22 Novembre 2024 08:23

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22 Novembre 2024 08:23

“Il gatto e la volpe”: la rubrica di ImperiaPost. Ecco chi è l’ospite della venticinquesima puntata/Video

In breve: Nel corso della puntata Abbo ha affrontato diversi temi: dall'accordo Mager-Fellegara al ballottaggio di Sanremo alla sua mancata candidatura a Sindaco del centrosinistra alle elezioni comunali di Imperia nel 2023, passando per Rivieracqua e Riviera Trasporti.

È Domenico Abbo l’ospite della rubrica di ImperiaPost “Il gatto e la volpe”, giunta alla 25ª puntata e condotta dai giornalisti Mattia Mangraviti e Gabriele Piccardo.

Abbo, 63 anni, ex Presidente della Provincia, ex consigliere provinciale, è stato a lungo Sindaco di Lucinasco e Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Imperia. 

Nel corso della puntata Abbo ha affrontato diversi temi: dall’accordo Mager-Fellegara al ballottaggio di Sanremo alla sua mancata candidatura a Sindaco del centrosinistra alle elezioni comunali di Imperia nel 2023, passando per Rivieracqua e Riviera Trasporti.

“Il gatto e la volpe”: ecco chi è l’ospite della venticinquesima puntata

Partiamo da Sanremo, dall’accordo Fellegara-Mager in vista del ballottaggio.

“Secondo me gli iscritti di Sanremo devono pensare a Sanremo, gli iscritti di Imperia devono pensare ad Imperia. Io su questa vicenda non ho elementi per dire se questa scelta è una scelta giusta o sbagliata. Faccio una valutazione magari successiva, vediamo lunedì sera cosa succederà. Se Mager vince la scelta era corretta, se si perde questo indebolisce ulteriormente il Pd. Questo al netto della persona di Fellegara che devo dire conosco
da sempre. E’ una persona specchiata come me, è uno di quelli che fa politica con passione, non fa traffici o altro.
Quindi sul fatto che ci siano delle commistioni con una persona del genere, lo escluderei. Però
certamente se poi questa operazione non riuscisse…Abbiamo un partito che ha il 7%. I transfughi del Pd, fra l’altro, questa è carina, sono andati via e hanno preso molto meno voti di quello che si pensasse. Addirittura il nostro amico Mario Robaldo, che ha fatto il famoso salto della quaglia per poter andare in consiglio provinciale, lunedì sera sarà decaduto. Anche queste scelte che si fanno, sono veramente per certi aspetti incomprensibili”.

Pare però che non siano accordi solo di appoggio. Si parla di poltrone, di vicesindaco…

“Non so nulla. Sono supposizioni che fate voi”.

Andare in giunta con un Sindaco che è appoggiato da Toti e da Scajola è un po’ complicato…

“C’è anche però la logica del principio che bisogna respingere la destra ufficiale. Ci può stare”.

Che fu il motivo per cui il PD appoggiò Scaiola e non Lanteri nel 2018 a Imperia…

“Questo è un altro discorso”.

Ti brucia di più su Imperia eh… Cosa ne pensi di Barbagallo che ha votato Scajola? Tu chi avevi votato all’epoca?

“Io in quell’occasione lì ho gettato scheda nulla, ve lo dico chiaramente. L’ho annullata perché non ritenevo né di votare Scajola, nè Lanteri. Con buona pace di tutti. Se gli accordi si fanno, si fanno alla luce del sole. Se noi riusciamo a spiegare agli elettori perché si fa e si dice chiaramente e sotto non ci sono inciuci o altro si possono fare accordi con tutti, chi prima era il Diavolo può diventare l’acqua santa. La politica è fatta così. Io per due anni e mezzo ho fatto il Presidente della Provincia con Scajola consigliere e devo dire che non ho avuto pressioni. L’unico tema su cui abbiamo litigato aspramente è stata la Riviera Trasporti.  Lui non voleva approvare il bilancio. Io ad un certo punto ho detto ‘o approviamo il bilancio o ce ne andiamo a casa tutti’. Gli altri consiglieri hanno votato, lui se ne è andato. Arriva un momento in cui bisogna prendere delle decisioni”.

Scajola contro di te ha avuto anche un’uscita infelice (gli diede “dell’ultimo consigliere che dice minchiate” in merito alle polemiche sull’acquisto, da parte della Provincia, della ex bocciofila di Corso Roosevelt, ndr).

