Giovanni Toti resta agli arresti domiciliari nella sua villa di Ameglia. Questo il verdetto del Tribunale del Riesame per il Presidente della Regione Liguria arrestato il 7 maggio con l’accusa di corruzione, respingendo l’istanza di revoca presentata dal legale della difesa (avvocato Stefano Savi).
La vicenda, che vede coinvolte anche altre figure note come Aldo Spinelli e Paolo Signorini ha creato uno stallo politico in Liguria, che dura da oltre due mesi.
Tangenti Liguria: Giovanni Toti resta ai domiciliari, rigettata l’istanza
Il governatore ha sempre escluso l’ipotesi dimissioni e, dopo l’interrogatorio e terminate le elezioni europee, ha presentato la richiesta di revoca o, in subordine, l’attenuazione dei domiciliari, richiesta rifiutata per via del pericolo di “reiterazione di reato e di inquinamento probatorio”.
Per contestare il rifiuto, i legali hanno fatto ricorso al tribunale del Riesame. Tramite l’avvocato Savi, Toti ha fatto sapere che “non chiederà più finanziamenti nelle modalità contestate dalla Procura” e che non si ricandiderà alle prossime regionali del 2025. Questo non è bastato per ottenere la revoca dei domiciliari.
Nel frattempo, Procura e gip hanno autorizzato Toti a incontrare diversi rappresentati politici tra cui membri della giunta, leader politici locali e nazionali.