2 Luglio 2024 13:25

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2 Luglio 2024 13:25

Imperia: caso Bugo, Pm chiede 1 anno e 6 mesi di carcere per Morgan. “Condotta diffamatoria per vendicarsi dei problemi tra il suo staff e quello di Bugatti”

In breve: In aula questa mattina, dinnanzi alla giudice monocratica Marta Maria Bossi, non erano presenti nè Morgan nè Bugo.

Imperia: diffamazione, PM chiede 1 anno e 6 mesi di carcere per Morgan

In aula questa mattina, dinnanzi alla giudice monocratica Marta Maria Bossi, non erano presenti nè Morgan nè Bugo. Il pubblico ministero Tiziana Berlinguer, al termine della sua requisitoria ha avanzato  la richiesta della condanna a 1 anno e 6 mesi di carcere per Morgan, proponendo la sospensione condizionale della pena subordinata al pagamento di una provvisionale. 

Ora si attende di sapere se la giudice Marta Maria Bossi emetterà la sentenza o rinvierà per ulteriori repliche.

Tiziana Berlinguer, Pubblico Ministero

“La diffamazione si è verificata in modo continuativo durante la conferenza tenuta da Castoldi, nella trasmissione “Italia Sì” e su Canale 5 con Barbara D’Urso. È importante contestualizzare la diffamazione. Il processo non si basa sulle discrepanze tra le dichiarazioni della persona offesa, dell’imputato e dei testimoni. Si tratta di due vicende parallele: Bugatti contro Castoldi e la collaborazione tra il team di Castoldi e Bugatti. C’è stato un corto circuito, e la collaborazione non ha funzionato. È stato proposto all’imputato di partecipare al festival con una canzone di Bugatti. Bugatti stesso ha dichiarato di non essere riuscito a partecipare al festival perché non era abbastanza famoso, usando queste parole. Era consapevole che con Morgan poteva essere ammesso e infatti così è accaduto. Il problema è che non è stato regolamentato nulla. Tutto è stato lasciato al caso.

I loro manager sono diversi e non hanno comunicato tra loro, generando incomprensioni. Ritengo che nessun testimone abbia mentito. Le tensioni sono cominciate subito, sin dall’inizio della collaborazione. Nonostante ciò, sono andati avanti e hanno partecipato a Sanremo. Ci sono stati problemi con la camera d’albergo e con le partiture. Il discorso sulle partiture non è stato del tutto chiarito. Tuttavia, qualcosa non ha funzionato durante le prove.

L’imputato ha subito mostrato segnali di irascibilità. Si è dichiarato un artista importante, esperto del palco, e sapeva come funzionava il festival. Sapeva che non avrebbe ricevuto un compenso.

La diffamazione è avvenuta? Sì, la diffamazione è avvenuta. Quelle frasi, dette in quel contesto, hanno un rilievo penale. L’imputato non ha negato di averle pronunciate. Non possiamo pensare che se utilizzo affermazioni con contenuto lesivo una discriminante possa essere quello che in realtà volevo dire.

Ad esempio, dare del “dilettante” è evidentemente un’offesa che nega l’onore di una persona, ancora di più se si tratta di un artista in un contesto così importante. A prescindere dal fatto che l’imputato dica che con “dilettante” intendeva che Bugatti avesse agito come un dilettante, le parole utilizzate restano offensive. Lo stesso vale per “terrorista” o “plagiato”. Non si può giustificare l’uso di questi termini dicendo che si intendeva altro.

Il termine “mentecatto” è stato giustificato citando il filosofo Agosti, sostenendo che indica chi rovina un’opera d’arte, riferendosi a come Bugatti ha cantato il capolavoro di Sergio Endrigo. “Mentecatto” era usato dai Romani per indicare una persona non sana di mente.

Il termine “figlio di puttana”: durante la conferenza stampa, Morgan ha ripetuto questa espressione con enfasi proprio per diffamare. In quel momento, stava diffamando, perché Bugatti non era presente.

Il reato di diffamazione è istantaneo e si consuma nel momento in cui le persone ascoltano le parole. Anche se non abbiamo sentito nessuna persona che abbia ascoltato quelle trasmissioni, i dati Auditel chiariscono la portata diffamatoria. Il dolo è generico e, sotto il profilo soggettivo, il reato si è consumato. Il dolo di Castoldi si è innescato ad un certo punto, portandolo a mettere in atto un disegno criminoso per vendicarsi di un problema tra il suo staff e quello di Bugatti, non di qualcosa di cui dovesse rispondere Bugatti. Non ritengo che vi siano cause di giustificazione nel contesto. Sembra quasi che l’imputato abbia subito talmente tante cose che ad un certo punto abbia adottato questi comportamenti, che potrebbero rientrare nella provocazione. Ma qui abbiamo una condotta diffamatoria, un disegno criminoso per ledere l’onorabilità di Bugatti”.

Parte civile

Il danno morale a Bugatti è oggettivo, ha cercato di proteggere la sua famiglia dalla risonanza mediatica. La notorietà che Bugatti ha acquisito a seguito di questa vicenda è assolutamente negativa. Tutto questo gli ha creato problemi nella promozione del suo nuovo disco e non riesce a organizzare concerti. Il suo ultimo disco, uscito nel marzo 2024, non ha avuto passaggi in radio”.

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