“Sono in buona compagnia, con giudici e altri”.

Alla fine sull’ex bocciofila di Corso Roosevelt non avevi tutti i torti (è poi finita oggetto di un’inchiesta della Magistratura, ndr).

“Io ero contrario per questioni di principio e per la procedura utilizzata. Già in allora io sollevai il problema che c’erano degli oneri ulteriori. Poi addirittura è sorto il problema che buttiamo giù tutto a spese della Provincia , a maggior ragione andava rivista la perizia. Si sembrano cose scontate, poi lui è voluto andare avanti e si sono visti i risultati”.

Parliamo un pò della tua candidatura a Sindaco del centrosinistra nel 2023 poi non andata a buon fine (il Pd scelse Ivan Bracco dopo un lungo tira e molla, ndr).

“Io nel 2019 sono diventato segretario comunale del PD di Imperia. Avevo in idea di smuovere le acque perché avevo capito che la situazione non poteva andare. C’era una disaffezione nei confronti del partito, c’era gente che non partecipava più, eravamp rimasti in pochi. Qualcuno gestiva il partito in una maniera che non condividevo. Nomi? Eravamo quattro gatti.  Barbagallo? Siamo amicissimi. De Bonis? Sono amicissimo.

Il partito non funzionava, ho detto adesso che faccio il segretario comunale cerco di smuovere un po’ le acque. E’ successo che poi dopo due mesi sono diventato Presidente della Provincia. Quando sono tornato, quando ho visto che era il momento opportuno per sollevare queste problematiche, le ho sollevate. Io mi arrogo il merito di aver, non dico rifondato il PD a Imperia, ma di aver dato uno scossone generale che ha portato a quella che è la situazione di adesso che è una situazione più unitaria, con gente nuova, con persone che partecipano, con riunioni che ci sono 40-50 persone. Che poi ci sia questa questione di Imperia Rinasce che è entrata dopo nel partito, comunque è una ricchezza”.

Cosa ne pensi dell’ingresso di Bracco, Bozzano e Modaffari nel Pd?

“Più siamo meglio stiamo”.

Ma sei d’accordo?

“L’ingresso è logico, se uno chiede di entrare perché non deve entrare. Poi chiaramente ci sono anche delle regole che vanno rispettate. C’è c’è un recinto nel quale muoversi”.

Qualcuno però dice che Bracco è entrato per ultimo e adesso vuole pure dettare le regole…

“Bisognerebbe capire poi anche gli iscritti che può aver portato. Non è che entrano tre consiglieri. Sì sono forti nel gruppo consigliare, ma se dietro non hanno una una base di iscritti che li seguono. Poi nel direttivo si discute, si vota, nelle assemblee non si vota neanche, però si parla anche animatamente ma ci si chiarisce. Quindi secondo me è tutta una ricchezza. Il partito di adesso con tutte le sue manchevolezze o comunque insomma con tutte le problematiche che ci sono, sarebbe assurdo pensare che fosse una roba monolitica, dove ci sono tante persone che partecipano e  tutti vanno d’amore d’accordo. Io ho detto da alcuni mesi che bisogna seguire un percorso unitario, poi chi è più bravo andrà avanti, gli altri aiuteranno. Non è che voglio essere ecumenico, però questa è la strada da seguire. Se si vuol fare si fa, se non si vuol fare si continua a litigare”.

Cosa pensi dell’operato dell’opposizione targata Pd in consiglio comunale?

“Mi sembra che il gruppo consigliare del Pd lavori bene. Fra l’altro un gruppo consigliare di cinque soggetti. Quindi è un gruppo consigliare che dovrebbe essere il traino di tutta l’opposizione. E deve collaborare con tutta l’opposizione, che sia Sardi, che sia Lauretti”.

Ci sei rimasto male per la tua mancata candidatura a Sindaco?

“Malissimo, non ho problemi a dirlo. C’era un segretario comunale (Massimiliano Cammarata, ndr) che per 4 mesi ha fatto un giro di consultazioni e non sono riusciti ad arrivare a nulla. Io in quattro giorni, cinque, ho portato dentro Imperia al Centro, ho portato dentro un pezzo del PD, ho portato dentro Sardi, ho portato dentro ancora qualcun altro e quindi avevo una maggioranza. Poi vabbè lì ci sono dei gossip. Poi ci hanno mandato tutti a livello nazionale, con questo Boccia che diceva a un certo punto diceva ‘abbiamo fatto un sondaggio tu e la Amoretti siete esattamente alla pari, quindi dovete trovare un’altra soluzione’. Voi l’avete mai visto un sondaggio così? La politica non è che sia al massimo, cioè parliamo di soggetti a livello nazionale. Ci sono rimasto malissimo, quando ho visto che abbiamo degli esponenti a livello nazionale che fanno questi ragionamenti”.

