30 Giugno 2024 16:03

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30 Giugno 2024 16:03

“La mia vita con Tiziano Terzani”: a tu per tu con Angela Terzani Staude a San Bartolomeo al Mare. “Ci siamo conosciuti a 18 anni, dai suoi occhi si capiva che avrebbe vissuto una vita diversa” / Foto e video

In breve: Angela Terzani Staude, con delicatezza e profondità, ha offerto ai presenti uno sguardo intimo e sincero sulla vita straordinaria condivisa con Tiziano Terzani, tramite un viaggio appassionante intorno al mondo.

Una giornata speciale per celebrare la vita e l’eredità del grande giornalista e scrittore Tiziano Terzani, a un solo mese dal ventesimo anniversario della sua scomparsa, grazie all’incontro con Angela Terzani Staude, moglie di Tiziano, che ha presentato la sua autobiografia ‘L’età dell’entusiasmo. La mia vita con Tiziano’, un toccante tributo a un uomo che ha lasciato un segno indelebile nel cuore di molti, nell’ambito dell’ultimo appuntamento della rassegna “Tea con l’autore“ in Biblioteca a San Bartolomeo al Mare.

Angela Terzani Staude, con delicatezza e profondità, ha offerto ai presenti uno sguardo intimo e sincero sulla vita straordinaria condivisa con Tiziano, tramite un viaggio appassionante intorno al mondo. Dalle sfide personali alle battaglie sociali, la loro storia d’amore si intreccia con gli eventi storici e culturali che hanno segnato le epoche.

La 13esima edizione della rassegna è stata realizzata grazie all’importante patrocinio e contributo dell’amministrazione comunale di San Bartolomeo al Mare, all’organizzazione del Centro Incontro e del suo presidente, Matteo Lupi, alla collaborazione di Cinzia Dotti della Biblioteca Comunale ‘Alfea Possavino Delucis’, alla libreria Libri al Mare di Antonio Avignone e, infine, alla giornalista Viviana Spada, per i contatti con gli autori e la presentazione dei loro volumi.

Nella sua introduzione, Matteo Lupi ha dedicato l’evento a Feli Delucis, punto di riferimento culturale del territorio, recentemente scomparso, medico condotto e anche consigliere comunale a San Bartolomeo al Mare per sei mandati. Presente la neo consigliera di San Bartolomeo al Mare Norma Daccò che ha assunto la delega alla cultura. A condurre l’evento Viviana Spada, curatrice della rassegna.

L’intervista intervista ad Angela Terzani Staude ai microfoni di ImperiaPost

Cosa ricorda del giorno in cui l’ha incontrato, si sarebbe mai aspettata la vita che ha condiviso con lui?

“L’incontro con Tiziano è stato casualissimo, ero con una mia amica, chiacchieravamo fra noi, e lui ha sentito che ero lì ed ero tedesca. Erano gli anni in cui gli stranieri erano ancora una cosa rara. La mia amica ha detto: ‘No, no, non venire perché non voglio che tu la prenda in giro’, Lui è venuto e non mi ha preso in giro, devo dire. Non avrei mai pensato, avevamo io 18 anni e lui 19, avevamo solo 6 mesi di differenza, ma a 18 anni non si pensa alla vita, al futuro. Si pensa solo a cosa si fa nei prossimi giorni, con chi si sta, con chi si chiacchiera. Poi tutto d’un tratto mi sono trovata imbarcata in questa vita con questo giovane che aveva negli occhi e nella faccia un destino diverso. Ho visto e ho pensato: questo qui non fa una vita qualunque perché non la voleva proprio fare. Cercava in tutti i modi di fare una vita in cui lasciasse un segno. Trovava che la vita è unica, ne abbiamo una sola e se la si sbaglia non c’è una seconda chance. Lui aveva questa visione, questo era la diversità tra lui e me. Io non la pensavo così. Lui si è concentrato fin dall’inizio per trovare il suo posto nel mondo in cui poteva dare un contributo. Io ero ben contenta di aiutarlo a fare quello che voleva e siccome non lo voleva fare da solo, per me è stata un’occasione enorme di fare una vita interessante”.

In un’intervista lei ha detto che per anni mi hanno chiesto: “Ma chi me l’ha fatto fare?” E lei ha risposto che bisogna chiedersi “per chi” più che “che cosa”. Lei l’ha fatto perché lo amava profondamente?

“Sì, una signora mi ha detto: ‘Io per mio marito quello che ha fatto lei non l’avrei fatto’. Io ho risposto: ‘Forse anch’io per il suo marito non l’avrei fatto’. Bisogna vedere per chi lo fai e poi forse ci sono situazioni in cui l’uomo lo fa per la donna. In cui la donna ha le grandi idee, le belle idee, le idee ispiranti, e non è escluso che un uomo possa dire: ‘Mi piacerebbe vivere con questa donna per vedere cosa mi fa vedere'”.

Avete viaggiato il mondo. La guerra in Vietnam è stata una parte centrale del vostro percorso. Cosa ricorda di quegli anni?

“Ricordo che era una guerra importantissima perché era una delle ultime guerre della decolonizzazione. Il mondo alla fine degli anni ’60 era ancora tutto colonizzato. Gli inglesi, i francesi, i portoghesi, gli spagnoli erano dappertutto, in Asia e anche in Africa. Finalmente tutti questi popoli si sono rivoltati, dicendo basta, ora noi non vogliamo più nessuno che ci comandi. Questa guerra, diventata una guerra contro gli americani perché erano succeduti ai francesi, era una guerra fra un gigante, il più grande gigante del mondo militarmente, contro un paese di poveri contadini e pescatori senza scarpe, armati fino alla gola, e l’hanno vinta i vietnamiti. È stato un momento in cui tutto il mondo era coinvolto. Si stava con uno o con gli altri. Era una guerra tra comunisti e capitalisti. La guerra l’hanno vinta i comunisti, ma la pace l’hanno vinta i capitalisti”.

Sono passati 20 anni dalla morte di Terzani, ma lui ancora vive in tutti quelli che lo hanno amato. Perché è ancora fonte di ispirazione secondo lei?

“Credo che una delle cose più particolari di lui fosse il suo coraggio. Un coraggio che gli ha permesso di diventare così curioso e interessato. Era anche un coraggio morale, di schierarsi per i poveri, per i diseredati, per gli sfruttati e colonizzati. Con grande coraggio si è battuto per loro. C’è una moralità che lui ha messo nel suo mestiere. Non si è fatto comprare da nessuno, non si è fatto comandare da nessuno. Ha veramente cercato di essere un giornalista come lo intende la Costituzione. La Costituzione dice che siamo liberi di parlare, di pensare, di esprimerci. Ci sono tre forze: quella del Parlamento, quella esecutiva del governo e quella giudiziaria. Non c’è una quarta forza che giudica un po’ tutti. Un giornalista dovrebbe giudicare se stanno facendo il loro lavoro, se sono veramente giudici o se sono compromessi, se il governo fa quello che serve a noi o a lui? È questo che un giornalista dovrebbe fare ed è questo che Tiziano ha fatto”.

 

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