Sparisce la salma del padre al cimitero di Porto Maurizio e chiede 250 mila euro di danni al Comune di Imperia. La vicenda è quella di Fiorella Schiavinato, 53 anni, già raccontata dal nostro giornale. La donna, dopo svariati appelli, ha deciso di intraprendere le vie legali. Il Comune si è costituito in giudizio, davanti alla giudice Maria Teresa De Sanctis, chiamando in causa la Cooperativa incaricata della gestione del cimitero, L.S. Cooperativa sociale Onlus, e due assicurazioni. L’udienza è stata rinviata al prossimo 19 marzo 2025.
Imperia: chiede 250 mila euro di danni al Comune per la scomparsa della salma del padre
La vicenda
La sepoltura del padre di Fiorella Schiavinato, Liberale, è avvenuta nel luglio del 2002 nel Cimitero di Imperia. Il 10 aprile 2023, (giorno di Pasquetta) la Schiavinato si è recata al Cimitero, non trovando più la lapide del padre, poiché il campo in cui era collocata si presentava completamente dissestato. Le pietre tombali erano state asportate e il terreno appariva smosso.
La Schiavinato non riusciva più ad individuare il punto esatto in cui era stato seppellito il padre e non era neppure a conoscenza se nel sottosuolo fosse ancora presente la bara o la stessa fosse stata rimossa unitamente alla copertura di marmo; per tre giorni è rimasta all’oscuro dell’accaduto.
Il 25 agosto, dopo un primo contatto con la Cooperativa, Fiorella Schiavinato ha ricevuto una telefonata nel corso della quale viene concordata l’esumazione della salma del padre per le ore 15 del giorno successivo. All’arrivo sul posto, però, accompagnata da un amico, la donna scopre che nel punto esatto in cui era seppellito il padre era già avvenuta una nuova sepoltura. Poco distante un operaio della Cooperativa informa la donna di essere in procinto di disseppelire la tomba di Liberale Schiavinato. In realtà la tomba riesumata appartiene a Maria Broccoletti. Fiorella Schiavinato lascia il cimitero in preda allo sconforto.
Il 5 settembre la donna viene contattata da un dipendente della Cooperativa che la informa del fatto che per un “disguido” la salma del genitore era stata dissotterrata il 25 agosto, cioè un giorno in anticipo rispetto
all’avviso dato alla famiglia. Nella bara non era presente la targhetta di riconoscimento ne la fede nuziale con cui era stato seppellito il padre. Da qui i dubbi di Fiorella Schiavinato sulla reale identità della salma disotterrata e la successiva richiesta dell’esame urgente del Dna.
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Alle richieste della Schiavinato ha risposto la Cooperativa, riferendo di aver proceduto alle esumazioni di
oltre 40 salme di defunti nell’anno 2002, con lista di nominativi e relativo numero di telefono dei familiari. La lista, fornita dagli Uffici Comunali, conteneva il nome di Liberale Schiavinato, la cui salma avrebbe dovuto essere la ventesima in ordine di esumazione. Da quanto ricotruito dalla Onlus, però, l’elenco fornito dal Comune sarebbe stato errato poiché vi era ricompreso il nominativo di A.M., che sarebbe invece stato seppellito in un altro campo essendo la salma di un bambino.
Un racconto che se da un lato confermerebbe gli errori del Comune nella gestione delle esumazioni, dall’altra non consente di invididuare la reale identità delle spoglie attribuite a Liberale Schiavinato.
Il Comune, nonostante i dubbi della famiglia, ha chiesto comunque di indicare la collocazione che si intendeva dare alle spoglie riesumate. Da qui la seconda diffida di Fiorella Schiavinato, con conferma dei dubbi sull’identità della salma e la contestuale richiesta di accertamento medico legale a spese del Comune di Imperia, che mai ha risposto.
Nel tentativo di risolvere bonariamente la vertenza, la Schiavinato ha promosso tentativo di mediazione convocando il Comune di Imperia e la SL Cooperativa Sociale ONLUS davanti all’Organismo di mediazione dell’Ordine degli Avvocati di Imperia. Alla procedura ha aderito la Onlus, ma non il Comune di Imperia.
Fiorella Schiavinato ha così deciso di adire le via legali chiedendo al Comune un risarcimento danni “non inferiore a 250 mila euro”.
“Tale cifra – si legge nella richiesta danni – è stata quantificata calcolando il protrarsi per quasi un anno della situazione dolorosa che sta colpendo la sfera privata e familiare, che si è riverberata altresì in un problema di salute psico–fisica da dover gestire ancora oggi, e considerando altresì come vi sia ormai l’altissima probabilità, visto il totale disinteresse mostrato dal Comune di Imperia per la vicenda, che tali resti paterni possano non essere più ritrovati, identificati e o consegnati alla famiglia per intero, con conseguente grave violazione del sentimento di pietà verso i defunti. A ciò si aggiunge la perdita dell’anello, fede nuziale, del padre che la figlia avrebbe voluto riconsegnare alla madre ottantaseienne, come caro ricordo del marito scomparso”.