Chi ti ha proposto come candidato Sindaco?

“Quelli che ho citato, compresi Bracco, Sardi, Verda”.

Con  la Amoretti che rapporto hai?

“Io la conosco, è una brava persona. Quando ho deciso di candidarmi sindaco l’ho avvisata e poi basta”.

E’ stata nel Pd pochissimo…

“Lei no, non c’è mai stata. Io anche questo passaggio non l’ho capito. Perché chi in allora aveva proposto la Amoretti deve ancora dare risposta adesso del perché non si è scritta. Poi quando siamo andati a chiederlo, chiaramente, quando uno è in braghe di tela è in braghe di tela. Ci sono alcuni del Pd che l’hanno suggerita, tutta la parte dei bornaciniani. Ci sta anche che ci sia stato un confronto di questo genere, che ci sia stata, chiamatela come volete, una lotta intestina. E’ stato uno scontro che ha portato a delle chiarificazioni molto molto nette”.

Non ti sei candidato come consigliere, perché?

“Mi dovevo candidare consigliere dopo aver fatto il presidente della Provincia? Cosa facevo l’assessore in una vicenda dove si sapeva che sarebbe stato abbastanza un sacrificio? Per carità può succedere di tutto, però i risultati li abbiamo visti”.

Pensi che avresti fatto meglio di Bracco?

“Questo non si può sapere. Io penso che se il candidato fossi stato io il PD avrebbe avuto un consigliere in più sicuro che era il sottoscritto e forse ne aveva anche due perché a traino ti porti dietro gli altri. Il fatto che Bracco si sia candidato ha anche rinvigorito Imperia Rinasce. La scelta di candidare Bracco non l’ho capita ancora adesso, perché se quelli che non volevano Bracco poi sono quelli che l’hanno abbracciato perchè Boccia ha detto dobbiamo trovare una soluzione e la soluzione è stata quella di dire: non abbiamo più tempo e l’unico disponibile Bracco. È stato tutto un pasticcio”.

Ma secondo te il ragionamento che è stato fatto è candidiamo Bracco o candidiamo Bracco piuttosto che Abbo?

“Bracco è stato scelto perché non c’erano altre soluzioni, vale anche secondo me anche un po’ il principio di candidiamo Bracco per non candidare Abbo o per non candidare qualcun altro del PD”.

Rivieracqua e RT sono due vicende che tu conosci, con Scaiola la colpa è di tutti tranne che sua, tu che lettura dai di queste situazioni?

“Lui non può dire di non essere colpevole di nulla perché da 30 anni abbiamo un’amministrazione di centrodestra dove ci sono stati dei brevi intervalli sia in Comune che in Provincia di centrosinistra, se vogliamo forse, con me no assolutamente perché era un accordo trasversale che comprendeva. La vicenda Rivieracqua è nata ai tempi di dell’amministrazione Sappa guidata da Saldo quindi i pasticci sono nati da lì e poi non è stata capitalizzata, è partita con una parte dei comuni pochi dal dianese. Era chiaro che non poteva funzionare.

RT dovremmo partire dagli anni 2000 o dagli anni 90 dove si faceva di tutto e di più andava bene per tutti e poi è successo quello che è successo.a Abbiamo avuto la questione sulla debenza o meno di quei famosi 7-8 milioni di euro che la provincia diceva no RT li voleva poi c’è stata anche una causa che ha sancito le ragioni della provincia. Noi quando siamo arrivati nel 2015 abbiamo trovato questo problema ma eran 6 o 7 anni che c’era perché nessuno l’ha risolto? Poi non l’abbiamo risolto neanche noi ma le cose si risolvono prima. Non è facile perché sono vicende complesse”.

L’idea è quella di fare entrare il privato in Rivieracqua, tu sei d’accordo o no?

