Il Giudice per le Indagini Preliminari Anna Bonsignorio ha accolto la richiesta di archiviazione, presentata dal Pm Antonella Politi, per cinque dei nove indagati nell’inchiesta sulle continue rotture della dell’acquedotto Roja bis tra Imperia e Sanremo, le cui indagini erano state svolte dalla Polizia Postale di Imperia.
La richiesta di archiviazione riguarda Luigi Bottino, Salvatore e Giuseppe Ghisari e Alessandro Croce
I nove indagati erano accusati a vario titolo di inadempimento di contratti, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato e violazioni edilizie. Sotto inchiesta erano finiti Gianluigi Pancotti (all’epoca presidente di Amaie), Angela Ferrari (all’epoca direttore generale di Amaie e oggi di Rivieracqua), Maurizio Temesio (all’epoca presidente di Amat), Valter Cammelli (all’epoca direttore generale di Amat), gli ingegneri Eleonora Bertolotto e Luigi Bottino, gli imprenditori edili Salvatore e Giuseppe Chisari e Alessandro Croce (ex dirigente Lavori pubblici del Comune di Imperia e oggi dirigente in Regione).
L’archiviazione riguarda Eleonora Bertolotto, Luigi Bottino, Salvatore e Giuseppe Ghisari e Alessandro Croce. Restano in piedi le posizioni di Pancotti, Ferrari, Temesio e Cammelli. La Procura ha disposto una perizia tecnica per valutare le eventuali responsabilità degli indagati e si attende la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio o sull’eventuale richiesta di archiviazione.
Tornando a Bertolotto, Bottino, Ghisari e Croce, nel decreto di archiviazione si legge che, quanto alle inizialmente configurate ipotesi di falso e truffa ai danni del Comune di Imperia, “è stato accertato che durante l’esecuzione dell’appalto in questione, intervenne variante in corso d’opera, rispetto al progetto originario, decisa in accordo con la committenza e con il nuovo gestore dell’acquedotto Rivieraequa S.p.A., avente ad oggetto differenti modalità per l’allaccio del nuovo tratto di tubazione a quello già preesistente, essendosi determinato, a seguito di svariate riunioni avvenute nell’aprile 2021, in una delle quali era presente anche il Sindaco, di operare un allaccio provvisorio con tubi di diametro di 150 mm invece di innestare direttamente il tubo da 500 mm sulla tubazione da 800 mm, secondo quanto inizialmente stabilito in progetto, posto che la soluzione originaria avrebbe comportato l’interruzione dell’erogazione dell’acqua per vari giorni in ampia zona, almeno dal Comune di San Lorenzo al Mare a tutto il dianese, con i conseguenti gravi immaginabili disagi per la popolazione e per strutture sanitarie e RSA;
-che tale allaccio provvisorio, effettivamente operato e constatato anche in un sopralluogo della Polizia Postale, non determinava un non funzionamento della nuova tubazione, bensì solo una riduzione della relativa portata d’aequa, in attesa dì realizzare il collegamento definitivo per il quale avrebbero dovuto essere realizzate opere integrative;
-che le somme inizialmente stanziate per realizzare gli allacci secondo il progetto originario, poi modificato, venivano utilizzate per la prosecuzione della condotta sull’argine sinistro del ponte Impero e che il materiale già acquistato dall’impresa CHISARI presente in cantiere veniva depositato presso i magazzini di Rivieracqua;
-che il certificato di collaudo idraulico del 31/3/21 riguardava soltanto il tratto della nuova tubazione, per verifieame la tenuta e non i relativi allacci alla tubazione Roja 1 preesistente, dunque non modificando la situazione illustrata nel collaudo medesimo il successivo intervento di perizia di variante relativamente agli allacci”.
Sempre per quanto riguarda le operazioni di collaudo della condotta, la Procura ha accertato che “pur non risultando tecnicamente evidenziato, nel successivo certificato di collaudo tecnico-amministrativo del 27/8/21, come venne effettuato il collegamento della nuova tubazione con il tratto principale, esso venne approvato il 7/3/22 a seguito di produzione di documentazione integrativa richiesta dal RUP, essendo in ogni caso, come già evidenziato, la modifica degli allacci frutto degli accordi con committenza e gestore”.
Da qui la decisione di procedere all’archiviazione del procedimento per i cinque indagati “essendo stato affermato (sulla base degli interrogatori resi e della completa documentazione prodotta da Bertolotto, nonché delle ulteriori indagini svolte e delegate dal Pm) che i reati inizialmente configurati nei confronti dei predetti indagati, in realtà non sussistono“.