numerose persone migranti che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere la Francia.

documenti e il video sono rivendicati da Talpa e l’Orologio e altri attivisti/e.

Migranti: attivisti tagliano rete al confine tra Ventimiglia e Mentone, scattano perquisizioni e avvisi di garanzia

“A novembre perquisizioni nelle abitazioni e sequestro dei dispositivi telematici ai danni di due persone. A maggio una persona viene convocata in questura e le viene consegnato un avviso di garanzia, mentre i primi giorni di giugno un’altra persona viene bloccata dalla Digos in un bar del capoluogo di provincia, Imperia, mentre mangia un panino, portata in questura e denunciata per gli stessi reati.

Il video in questione, musicato dalla celebre Rien de rien di Edith Piaf, che vi invitiamo a ricondividere, sta diventando ora una litania, liturgia repressiva, “ah quanto ci costò l’averti odiato” e se possiamo dedicare questo nuovo motivetto a qualcosa lo dedichiamo al confine. Lo stesso confine che ha provocato la morte, avvenuta pochi giorni fa all’interno di una tenda, di Nfansou Drame, un’altra delle tante persone bloccate a Ventimiglia. All’oggi le persone morte di confine sono oltre cinquanta.

A ponente si continua a morire e per governo, prefettura e polizia una vecchia rete, arrugginita e colabrodo, vale più delle vite che continuano a finire su una linea di divisione immaginaria e dei corpi che queste barriere continuano a mettere sotto pressione e in condizione di sofferenza. Sappiamo e ci opponiamo a quello che accade a Ventimiglia, a G@z@, ovunque. La differenza da novembre ad ora è che in tutto il mondo, come in Italia, una grande massa critica è nuovamente in strade, città, scuole, università, in movimento contro tutto quello che non si può più fare finta di non vedere. Non ci sentiamo sole e questo ci rende felici”.

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