“Noi siamo per l’acqua pubblica, abbiamo sempre detto che siamo per l’acqua pubblica, la gestione pubblica, anche perché ci sarebbero le condizioni. Adesso c’è la risistemazione dei crediti vediamo come finisce e non è facile gestire. Le bollette se non servono per risanare i buchi della di Riviracqua allora a cosa servono? Se son dovuti è un discorso, devono essere pagati perché lì c’è la questione di queste tariffe che sono state richieste due anni prima. Loro dicono che non è una retroattività, è semplicemente un riconoscere un credito che già c’era che però è stato svincolato con 2 anni di ritardo. Poi c’è anche un problema di carattere sociale, qui stiamo tutti abbastanza male e questa è una un’altra botta sulle sulle casse delle famiglie”.

E Riviera Trasporti va nella stessa direzione, vogliono far entrare un privato?

“Riviera Trasporti al momento se risolve la questione del concordato preventivo che passa attraverso questa famosa vendita degli immobili, mi pare che sia ancora tutto fermo. Io nel 21 trattavo questi problemi adesso siamo nel 24 e anche se Scajola dice di essere così efficiente mi pare che su questa cosa sia fermo. Se l’è presa con gli amministratori che ha detto che non sono capaci. Se si vendono questi beni senz’altro RT ce la può fare poi problemi gestionali ce ne sono, i mezzi vetusti, e tutte queste cose bisogna metterci mano.

C’è anche l’annosa questione di chiedere alla Regione un riparto diverso dei fondi. A me mi hanno proprio sbattuto la porta in faccia Scajola però non li ha ancora ottenuti quindi poi alla fine cioè i problemi sono uguali per per tutti”.

Se tu dovessi fare autocritica, cosa pensi di aver sbagliato su Rivieracqua e RT?

“Su RT non ho sbagliato nulla perché a quel punto lì non è che potesse fallire. Io ho insistito per l’approvazione del bilancio per il rinnovo del consiglio di amministrazione perché poi col concordato preventivo si iniziasse questa fase quindi e su Rivieracqua certamente a suo tempo andava gestita diversamente. A quei tempi c’era la provincia in effetti che poi è stata commissariata e quindi forse qualcosa si poteva fare però.

Il commissariamento è arrivato un mese dopo che che io ero diventato presidente della Provincia quindi sul commissariamento io non c’entro nulla. Non è che l’amministrazione Provinciale non abbia fatto quello che doveva fare, era una situazione cancrenita e prolungata, ma c’era anche un altro problema, la Provincia stava perdendo tutti i dipendenti quindi non c’era neanche una struttura che fosse in grado di portare avanti questa cosa”.

La Checcucci era in carica mentre tu eri Presidente della Provincia e ti sei mai  accorto di niente? Le contestano reati importanti, come la corruzione…

“Lei era commissario e nel momento in cui era commissario poteva fare un po’ quello che vuole. Io mi ero subito attivato col nostro segretario generale perché aveva cominciato a chiedere soldi per quanto riguarda le consulenze. Ho detto: andiamoci piano che vengano giustificate eccetera. Poi alcune sono state autorizzate e forse qualcuna no, perché poi chi paga è la provincia. Se tu sei commissario il lavoro devi fare tu, poi puoi avere la necessità di un parere di dare un conferimento specifico per una causa ma non devi avere dei consulenti che ti che ti sostengono. Ce ne sarebbero gossip da raccontare”.

Raccontaci qualcosa di più allora…

“Io sono una persona specchiata. Posso fare bene, posso fare male, posso piacere, posso non piacere, però io quello che faccio, dico. Quindi, quando sono arrivato presidente di provincia, ho detto: si fa così, punto. Le cose che facevo, le dicevo, non è che dicevo una cosa ma facevo un’altra. Vabbè, gossip ce ne sono tantissimi. Ve ne racconto uno. Quando è andato in pensione il comandante Carrega, comandante della Polizia Provinciale, che peraltro era già smagrita perché da 25-26 erano rimasti in 13, sono arrivati un po’ tutti dall’arco costituzionale, compreso anche qualcuno del mio partito, e hanno chiesto perché non sostituiamo Carrega. Io ho detto: ma voi siete pazzi. Ho detto questa è la risposta che ho dato a tutti. Avevamo 16-17 dirigenti, siamo scesi a 6 e andiamo a sostituire un dirigente che con tutto il rispetto per la Polizia Provinciale non serve a nulla? Prendiamo piuttosto due agenti. Sono bravi, si danno da fare. Fra l’altro c’era e c’è tuttora il comandante Giribaldi che è bravissimo, quindi c’era il vicecomandante, il comandante lo fa lui. Che bisogno c’è di andare a prendere un dirigente e buttare via dei soldi? Però sono scappati, nessuno ha più detto niente perché hanno capito, forse avevano anche il nome. Ma non faccio nomi, neanche sotto tortura. Però questa cosa mi è piaciuta perché ho capito subito come funzionava il sistema, è quello lì”.

