26 Settembre 2024 23:30

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26 Settembre 2024 23:30

Imperia: “L’acqua è vita”, in biblioteca il convegno sulla crisi idrica. “Importante approfondire i temi per indagare le possibili soluzioni” / Foto e video

In breve: L'evento è stato promosso da numerose associazioni del territorio.

Si è svolto questa mattina il convegno dal titolo “L’acqua è vita. Crisi idrica e le possibili soluzioni”, presso la Biblioteca civica Leonardo Lagorio di Imperia.

Relatori il Dott. Andrea Mandarino, ricercatore in Geografia Fisica e Geomorfologia all’Università degli Studi di Genova, consigliere dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese, consigliere del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale, il geologo Raffaello Anfossi, ex  dipendente presso Enti locali (Regione Liguria e Provincia di Imperia), con competenze in materia di pianificazione territoriale, risorse idriche, dissesto idrogeologico e protezione civile, e l’attivista sociale con una lunga esperienza sindacale, Corrado Oddi, membro del Coordinamento nazionale del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, di cui è stato tra i fondatori nel 2006 e tra i promotori dei referendum sull’acqua pubblica del 2011.

L’evento è stato promosso da numerose associazioni del territorio, in particolare: Acli Sanremo, A.I.FO. Imperia, Anpi Arma-Taggia, Arci Imperia, Attac Imperia, Casa Balestra, Ci Siamo in difesa dei beni comuni, CI-CA -Collettivo Italia-Centro America, CimAP – Coordinamento imperiese Acqua Pubblica, Cittadinanzattiva Imperia, Club per l’Unesco di Sanremo ODV, Csa La Talpa e l’Orologio, Fridays For Future Ventimiglia, Italia Nostra Ponente Ligure , Non Una Di Meno Ponente Ligure, Ortinsieme, Popoli in Arte ODV, Società della Cura , Teatro dell’Attrito, USB Imperia, XXV Aprile Intemelia.

Mauro Giampaoli, portavoce delle associazioni che hanno promosso l’evento

“Finalmente il gran giorno è arrivato. Da diverso tempo seguiamo le vicende che sono iniziate con la minaccia della diga in Valle Argentina e sono continuate anche con tutte le problematiche legate alla siccità, fino alla privatizzazione della gestione del servizio idrico. Tutte le questioni sono molto intrecciate e correlate, e quello che proviamo oggi è di apportare un contributo diverso, un contributo che è scaturito dalle persone e da più di 20 associazioni che sul territorio si sono occupate delle crisi idriche e della gestione del servizio idrico, e intendo approfondire per agire, e quindi, attraverso una maggiore conoscenza, affrontare vicende troppo opache che sono avvenute nel nostro territorio. Non sempre la cittadinanza viene a conoscenza di progetti calati dall’alto, quando invece spesso le soluzioni alternative ci sono. Ne parleremo oggi con i relatori: il dottor Andrea Mandarino dell’Università di Genova, il geologo Raffaello Anfossi e l’attivista Corrado Oddi del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua”.

Dott. Andrea Mandarino, ricercatore Università di Genova

“Il mio intervento sarà focalizzato sulla gestione dei corsi d’acqua, non solo dal punto di vista della risorsa idrica ma soprattutto sulla gestione dei sedimenti e dell’ecosistema fluviale in generale. Farò una breve introduzione su come funziona un corso d’acqua, considerandolo come un nastro trasportatore di sedimenti, legname e varie sostanze. Poi cercheremo di capire cosa è successo nel corso degli anni, come i corsi d’acqua sono cambiati e come sono stati impattati dalle attività antropiche, analizzando le conseguenze di tali attività avvenute nell’ultimo secolo.

Successivamente, vedremo cosa si può fare oggi con un duplice obiettivo: mitigare il rischio geoidrologico e migliorare l’ecosistema fluviale, riqualificando i corsi d’acqua. È molto importante puntare su queste due principali tematiche, come previsto dalle direttive europee: la Direttiva Quadro Acque e la Direttiva Alluvioni. Entrambe puntano sugli interventi integrati lungo i corsi d’acqua, che servono a raggiungere gli obiettivi di miglioramento dello stato ecologico delle acque e di mitigazione del rischio geoidrologico.

In Liguria, dove la mancanza di spazio è esasperata dalle piccole pianure densamente urbanizzate, possiamo comunque intervenire per migliorare la continuità longitudinale lungo i corsi d’acqua e i flussi di trasporto solido, anche per il ripascimento delle spiagge. Non ci sono ricette che vanno bene per tutti i casi. Ogni corso d’acqua rappresenta un caso a sé stante, quindi è necessario studiarlo, monitorare le portate e il carico solido. Solo avendo tanti dati possiamo fornire agli enti gestori tutte le informazioni necessarie per prendere decisioni che perseguano entrambi gli obiettivi di miglioramento dello stato ecologico e di mitigazione del rischio.

Spesso questi obiettivi sono messi in contrasto, ma in realtà sono strettamente collegati. Garantire uno stato ecologico elevato e una buona qualità ambientale dei corsi d’acqua permette loro di offrire servizi ecosistemici, tra cui mitigare il problema delle alluvioni. È nel nostro stesso interesse cercare di avere ecosistemi fluviali più in salute”.

Dott. Raffaello Anfossi, Geologo

“Le soluzioni che illustrerò durante la relazione sono quelle classiche, ovverosia il ricorso all’approvvigionamento da sorgenti, ricercando le aree che consentono questo sviluppo, e l’approvvigionamento tramite pozzi drenanti, soprattutto nelle aree franose, che consentono anche di stabilizzare il movimento franoso. Un’altra soluzione è l’approvvigionamento tramite l’acqua piovana, che attualmente è assolutamente non considerato e che praticamente non costa quasi nulla in termini di concessione e permessi. Queste sono delle soluzioni classiche di tipo geologico. Poi ci sono tutti gli altri interventi che richiedono una visione strategica del problema acqua, come il recupero delle acque reflue, la manutenzione e il recupero degli acquedotti esistenti, e lo sviluppo degli acquedotti irrigui in luogo di quelli potabili a servizio dell’agricoltura“.

https://www.youtube.com/watch?v=A–mo9VoN4o

Cristian Quesada (Segretario provinciale Pd)

“L’acqua è fondamentale. Certo, questa battaglia che le associazioni e anche noi conduciamo ormai da tempo credo che debba continuare, perché diventa particolarmente determinante. In questa provincia c’è una netta divisione: da una parte, chi crede che sia fondamentale rispettare la volontà degli elettori espressa chiaramente nel referendum del 2011; dall’altra, chi sostiene che non ci siano le condizioni per salvare la società Rivieracqua e per continuare nel solco di quella decisione referendaria.

Noi crediamo che le condizioni ci siano e auspichiamo che nei prossimi mesi si verifichino situazioni che permettano di riprendere finalmente questa discussione. Mi pare di capire e vedere che, in questi giorni, alcuni sindaci della provincia di Imperia stanno cominciando ad alzare la testa su questo tema. Questo è importante perché più persone portano avanti questa battaglia, più aumentano le possibilità di riaprire una discussione fondamentale. Non è una questione esclusivamente di principio”.

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