Sai che Scajola vista tutti i provvedimenti in Provincia?

“Anch’io guardavo i provvedimenti. Io avevo un rapporto un po’ più fiduciario, mi fidavo. Guardavo le cose che mi interessavano, eccetera. Le cose che dovevo, come presidente, guardare un po’ meglio, con più attenzione. Però su certe cose non ci ho messo volutamente il naso. Per esempio, quando c’è stata l’alluvione in Valle Argentina, dove io con i dipendenti della provincia alle 7 del mattino con gli scarponi ero là in mezzo al fango e questo me l’ha riconosciuto Orengo, il sindaco di Badalucco, me l’hanno riconosciuto tutti. È stata una delle cose più belle con cui abbiamo ricostruito. In quei casi lì, per esempio, c’era da dare tutti gli incarichi. Io ho lasciato che gli uffici scegliessero in base ai criteri. Io non sono andato a dire ‘mettete Tizio, mettete Caio’. Non me ne sono occupato perché io faccio il politico, non faccio il tecnico o l’assegnatario di appalti. Mi pare che alla fine tutto questo sia tornato a mio favore”.

Il tempo stringe, purtroppo siamo già fuori tempo, però un tuo giudizio sull’amministrazione Scajola in generale, come sta lavorando attualmente?

“Lavori ne sta facendo, forse anche troppi. Però amministrare non è solo fare dei lavori, delle rotonde. Mi dispiace, ma Imperia ha tutta una serie di altri problemi che sono il sociale, la povertà. Io non so poi l’amministrazione che mezzi abbia per risolvere o influenzare questi problemi, però c’è il problema del lavoro, dei giovani. Non è che possiamo fare una bella villa e poi ci mettiamo dentro il barbone. Stiamo creando un’immagine magari anche positiva, ma poi alla fine le problematiche sono altre.

Fra l’altro ho visto i dati sul turismo che non sono per niente incoraggianti. Imperia è una di queste. Da una parte siamo il paese col miglior clima, condivido la perplessità sul fatto che il secondo posto sia Biella. Ci sono delle zanzare che sono grosse così d’estate. Non so come abbiano fatto. Queste classifiche lasciano un po’ il tempo che trovano. È incontrovertibile dire che abbiamo un ottimo clima, questo ce lo regala il buon Dio. Poi bisognerebbe fare tutto il corollario”.

Ci sei rimasto male quando hanno arrestato Dellerba?

“Io con Dellerba ho un rapporto di amicizia, quindi è chiaro che sono rimasto male. Sono tutti fatti successivi alla mia presidenza. Io ci tengo a dirlo perché sono stato lì fino a ottobre del 2021 e queste cose non c’erano. Non so se poi le indagini sono precedenti o successive”.

Sei rimasto sorpreso, sei rimasto male per il coinvolgimento?

“Sì certo. Quando conosci una persona, hai un rapporto di amicizia e di lavoro insieme”.

L’hai più sentito?

“Sì, ci vediamo. Ogni tanto lo incontro. Sta abbastanza bene. Chiedeteglielo voi”.

Potremmo invitarlo più avanti. E il tuo futuro politico?

“Ho la passione della politica e della montagna. Adesso sto privilegiando la passione della montagna, ho due olivi da coltivare. Continuo a lavorare. Comunque mai dire mai in politica.

Bisogna fare i complimenti a Domenico per la scelta di Lucinasco. Lui non ha fatto più il sindaco, l’ha fatto la sorella.

“Questa è una battuta tipica che va smontata. Perché io le do una mano per le parti burocratiche, per il resto lei è pensionata, sta lì tutto il giorno, risolve i problemi. Faccio ancora parte dell’amministrazione, abbiamo avuto il problema dell’acqua, quindi si è fatta un mazzo tanto. Ha anche altre idee politiche, è più a sinistra di me. Lei è molto più rigida, io sono più malleabile. Magari perché ho tanti anni di esperienza, lei invece è più rigida. In paese dicono che da quando c’è il nuovo sindaco è meglio perché tu non c’eri mai. Io facevo tutto da remoto, ero un sindaco remoto”.

 

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